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Tibet Fax Tibet Fax - 8 febbraio 2000
DEMOCRAZIA PER LA CINA/LIBERTA' PER IL TIBET-FAX N.79

Bollettino di informazione sulle campagne del Partito Radicale transnazionale per la liberta' del Tibet e per la democrazia in Cina.

Numero 79 dell'8 febbraio 2000 (Anno V)

Redazione: Massimo Lensi

Mailto: tibet.fax@agora.it

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"I truly believe that individuals can make a difference in society. Since periods of great change such as the present one come so rarely in human history, it is up to each of us to make the best use of our time to help create a happier world".

Tenzin GYATSO, the Fourteenth Dalai Lama, 1992

Pubblicato in inglese, francese, spagnolo e italiano.

IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA UNA IMPORTANTE RISOLUZIONE SUI DIRITTI UMANI IN CINA

La Cina mostra i denti: arresti, espulsioni, esecuzioni capitali, lunghe pene detentive, sono ormai all'ordine del giorno. La Cina delle Quattro Modernizzazioni pero' affonda in una profonda crisi economica. Ogni mese si segnalano cali di investimenti stranieri. La crescita economica, dopo i 'grandi balzi in avanti' degli anni '90, precipita. Il colosso rosso, la piu' grande dittatura del mondo, e' vicina al collasso. Gli stessi dirigenti di Pechino non ne fanno mistero ed esprimono gravi dubbi e preoccupazioni sul futuro delle Economic Zone. E Hong Kong, il canale di entrata dei capitali stranieri, il sogno del capitalismo socialista cinese, non si dimostra all'altezza delle aspettative di tre anni fa.

La globalizzazione, almeno quella economica, si trova di fronte alle contraddizioni dei grandi di questo pianeta: da una parte gli USA e dall'altra i paesi europei e il Giappone. Una matassa di interessi e protagonismi che poco hanno a che vedere con una pur imperfetta forma di liberalizzazione del mercato mondiale. Altri gli interessi in gioco, ben piu' conservatori e protezionisti di quanto lo stesso accesso della Cina all'interno dell'OMC (WTO) avesse messo in luce.

I canali di soccorso a Pechino sono pero' attivi e partono principalmente dalle diplomazie europee che invece di cercare - a parte il caso portoghese - nuovi canali di penetrazione e di scambio economico con l'Asia, preferiscono rinsaldare alleanze e strategie economiche con Pechino o addirittura, come l'Italia, con la Corea del Nord. Cinico mercato delle vacche sulla pelle di milioni di vittime di questo 'olocausto della cortina di bambu''.

Il PE nella sessione di gennaio e' riuscito a rompere questo asseto e a far votare una importante risoluzione di condanna delle violazioni in Cina. La risoluzione potrebbe aprire la strada ad una condanna in sede ONU (Commissione di Ginevra) della Cina.

In 'Seconda Pagina' pubblichiamo il testo integrale della risoluzione. Invitiamo i lettori di "Cina Tibet Fax' a mobilitarsi con urgenza chiedendo ai propri parlamenti di approvare, prima dell'inizio della Commissione di Ginevra (marzo) analoghe risoluzioni a livello nazionale per unire "gli sforzi con gli USA e per sponsorizzare con questi ultimi una risoluzione sulla Cina alla prossima sessione della Commissione ONU per i diritti dell'uomo".

Voglio concludere pero' sottoponendo a tutti voi una preoccupata riflessione sul futuro cinese. Se dovesse crollare il regime di Pechino (questo regime, in queste condizioni e con queste caratteristiche) di certo la transizione 'democratica' russa, con le sue guerre caucasiche, sarebbe solo un pacifico esempio al confronto di quanto potrebbe accadere nel paese che nei suoi 4000 anni di storia non ha mai conosciuto un giorno di democrazia.

Buon lavoro e buon Losar a tutti voi!

(ML)

CINA TIBET TELEX

PE/VIETNAM/INTERROGAZIONE SUL SEQUESTRO DI VU DUE BIHN

Bruxelles, 2 novembre 1999. Il deputato europeo Marco Pannella, leader del Partito Radicale, presenta una interrogazione scritta sul sequestro dell'oppositore del regime di Hanoi, Vu Due Bihn, insieme ad altri 24 membri del Partito d'Azione Popolare da parte delle autorita' cambogiane e sulla consegna da parte di queste alla polizia vietnamita. La Commissione, per voce del commissario Patten, risponde di "non disporre di alcuna ulteriore informazione". Secondo fonti ufficiali vietnamite i 24 sono stati condannati a 224 anni di detenzione per essere tornati clandestinamente in Vietnam con l'intenzione di rovesciare il governo comunista.

