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Conferenza Tibet
Partito Radicale Massimo - 12 gennaio 2000
TIBET/LA STAMPA/KARMAPA/ANALISI

(La Stampa, quotidiano, Italia, 12 gennaio 2000)

Cina-India, ritorna la tensione. Il Lama atomico

di Luoyan-Shen

Nei sette giorni tra le nevi del tetto del mondo, su passi coperti di ghiaccio oltre i cinquemila metri, il giovane Karmapa Lama non ci pensava. Eppure il suo gesto sta innervosendo ogni giorno di più le diplomazie dei due Paesi più popolosi del globo. Ieri il portavoce del governo cinese Zhu Bangzao ha intimato all'India di aderire all'accordo che prevede la non interferenza di New Delhi negli affari del Tibet, e inoltre ha ricordato che, sempre secondo tale accordo, i tibetani in India non possono impegnarsi in attività politiche anti-cinesi. Dall'altra parte, a sei giorni dall'arrivo a Dharmasala del Karmapa, non c'è stata ancora una richiesta di asilo politico, né l'India ha fatto alcuna dichiarazione ufficiale riguardo l'arrivo del giovane Lama. Frenetiche consultazioni sono in corso tra Pechino e New Delhi, apparentemente in vista di un possibile rientro del ragazzo in Cina, o comunque di una soluzione di compromesso. Infatti, a oggi, la Cina non riconosce la fuga del ragazzo e spiega come il Karmapa s

ia partito solo per recuperare alcuni strumenti musicali e cappelli rituali. Già nelle prossime ore potrebbe esserci un documento indiano sulla vicenda e una risposta cinese. Il ragazzo così rischia di diventare peggio di una bomba atomica nelle relazioni bilaterali, e come tale viene accuratamente trattato. I passi tibetani sono notoriamente incontrollabili e Pechino non può rischiare che l'episodio del Karmapa avvii un piccolo ma costante, e assolutamente imbarazzante, esodo di lama. L'India, d'altro canto, dopo gli esperimenti nucleari del '98, appare ora interessata a sviluppare più significative relazioni con Pechino, con cui tra l'altro ha intavolato un significativo dialogo per la definizione dei confini. Inoltre, dopo le dichiarazioni del '98 dell'allora ministro della Difesa indiano George Fernandes "contro la minaccia cinese", si è rafforzato a New Delhi il partito di chi guarderebbe con favore a un asse sino-indiano. Un ragazzo di 15 anni potrebbe ora mandare all'aria tutto, magari soffiando sul f

uoco dell'orgoglio indiano ferito per la sconfitta subita contro i cinesi nel 1962. Dall'altra parte passi montani bloccati e più truppe cinesi in Tibet rischiano oggettivamente di far aumentare la tensione nella regione. Possono 2,3 miliardi di persone permettersi tutto ciò? Né però l'India può voltarsi da una parte e far finta che nulla sia accaduto, oppure impacchettare il Karmapa e rispedirlo a Pechino. Da come la crisi verrà gestita nelle prossime ore quindi dipenderà se queste due immense nazioni si allontaneranno o avvicineranno, cosa che, per i soli numeri coinvolti, ci riguarda da vicinissimo tutti.

 
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