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Partito Radicale Massimo - 10 novembre 1999
CINA/LA REPUBBLICA/CHIESA CATTOLICA

(La Repubblica, quotidiano, Italia, 10 novembre 1999)

Pechino contro i cattolici. Un piano segreto per la repressione dei fedeli. "Fides" rivela l'offensiva del regime cinese per tenere sotto controllo i religiosi e impedire la diffusione del credo cristiano

di STEFANO CITATI

SI PUO MORIRE di crepacuore nel vedere la situazione dei cattolici in Cina. Un sessantenne di Wenzhou, la diocesi più a sud della provincia di Zhejiang, è stato stroncato da un infarto, il 21 ottobre, dopo aver appreso che ufficiali della pubblica sicurezza avevano portato via il pastore cattolico locale, padre Kong Guocun. La ragione dell' arresto - spiega l'agenzia missionaria Misna - non è nota, ma le fonti ritengono che gli ufficiali del governo vogliono indurre Kong a unirsi all'Associazione patriottica cattolica (Cpa) approvata dal governo.

Mentre la lotta delle autorità del regime comunista di Pechino nei confronti della setta Falung Gong - di ispirazione buddista e taoista - è ormai da luglio viscerale e manifesta, quella contro la Chiesa cattolica è ancora taciuta ufficialmente. Ma esiste ed è pianificata: un documento segreto del Partito comunista cinese - di sedici pagine e datato 16 agosto - dal titolo "Proposta per rafforzare il lavoro sulla Chiesa cattolica alla luce delle nuove correnti di cambiamento", enuncia i metodi per contrastare la diffusione della fede cattolica: "1) ampliare e confermare la struttura della Chiesa patriottica (la Cpa, ndr); 2) sfruttare l'educazione per vigilare contro l'influenza della Chiesa sotterranea (così è chiamata dalle autorità la Chiesa cattolica, ndr);3) adottare misure forti per proteggere la sicurezza della società; 4) incrementare la guida e la direzione del Partito e del Governo sulla Chiesa cattolica".

Il documento è giunto da Pechino alla redazione di Fides. L'esistenza del piano rivelato dall'agenzia missionaria erano già noti ad alcune personalità ecclesiali romane e asiatiche, tanto che nel suo ultimo discorso dall'India, il Papa aveva fatto un chiaro, e critico, riferimento alle cattive condizioni delle libertà fondamentali dei 10 milioni di fedeli cattolici nella Repubblica popolare cinese.

Il secco linguaggio burocratico nasconde il crescente nervosismo di Pechino nei confronti del Vaticano, proprio ora che sembrava vicina la ripresa dei rapporti diplomatici. Così, come viene fatto contro gli 80 milioni di adepti della Falun Gong, le autorità cinesi compiono un giro di vite contro i seguaci di Cristo e usano gli strumenti ideologici per rendere il più impermeabile possibile la popolazione alla fede cattolica.

La normalizzazione dei rapporti diplomatici andrebbe di pari passo con la repressione, soprattutto dei religiosi del Vaticano. Il compito principale di guardiano dell'ortodossia è affidato alla Chiesa patriottica - ovvero la versione ufficiale della Chiesa; la "struttura parallela" ha il dovere di "guidare la Chiesa cattolica". Questo avviene operando un "governo democratico" delle attività della Chiesa e del suo personale; in pratica sono le autorità del partito che scelgono chi deve rappresentare la Chiesa - i prescelti, a loro volta, possono decidere quando e dove un prete cattolico deve dire messa o comunicare con i fedeli della sua diocesi.

E poi, quando avverrà la normalizzazione tra Vaticano e Pechino - che le autorità considerano fonte di possibili "agitazioni sociali" - bisognerà "vigilare affinché il nocciolo duro della Chiesa sotterranea, venendo fuori dalla clandestinità, non prenda il potere nella Chiesa patriottica". Per sventare il pericolo, il regime ha già organizzato lo smantellamento di conventi e seminari e il trasferimento di molti preti. E il documento non dice nulla sul futuro dei tanti religiosi incarcerati.

 
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