TIBET/ITALIA/SENATO: SENATORE MILIO "CINA FACCIA CHIAREZZA SUL PANCHEN LAMA"

Roma, 9 novembre 1999. Il Sen. Radicale Piero Milio presenta una interrogazione urgente al Presidente del Consiglio e al Ministro degli Esteri in relazione alle allarmanti notizie di stampa circa l'uccisione da parte del regime comunista cinese del XI.mo Panchen Lama: "se i ministri in indirizzo siano in possesso di elementi tali - alla luce anche di informazioni ottenute dalla recente visita di Sua Santita' il Dalai Lama in Italia e dai suoi incontri con numerosi esponenti della maggioranza di Governo e del partito di maggioranza relativa - da suffragare l'ipotesi della morte nel carcere di Lanzhou n.1 di Gedhun Choekyi Nyima, l'XI.mo Panchen Lama".

SECONDO SUMMIT UE-CINA: QUALI SONO SECONDO LIPPONEN E PRODI LE QUESTIONI REGIONALI D'INTERESSE COMUNE?

Roma, 10 dicembre 1999. Il Presidente di turno dell'UE Lipponen e il Presidente della Commissione Romano Prodi hanno discusso con il Primo Ministro Cinese Zhu Rongji in particolare "delle diverse questioni regionali di interesse comune". A tale proposito Olivier Dupuis, deputato radicale della Lista Bonino e segretario del PR esprime critiche e dubbi sui misteri relativi a questo incontro.

PRIMO SUMMIT UE-INDIA: UN GRAZIE A JAIME GAMA, PROSSIMO PRESIDENTE DI TURNO DELL'UE

Strasburgo, 15 dicembre 1999. Il deputato europeo Olivier Dupuis ha pubblicamente ringraziato il Ministro degli esteri portoghese per l'iniziativa: a Lisbona si terra' nel giugno prossimo il primo Summit UE-India. Un preludio - dice Dupuis - ad una nuova politica asiatica dell'Unione fondata su di una relazione privilegiata con la piu' grande democrazia del mondo, l'India.

RICONOSCIMENTO DELLA COREA DEL NORD: CON IL MINISTRO DINI, AL PEGGIO, NON C'E' DAVVERO FINE

Bruxelles, 5 gennaio 2000. A seguito della notizia del riconoscimento formale della Corea del Nord da parte dell'Italia, il segretario del PR, Olivier Dupuis, esprime forti critiche sulla decisione del Ministro degli esteri italiano, Lamberto Dini: "con il riconoscimento di un regime che detiene senza ombra di dubbio l'indiscusso primato - pure ambito da non pochi concorrenti - dei paesi letteralmente criminali, il Ministro Dini compie un ulteriore passo nella sua disperata rincorsa al cinismo." In un secondo comunicato Dupuis rilancia l'accusa: "l'approccio di Dini prescinde completamente dall'appartenenza dell'Italia all'Unione Europea, fatto quanto piu' grave in un momento in cui questa sta cercando di darsi una politica estera comune. Non le sembra, Signor Ministro, che la sua "strategia" che lo ripeto - non condividiamo per niente - potrebbe -semmai- trovare una sua efficacia se fosse almeno un'iniziativa di tutti i paesi della Unione Europea con a Pyongyang, un unico rappresentante dell'Unione?"

ITALIA/I LIBRETTI ROSSI DE "IL MANIFESTO"

Roma, 9 gennaio 2000. Il quotidiano italiano 'Il Manifesto' pubblica un articolo a firma Enrica Collotti Pischel sulla fuga del Karmapa dal Tibet. L'articolo contiene una serie di 'strane' asserzioni sulla questione tibetana. Per motivi di spazio riportiamo di seguito solo una delle tante perle dell'articolo: "quella praticata dalla Cina non è mai stata una politica di "pulizia etnica" bensì di fusione entro un insieme non etnico ma contraddistinto da una comune cultura e da comuni pratiche produttive: più che sterminarle, i cinesi hanno comprato le minoranze". Al quotidiano Il Manifesto abbiamo deciso di assegnare il premio "Libretti Rossi" per dimostrata fedelta' al maoismo e notevole senso dell'umorismo.

SECONDA PAGINA

"Crescono le pressioni perche' l'UE non sostenga il progetto di risoluzione americano all'ONU sui diritti dell'uomo in Cina. La Cina aumenta le pressioni perche' l'UE non sostenga il progetto americano di risoluzione sui diritti dell'uomo in Cina, alla sessione di marzo della Commissione per i diritti dell'uomo dell'Onu, a Ginevra. In una dichiarazione, la commissione esteri dell'Assemblea popolare cinese ha preso posizione contro la risoluzione adottata a gennaio dal Parlamento europeo. "Esprimiamo il nostro disappunto e la nostra decisa opposizione alla decisione ostile del Parlamento europeo diretta ad emarginare la Cina" si legge nella dichiarazione. Il Parlamento europeo aveva chiesto al Consiglio di associarsi alla risoluzione degli Stati Uniti (07/02/2000 - Agence Europe)."

