Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
dom 18 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Tibet
Partito Radicale Massimo - 11 febbraio 2000
RASSEGNA STAMPA/IL CORRIERE DI FIRENZE

Haider e l'immigrazione cinese

BERSAGLI VERI E FALSI

(Il Corriere di Firenze, quotidiano, 11 febbraio 2000)

di Massimo Lensi, Consigliere Generale del Partito Radicale

Haider e' nazista. Haider e' il pericolo N.1 di questa Europa fantoccio. Haider e' colpevole di tutti i crimini del mondo. I lavoratori cinesi invadono il mondo, scappano dalle loro dittature e miserie, preferendo la discriminazione, il lavoro nero, l'esilio nell'occidente. Questi due fenomeni, apparentemente slegati, sono invece concatenati dal principio di 'causa ed effetto' e altresi' destinati dalle condanne europee contro Haider a divenire terreno privilegiato delle ipocrisie elettorali dei partiti, ad essere strumento, a sinistra come a destra, di campagne a difesa o contro. In entrambi i casi mobilitazioni lontane dal cuore della tragedia dell'emigrazione forzata, della fuga alla merce' delle mafie e delle ricche e potenti organizzazioni clandestine. Un mercato umano dove la moneta e' stampata sulla pelle dei fuggiaschi e su quella dei loro figli per chissa' quante generazioni ancora. Questi due fenomeni sociali sono strettamente relati tra loro.

In questi giorni ne abbiamo sentito veramente delle belle su questo 'caso diplomatico' che fa traballare l'equilibrio dell'Europa 'democratica e civile'. L'Europa dei 14 preme sull'Austria contravvenendo ad ogni regola posta in essere dal Trattato, compreso il tanto citato art.7, per il quale si prevede la messa in mora di uno stato membro dell'Unione qualora si palesassero 'gravi e permanenti' violazioni del Trattato stesso.

Haider ha vinto utilizzando regole democratiche, ottenendo consenso da elezioni democratiche e non grazie ad un colpo di stato o alla connivenza manipolatrice dei mezzi di informazione.

Haider e' un buffone: diamo a Cesare quel che e' di Cesare. Le sue idee sono ridicole, cosi' come le sue interpretazioni storiche, ma la vittoria del 'duce' xenofobo e nazionalista austriaco nasce da fattori di consumo e di deterioramento delle dinamiche politiche austriache. Nasce da anni ed anni di ininterrotto e soffocante compromesso di potere tra socialdemocratici e democristiani austriaci. Il rigetto della politica e la vittoria di Haider sono responsabilita' di questi partiti. Ed ora sta alla politica, anche quella di ingerenza nel caso di reali ed effettive violazioni, e non alla repressione diplomatica, al proibizionismo internazionale, ai ricatti da 'fuori' confine, combattere la sua politica xenofoba. E vincere senza grosse difficolta', senza alzare campagne contro mostri chimicamente scelti a tavolino, ma affidandosi alla parola ed alla soluzione civile, razionale, legale e reale dei tanti problemi che hanno fatto coagulare consenso attorno al partito di Haider. Non proibendo, ma legalizzando.

E' un buffone, l'abbiamo gia detto, ma cosa dire di coloro che in questi giorni hanno sollevato ipocriti polveroni sulla sua testa. Su coloro che ci hanno dato in pasto questa inquietante falsa moralita' che impone mediaticamente ed elettoralmente il cattivo-cattivo ed il cattivo-recuperabile?

Alcuni giorni or sono il nostro Ministro degli esteri, Lamberto Dini, si e' fatto intraprendente bandiera del riscatto della piu' feroce dittatura del mondo, quella nord-coreana. In Nord Corea si muore da decenni, di fame, di stenti, di carestia e di repressione militare, ma l'Italia si muove, sulla spinta della globalizzazione economica, per consegnare a quel governo (e sottolineo a quel governo e non al paese) economia, commercio, imprese e denari, in altre parole per portare ossigeno alla follia di Kim Chong Il, che investira' i proventi in armi nucleari e deliri di onnipotenza. E che dire della tanto decantata amicizia italiana con Pechino e con le sue Economic Zone, alla faccia dei tibetani, uiguri, mongoli, manciuri, e dei dissidenti politici e delle violenze da loro subite in anni ed anni di terrore. Qualcuno - a parte la consueta voce fuori dal coro dei radicali che hanno proposto la messa sotto tutela internazionale della Corea del Nord - ha osato criticare? Ahime', nessuno!

