" La voce che ricorda" edito da Sperling & KupferQuando Adhe Tapontsang û o Ama Adhe; come viene affettuosamente chiamata û lasciò il Tibet nel 1987, dovette farlo alla
condizione di non parlare mai delle atrocità a cui aveva assistito nei ventisette anni di prigionia nei campi di concentramento
cinesi. Ma lei, che non avrebbe mai voluto abbandonare la sua terra sul Tetto del mondo, era mossa dalla ferrea volontà di far
conoscere le condizioni inumane a cui era stato costretto il suo popolo dopo lÆinvasione del Tibet da parte della Cina, nel 1950.
Voleva rivelare la distruzione dei templi buddisti e lÆattuazione di politiche che avevano portato il Paese alla fame. Soprattutto,
voleva denunciare al mondo le torture e le violenze subite da migliaia di tibetani che osavano ribellarsi allÆoccupazione. Quella di
Adhe è una storia di sofferenza, ma anche di speranza per lÆumanità. In quasi trentÆanni di fame, percosse, lavoro forzato,
reclusione, il coraggio e la compassione di questa donna straordinaria non sono mai venuti meno: la sua sollecitudine per gli altri
prigionieri e il suo risoluto rifiuto a rivelare, persino sotto tortura, i nomi dei compagni di lotta ci danno prova dellÆimmenso
potere della volontà umana. Da questo sbalorditivo racconto, chi legge ricaverà certamente una più acuta consapevolezza delle
ingiustizie inflitte al Tibet e dellÆurgenza di una soluzione del problema. Ma con altrettanta certezza resterà colpito dalla forza,
dalla determinazione, dallÆaltruismo di questa donna davvero indimenticabile, perché la sua è "la voce che ricorda".
Adhe Tapontsang è nata nella regione del Kham, nel Tibet orientale. Qui trascorse unÆinfanzia felice e si sposò, nel 1948. Nel
1950, la sua terra fu invasa dalla truppe cinesi, e Adhe e il marito entrarono nelle file della resistenza. Nel 1956, quando era
incinta per la seconda volta; il marito morì improvvisamente, per sospetto avvelenamento. Con lÆaiuto della famiglia, Adhe si
occupò dei suoi bambini e continuò a sostenere, con altre donne, la lotta degli uomini che combattevano, nascosti sulle
montagne. Nel 1958 fu arrestata e trascorse i successivi ventisette anni in prigione. Nel 1987 lasciò il Tibet per lÆIndia, dove
vive attualmente in esilio nella stessa località dove risiede il Dalai Lama.
Programma provvisorio visita di Ama Adhe (3-10 novembre 1998)
Martedì 3: Milano, libreria "Tikkun", Via Montevideo 9, ore 21 relatori:
Ama Adhe, autrice di, Ama Adhe, la voce che ricorda
Piero Verni, giornalista e presidente di Italia-Tibet
Renata Pisu, giornalista e sinologa
Fiorello Cortiana, senatore della Repubblica
Mercoledì 4: Bolzano, Circolo Cittadino, Via dei grappoli 2, ore 21
Giovedì 5: Lugano, Hotel Splendid (conferenza stampa), ore 12
Venerdì 6: Bassano, libreria Palazzo Roberti, Via Jacopo da Ponte, ore 21
Sabato 7: Rimini, Cineteca Comunale, Via Gambalunga, ore 21,15
Lunedì 9: Mantova, libreria Nautilus, Piazza 80 Artiglieria 19, ore 18
Martedì 10: Roma, Sala della Sagrestia, ore 15,30, Vicolo Valdina 3/a
Conferenza stampa e conferenza, relatori:
Ama Adhe, autrice di, Ama Adhe, la voce che ricorda
Piero Verni, giornalista e presidente di Italia-Tibet
Fiorello Cortiana, senatore della Repubblica
"Sono felice che la vicenda di Ama Adhe possa essere conosciuta e che lei sia sopravvissuta per raccontarla. La sua è la storia
di tutti i tibetani che hanno sofferto sotto lÆoccupazione comunista cinese. EÆ anche la storia delle donne tibetane che si sono
sacrificate e hanno partecipato quanto gli uomini alla lotta per la giustizia e la libertà. Come sostiene lei stessa, la sua è la voce
che ricorda i molti che non sono sopravvissuti."
TENZIN GYATSO, Sua Santità il XIV Dalai Lama
"Una delle forze guida che permisero a Adhe di sopravvivere fu la determinazione a informare il mondo delle brutalità a cui
aveva assistito. Ora, in esilio, Adhe ha raggiunto il suo scopo. Questo racconto serve a favorire la presa di coscienza
internazionale e la conoscenza delle atrocità che molti dovettero subire. Un libro che bisogna assolutamente leggere."
AMNESTY INTERNATIONAL
"Una delle più commoventi e lucide testimonianze sul mondo tibetano che io abbia mai letto. EÆ anche un libro sulla memoria e il
ricordo. Sul tempo e il senso della vita. Questo testo parla della lotta di una donna che resistette allÆinvasione e alla
colonizzazione del proprio Paese da parte di un vicino incommensurabilmente più potente, soprattutto con le armi della fedeltà
alla propria kioné e al proprio universo culturale."
PIERO VERNI, Presidente dellÆAssociazione Italia-Tibet