RISOLUZIONE PE D'URGENZA SULLA SITUAZIONE DEI DIRITTI DELL'UOMO IN CINA (B5-0050, 0064, 0079 e 0083/2000)

Il Parlamento europeo,

- visti gli articoli 11, paragrafo 1, del trattato sull'Unione europea e 177 del trattato CE che individuano nella promozione dei diritti dell'uomo un obiettivo della PESC,

- viste la sua risoluzione del 12 giugno 1997 concernente una politica a lungo termine per le relazioni Cina-Europa 1 e la sua risoluzione dell'8 ottobre 1998 sull'Unione europea e Hong Kong oltre il 1997 2 ,

- viste le sue precedenti risoluzioni sulle violazioni dei diritti dell'uomo e delle minoranze e della liberta' religiosa in Cina,

- viste le conclusioni del Vertice UE-Cina, svoltosi a Pechino il 21 dicembre 1999,

A. considerando che la situazione dei diritti dell'uomo in Cina ha continuato a deteriorarsi, con un numero sempre crescente di esecuzioni, un'ulteriore repressione del dissenso politico organizzato, l'intensificazione dei controlli su chiese non registrate e l'interferenza nel processo di nomina di vescovi della Chiesa cattolica, il bando ufficiale del movimento Falun Gong e l'azione continua di disturbo nei confronti di gruppi di minoranza etnica, in particolare tibetani, mongoli e Uighur,

B. considerando che la Cina non ha compiuto alcun progresso nella ratifica della Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, ne' della Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali,

C. considerando, in relazione ad Hong Kong, che gli impegni concernenti la liberta' di espressione, la libert... politica e lo stato di diritto assunti dalla Cina nella Basic Law di Hong Kong sono compromessi, ad esempio, dalla richiesta rivolta alla Commissione permanente NPC di reinterpretare alcune parti della Basic Law dopo la sentenza della Corte suprema di appello di Hong Kong,

D. considerando che la fuga del Karmapa Lama del Tibet a Dharamsala testimonia della repressione religiosa in atto,

E. considerando che il vice primo ministro cinese Wu Bangguo e il vice ministro Long Yogtu saranno in visita a Bruxelles il 25 gennaio 2000 per discutere con rappresentanti dell'UE sull'adesione della Cina all'OMC,

F. considerando che la 56 a sessione della Commissione ONU per i diritti dell'uomo e' prevista per il 20 marzo 2000 a Ginevra,

1. sollecita il governo cinese a rispondere agli appelli internazionali affinche' sia migliorata la situazione dei diritti dell'uomo e siano garantite la democrazia, la liberta' di espressione, la liberta' dei mezzi di informazione, la liberta' politica e religiosa in Cina, in particolare ad Hong Kong e Macao e nel Tibet;

2. invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a continuare ad esercitare pressioni sulla Cina perche' questa migliori la sua politica in materia di diritti dell'uomo in conformita' delle norme internazionali ed a far presente al governo cinese che ogni progresso nel quadro delle relazioni UE-Cina, tra l'altro in riferimento all'adesione della Cina all'OMC, e' subordinato a tale miglioramento;

3. sollecita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a sollevare in particolare la questione delle persecuzioni religiose, essendo le violazioni della liberta' religiosa in costante aumento;

4. invita il Consiglio ad unire i suoi sforzi con gli USA e a sponsorizzare con questi ultimi una risoluzione sulla Cina alla prossima sessione della Commissione ONU per i diritti dell'uomo; a lavorare attivamente, ad alto livello diplomatico, per incoraggiare gli altri membri della Commissione per i diritti dell'uomo a fare altrettanto, scoraggiando nel contempo i paesi rappresentati a Ginevra dal votare a favore di una mozione di non intervento sulla Cina, che impedirebbe alla Commissione per i diritti dell'uomo finanche di discutere sulla situazione in quel paese;

5. sollecita il governo cinese a ratificare la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici e la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali;

6. invita il Consiglio a informare il Parlamento e la sua commissione per gli affari esteri in merito alla strategia adottata e ai risultati ottenuti dall'UE in seno alla Commissione per i diritti dell'uomo dell'ONU;

7. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai paesi membri della Commissione per i diritti dell'uomo dell'ONU, nonche' al governo della Repubblica popolare cinese.

 
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