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Conferenza Tibet
Partito Radicale Massimo - 15 luglio 2000
DEMOCRAZIA PER LA CINA/LIBERTA' PER IL TIBET-FAX N.81

Bollettino di informazione sulle campagne del Partito Radicale transnazionale per la liberta' del Tibet e per la democrazia in Cina.

Numero 81 del 6 luglio 2000 (Anno V)

Redazione: Massimo Lensi

Mailto: tibet.fax@agora.it

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"I truly believe that individuals can make a difference in society. Since periods of great change such as the present one come so rarely in human history, it is up to each of us to make the best use of our time to help create a happier world".

Tenzin GYATSO, the Fourteenth Dalai Lama, 1992

Pubblicato in inglese, francese, spagnolo e italiano.

6 LUGLIO. IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA UNA RIVOLUZIONARIA RISOLUZIONE SULLA QUESTIONE TIBETANA: STATUTO DI PIENA AUTONOMIA PER IL TIBET ENTRO TRE ANNI OPPURE RICONOSCIMENTO DEL GOVERNO TIBETANO IN ESILIO.

Il Parlamento europeo ha adottato, giovedi' 6 luglio, una risoluzione d'urgenza sul Tibet in cui "chiede al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri di fare tutto il possibile affinche' il governo della Repubblica popolare cinese e il Dalai Lama negozino un nuovo statuto per il Tibet al fine di garantire una piena autonomia dei tibetani in tutti i settori della vita politica, economica, sociale e culturale, con le sole eccezioni della politica di difesa e della politica estera". Inoltre, per la prima volta nel corso degli ultimi 50 anni, un Parlamento, il Parlamento Europeo, chiede di "esaminare seriamente la possibilita' di riconoscere il governo tibetano in esilio come legittimo rappresentante del popolo tibetano qualora, entro un termine di tre anni, le autorita' di Pechino e il governo tibetano in esilio non abbiano raggiunto un accordo relativo a un nuovo statuto per il Tibet, mediante i negoziati organizzati sotto l'egida del Segretario generale delle Nazioni Unite".

Hanno votato a favore: i radicali ed i gruppi PPE, ELDR, UE, Verdi e EDD.

Suggeriamo, con una certa urgenza per le imminenti ferie estive, di far circolare la risoluzione approvata dal PE nei parlamenti nazionali, contattando i molti deputati sostenitori della causa tibetana. Un raggiungibile obiettivo potrebbe essere proprio quello di imprimere una svolta alla lotta per la liberta' del Tibet a partire dall'approvazione di analoghe risoluzioni, mozioni, ordini del giorno, in decine di parlamenti. Un segno favorevole, con un pizzico di scaramanzia, c'e': il 6 luglio, giorno dell'approvazione della risoluzione al PE, e' il compleanno di Tenzin Gyatso, il XIV.mo Dalai Lama.

A tutti buon lavoro

* Dichiarazione di Olivier Dupuis, segretario del Partito Radicale e deputato europeo.

"Questa risoluzione costituisce un vero salto di qualita' nella battaglia per la liberta' del Tibet. Per la prima volta un Parlamento propone di fissare un meccanismo che permetta di misurare la reale volonta' delle autorita' di Pechino di rispondere agli appelli al dialogo e al negoziato costantemente ripetuti negli ultimi 50 anni dal Dalai Lama e dal governo tibetano in esilio. O le autorita' di Pechino decidono di negoziare con le autorita' tibetane un accordo di autonomia piena e democratica per il Tibet oppure i governi dell'Unione non potranno che procedere al riconoscimento del governo tibetano in esilio. Bisogna ora che, a partire da questo esempio e rafforzandolo, gli amici del Tibet e della democrazia si organizzino ovunque nel mondo affinche' nei prossimi mesi il maggior numero di parlamenti nazionali approvino delle mozioni che invitino i rispettivi governi a manifestare alle autorita' cinesi l'importanza che accordano all'apertura rapida di veri negoziati con il governo tibetano in esilio".