L'immigrazione, clandestina e non, e' ormai un fenomeno che incide sulla nostra quotidianeita'. La Regione toscana, per fare un esempio a noi molto vicino, ha pubblicato un dossier sulla comunita' cinese che da numerosi anni si e' stabilita nella piana di Sesto. I cinesi sono tanti, si parla ormai di una comunita' composta da 20mila persone, la piu' grande in Europa. Lavoro nero e minorile, discriminazioni, misere condizioni di vita: una vera e propria forma di lavoro a domicilio organizzato, nel paese che in Europa ha i dati piu' controversi sulla liberalizzazione del mondo del lavoro. La Corte Costituzionale dichiara inammissibili i 'referendum sociali ed economici' costringendo la proliferazione di queste sacche emergenziali di clandestinita'. Il messaggio e' chiaro: meglio il lavoro nero, proibito, ma utile a molti, che non la legalizzazione. Meglio lasciare queste situazioni di squilibrio sociale, di disparita' di trattamento, di negazione del diritto al lavoro, che non affrontare il problema. Una inqui

etante ipocrisia che spinge i governi, nazionali e regionali, a stringere accordi per le nostre imprese con la Cina. Imprese, ricordiamo, che producono anche grazie a fenomeni come quello del lavoro cinese nero nel pratese: il costo del lavoro e' sempre piu' alto, la pressione fiscale aumenta, ma queste vie di fuga illegali risolvono parzialmente il problema e l'accordo tra le rappresentanze apparentemente contrapposte si realizza. Lo Statuto dei Lavoratori, tanto ipocritamente difeso in questi tempi di attacco liberista alla concertazione sindacale, dove e' finito?

I 'cattivi' si dividono in due specie, ormai questo e' assodato. E mi chiedo quindi dove collocare questa Italia cosi' attenta ad Haider? Il 53 per cento dei cittadini italiani, secondo un sondaggio pubblicato su Le Monde del primo febbraio, non ha fiducia nella giustizia. In Austria, secondo paese nel sondaggio, la percentuale e' del 26 %. L'Italia e' tra i paesi membri del Consiglio d'Europa al primo posto della non onorevole classifica stilata dalla Corte di Strasburgo per le condanne ricevute (44) e per i ricorsi presentati (6.885). Che dire di questi dati? Ecco forse spiegato perche' la nostra diplomazia si sente cosi' vicina al "Choson", al paese del mattino calmo, la Corea del Nord e alle pressioni sul cattivo Haider, valvola di sfogo e di copertura per gli imbuti della clandestinita' del lavoro nero dell'immigrazione clandestina.. Un modo come un altro per lavarsi la coscienza.

Haider non e' altro che un piccolo incubo di qualche coscienza pruriginosa e del sonno della ragione addormentata dal compromesso storico austriaco. Non e' un pericolo e non lo sara', a meno che la sua demonizzazione internazionale non lo imponga come tale, per chi ne ha bisogno a tutti i costi e per chi del cattivo-cattivo da combattere non puo' fare a meno. Ma allora con la stessa realta' combattiamolo, ma con le armi della politica, del confronto sui contenuti, e non con quelle del ricatto diplomatico, (la questione immigrazione esiste e deve essere affrontata senza ipocrisie e proibizioni e senza moralismi elettorali). Prima pero' vorrei vedere i tanti Soloni alla Biagi di questa Italia globalizzata combattere, su tutti i livelli e con la stessa intensita', i Kim Chong Il, i Jiang Zemin, i Talebani... che sono molto piu' vicini di quanto si sia portati a credere. E ben piu' pericolosi del montanaro austriaco e della sua ondata xenofoba che a sentire i Soloni puo' mettere in ginocchio l'intera Europa. Ma

quale Europa? E quale Italia e quale Toscana, aggiungo?

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail