da oggi assumo la piccola ma onerosa responsabilita' di moderare questa conferenza. Cerchero' sulla base anche dell'esperienza che mi sono fatto sul campo di aprire delle linee di riflessione su cio' che per molti osservatori internazionali e' il vero "problema" di questo fine secolo: la Cina. In relazione al suo divenire interno, ma anche ai fenomeni internazionali ad esso in stretta relazione.
Il titolo stesso di questa conferenza sta per cambiare. Si chiamera' "Conferenza Democrazia in Cina".
Credo che sara' semplice e in sintonia con la cronaca, individuare un primo tema di discussione. Un obiettivo potrebbe essere anche quello di uscire dal dibattito telematico con delle idee pratiche per proporre iniziative piu' propriamente politiche. Vedremo.
Per iniziare vorrei dare un primo stimolo. Ho letto oggi sul Corriere della Sera una interessante intervista con Vincent SIEW, primo ministro della Repubblica di Cina (Taiwan). Il primo ministro sottolinea tre aspetti sulla questione aperta della cosidetta "priorita'" di Pechino alla riunificazione delle due Cine: Taipei non accetta la formula denghiana "un paese due sistemi", dichiara che il problema della sicurezza di Taiwan e' prioritaria e l'adesione al TMD (sistema di difesa missilistico USA) necessaria per i rapporti bilaterali con Pechino. E, non ultimo, Siew non concepisce l'unificazione sotto un sistema non democratico.
Sufficiente per aprire un primo interessante dibattito sull'Impero dove non cala mai il sole.
Faccio appello a tutti coloro che hanno frequentato la conferenza in questi anni di aiutarmi nel dibattito. Di postare in questo contenitore articoli sul tema pubblicati sulla stampa italiana ed internazionale. Dal New York Times a Le Monde finanche al mio "preferito" Nepszabadgzag.
Ai compagni del Partito Radicale a Roma, Bruxelles, New York e Mosca (e in altre citta') chiederei di inserire tutti i comunicati stampa che riguardano gli argomenti di questa conferenza. Cosi' come ai responsabili di Italia-Tibet, di Amnesty International e delle altre organizzazioni di questo variegato arcipelago.
Inviterei gli amici Olivier, Marino, Paolino, Sandro e tanti altri a non esitare a scrivere e a far scrivere altri amici di lotta per una Cina democratica. Conoscendo e apprezzando la loro esperienza e professionalita' su questi temi.
Per una semplice esigenza di completezza (limitata !) vorrei tentare di fare un primo elenco di temi (quasi tutti connessi tra loro) legati a doppio filo alla evoluzione/involuzione della piu' grande dittatura del mondo.
Di seguito quelli individuati:
- questione tibetana;
- la leadership tibetana in esilio;
- violazioni dei diritti umani, civili, politici e religiosi in Tibet, Turchestan orientale, Mongolia interna, Manciuria e nelle regioni a prevalenza etnica musulmana (laogai, campi di lavoro, transfer di popolazioni);
- violazione dei diritti politici delle opposizioni democratiche in Cina (e se veramente esista una opposizione esterna al PCC);
- ruolo della dissidenza cinese (interna ed esterna, il Muro della Democrazia, il movimento Tiennamen, HRC);
- ruolo dell'economia nella Cina del 2000 (le Economic Zone, gli investimenti stranieri, le famose "crisi asiatiche");
- ruolo delle grandi potenze e della comunita' internazionale per uno sviluppo democratico a Pechino (ultimo esempio il cd Progetto Dulan di recente co-finanziato dalla World Bank);
- l'attuale leadership a Pechino: ZHU Ronji, JIANG Zemin, LI Peng;
- il ruolo guida del PCC (e le varie "correnti" del partito; Maosimo e Denghismo)
- la riforma della burocrazia in Cina;
- la crisi indo-pakistana (Kashmire e appoggio della Cina);
- l'unificazione delle due Coree (dittatura di Kim Chong Il);
- Hong Kong (e Macao - dicembre 1999);
- Taiwan e unificazione a Pechino;
- l'egemonia nel continente (India e Cina a confronto);
- l'ondata religiosa in Cina come forma di opposizione al regime (la setta Falun Gong).
Ma altri elenchi (e spero discussioni) seguiranno....
Un dovuto, sincero, ringraziamento all'amico Piero Verni, Presidente dell'Associazione Italia-Tibet, che mi ha preceduto nelle vesti di moderatore e con il quale ho condiviso nel passato molti felici momenti di battaglie comuni per la liberta' del Tibet occupato.
A tutti buon dibattito e buon lavoro.
Massimo Lensi