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Conferenza Tibet
Manfredi Giulio - 31 agosto 2000
OPINIONI DI RUPERT MURDOCH SU CINA E TIBET: <>.

Stralci dall'intervista al magnate australiano Rupert Murdoch pubblicata su "Ventiquattro" (supplemento mensile a "Il Sole 24ore", 3 giugno 2000, intervistatore William Shawcross):

"D) Qual è il suo vero ruolo in Cina? In Occidente è stato spesso criticato.

R) Non abbiamo alcun ruolo in Cina: trasmettiamo tre o quattro canali, tutto qua. E non so quante persone li guardino. In teoria è illegale possedere una parabola, anche se poi in giro se ne vedono tante.

D) Lei è sempre stato un convinto anticomunista. Perché non lo è più con la Cina? Prima ha eliminato la Bbc dalle trasmissioni satellitari perché i cinesi non avevano perdonato alla tv inglese i servizi su Piazza Tienanmen. Poi ha rifiutato di pubblicare il libro di Chris Patten, l'ultimo governatore di Hong Kong. Non meraviglia che la accusino di inchinarsi al governo di Pechino

R) Non penso che ci siano rimasti molti comunisti in Cina. C'è un solo partito al Governo e un'economia comunista che stanno disperatamente cercando di cambiare. I comunisti russi avevano mire espansionistiche sull'Europa e sull'America Latina. I cinesi hanno avuto qualche controversia sui confini su cui si può discutere e non so dire chi abbia ragione o torto, come per la questione del Tibet.

D) Dieci anni fa non avrebbe mai detto una cosa del genere: avrebbe detto che hanno distrutto il Tibet.

R) Suvvia, distrutto è una parola forte

D) E' stata una sorta di genocidio culturale.

R) Ma che cultura era? Era quella di una società autocratica e medievale.

D) I cinesi hanno colonizzato il Tibet e hanno cercato di distruggerne la cultura.

R) Si, forse, ma cos'è la cultura tibetana?

D) E' tibetana.

R) Molti dicono che adesso la vita lì è migliore, le persone sono sane e più ricche. Il vero problema è che la metà dei tibetani pensa ancora che il Dalai Lama sia una divinità.

D) E' loro diritto pensarlo.

R) Questo è vero. Io non ho mai incontrato il Dalai Lama, e lei?

D) No, ma pare che sia un personaggio eccezionale.

R) Non lo so, chiaramente per i tibetani lo è, ma ho anche sentito gente che ne parla come di un vecchio monaco politico che va in giro con le scarpe di Gucci.

D) Eppure lei ha calpestato le idee per ingraziarsi la Cina.

R) Non mi sembra di aver calpestato alcuna idea. Semmai, quelli che gestivano la Bbc a quell'epoca creavano problemi deliberatamente. Trasmettevano di continuo le immagini di Piazza Tienanmen e le storie di governatori di province cinesi che scorrazzavano su macchine rubate a Hong Kong. C'era molta propaganda - lei dirà che era per una buona causa - ma noi abbiamo pensato che potevano trovare un altro modo per farlo. E infatti sono passati su un altro satellite.

D) Scusi, ma le tanto sbandierate argomentazioni occidentali, liberali e democratiche?

R) Non penso sia giusto imporre la democrazia occidentale. All'uomo medio cinese non interessa la democrazia, ma la prossima ciotola di riso che mangerà, oltre a un livello di vita migliore.

D) Non la disturba di essere considerato un alleato del regime di Pechino?

R) Insisto: ho una concezione apolitica della situazione, mi ritengo solo un osservatore ".

 
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