Taipei rompe un tabù ma gli Usa la sconfessano subito
(Corriere della Sera, 13 luglio 1999)
"Non esiste più una sola Cina". Taiwan accende l'ira di Pechino
Era l'ultimo tabù. La parola che sancisce quello che è già presente nei fatti ma che non si può dire. Per Taiwan la formula "una sola Cina" non è più valida. Ieri il governo di Taipei ha confermato quello che già nel weekend il presidente Lee Teng-Hui aveva detto: i rapporti con Pechino possono procedere solo sulla base di un rapporto "tra Stati" e non "tra entità politiche". La reazione di quella che a Taiwan è definita la "Cina continentale", e non Cina tout-court, è stata durissima: "Stanno giocando con il fuoco in modo molto pericoloso", ha fatto sapere il ministero degli Esteri. Che "avverte seriamente Lee Teng-Hui e le autorità di Taiwan a non sottovalutare la ferma determinazione del governo cinese a preservare sovranità, dignità e integrità territoriale della nazione". Gli Stati Uniti, storici amici di Taipei, si sono affrettati a precisare che Washington resta ferma al "riconoscimento di una sola Cina". Gli Usa, le cui relazioni con la Repubblica Popolare attraversano un periodo non facile, sono con
sapevoli della destabilizzazione che si rischia.
Fin dal 1949, quando Chiang Kai-Shek sconfitto da Mao Zedong trasferì a Taiwan la Repubblica nazionalista fondata nel 1912, le "due Cine" concordavano su un solo punto: che la Cina è una sola e il suo territorio controllato da due entità politiche rivali. Il riferimento alla formula "una Cina" e all'obiettivo di una "riunificazione" in un futuro indeterminato non ha impedito che la Cina continentale e Taiwan si sviluppassero come Paesi separati. La democratizzazione di Taiwan ha allarmato Pechino, che teme una deriva indipendentista dell'isola "ribelle": nel 1996, alle prime elezioni presidenziali, Pechino tenne massicce esercitazioni nello Stretto a scopo chiaramente intimidatorio.
L'ultima presa di posizione di Taipei è stata preceduta da mosse in politica estera che segnalavano un'atteggiamento "antagonistico" di Taiwan, teso ad allargare il numero di partner diplomatici: in febbraio la Macedonia aveva riconosciuto Taiwan, mentre la scorsa settimana l'avvio di relazioni ufficiali tra Papua-Nuova Guinea e Taipei aveva scatenato le ire di Pechino e suscitato le preoccupazioni di tutti i Paesi dell'area del Pacifico, Australia in testa.
M.D.C.