* Testo della risoluzione

Risoluzione del Parlamento europeo sul Tibet (Strasburgo, 6 luglio 2000)

B5-0608/2000 - B5-0610/2000 - B5-0617/2000 - B5-0621/2000 - B5-0641/2000 -

Il Parlamento europeo,

- viste le sue precedenti risoluzioni sul Tibet,

- vista l'assenza di progressi nel dialogo UE-Cina sui diritti dell'uomo,

- visto che il 7 luglio la Banca mondiale deve adottare una decisione definitiva sul suo sostegno al progetto di riduzione della poverta' nella Cina occidentale,

A. rammentando che il Tibet e' stato invaso e occupato nel 1949 e nel 1950 dalle forze armate cinesi,

B. rammentando che sebbene l'"Accordo in 17 punti", che le autorita' tibetane furono costrette a firmare a Pechino, sanzionasse l'annessione del Tibet alla Repubblica popolare cinese, garantiva altresi' la piena autonomia del Tibet e, in particolare, la continuita' del suo sistema politico e il pieno rispetto della liberta' religiosa,

C. rammentando la rivolta di Lhasa contro l'occupazione del regime di Pechino, del 10 marzo 1959, che ha provocato la morte e la detenzione di migliaia di tibetani nonche' l'esilio del Dalai Lama e di decine di migliaia di altri tibetani,

D. rammentando l'istituzione, nel 1965, della Regione autonoma del Tibet (TAR) da parte delle autorita' di Pechino e considerando che in questa regione non vi e' alcuna autonomia reale da quando la Cina ha occupato il paese,

E. rammentando i reiterati tentativi di rilanciare il dialogo con le autorita' di Pechino effettuati dal Dalai Lama per mezzo, segnatamente, del "Piano in 5 punti" presentato al Congresso americano nel 1987 e della "proposta di Strasburgo" presentata al Parlamento europeo nel 1988,

F. preoccupato per il fatto che la Cina non si e' assolutamente mostrata disposta a partecipare a un dialogo destinato a negoziare il futuro del Tibet,

G. rammentando l'assegnazione, nel 1989, del Premio Nobel per la Pace al Dalai Lama e l'appello da questi rivolto alla comunita' internazionale affinche' contribuisca a una soluzione pacifica del problema tibetano,

H. rammentando la trasformazione, nel 1992, del Tibet in "zona economica speciale" e il trasferimento massiccio di coloni cinesi in Tibet che vi ha fatto seguito e che ha trasformato in alcuni anni i tibetani in minoranza nel loro stesso paese,

I. considerando che il progetto di riduzione della poverta' nella Cina occidentale proposto puo' condurre a un ulteriore dislocamento di cittadini di etnia cinese nelle regioni tibetane e puo' rappresentare una violazione della politica della Banca mondiale in materia di popolazioni indigene, trasferimenti involontari di popolazione e ambiente,

1. chiede al Consiglio, alla Commissione e agli Stati membri di fare tutto il possibile affinche' il governo della Repubblica popolare cinese e il Dalai Lama negozino un nuovo statuto per il Tibet che garantisca una piena autonomia dei tibetani in tutti i settori della vita politica, economica, sociale e culturale, con le sole eccezioni della politica di difesa e della politica estera;

2. invita i governi degli Stati membri ad esaminare seriamente la possibilita' di riconoscere il governo tibetano in esilio come legittimo rappresentante del popolo tibetano qualora, entro un termine di tre anni, le autorita' di Pechino e il governo tibetano in esilio non abbiano raggiunto un accordo relativo a un nuovo statuto per il Tibet, mediante i negoziati organizzati sotto l'egida del Segretario generale delle Nazioni Unite

3. chiede alla Commissione e al Consiglio di esortare la Banca mondiale a sospendere la decisione relativa al progetto di riduzione della poverta' nella Cina occidentale e a verificare tutti gli effetti che tale progetto potrebbe avere sull'equilibrio etnico, culturale e sociale del Tibet;

4. esorta la Banca mondiale a pubblicare la relazione e la raccomandazione del gruppo di ispezione sul progetto di riduzione della poverta' nella Cina occidentale prima di procedere alla votazione nel consiglio di amministrazione della Banca mondiale;

5. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai governi e ai parlamenti dei paesi candidati, al Presidente e al primo ministro della Repubblica popolare cinese, al Dalai Lama nonche' al governo e al parlamento tibetani in esilio.

 
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