"LIBERTA' PER IL TIBET, DEMOCRAZIA PER LA CINA."
Nella seduta del 5 dicembre 2000, il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato all'unanimità un ordine del giorno (n. 112) sul "Riconoscimento dei diritti del popolo tibetano", presentato congiuntamente dai consiglieri radicali, Carmelo Palma e Bruno Mellano, dall'Assessore Regionale alla Cultura, Gianpiero Leo, e dal Capogruppo dei DS, Pietro Marcenaro.
Non è la prima volta che il Consiglio prende posizione su uno dei più atroci genocidi del '900: oltre un milione di tibetani sono stati uccisi dai cinesi in cinquant'anni di occupazione militare, che ha prodotto la distruzione di 6.000 monasteri, i saccheggi di templi, sterilizzazioni e aborti forzati, pulizia etnica mediante trasferimenti massicci di coloni cinesi in Tibet.
Questa volta, però, il dispositivo dell'ordine del giorno è estremamente impegnativo; il Consiglio Regionale fa propria la risoluzione del Parlamento europeo del 6 luglio 2000, nella quale il PE "invita i Governi degli Stati membri dell'Unione europea a esaminare seriamente la possibilità di riconoscere il Governo tibetano in esilio come legittimo rappresentante del popolo tibetano qualora, entro un termine di tre anni, le autorità di Pechino e il Governo tibetano in esilio non abbiano raggiunto un accordo relativo a un nuovo statuto per il Tibet, mediante negoziati organizzati sotto l'egida del Segretario generale delle Nazioni Unite"; il Consiglio Regionale <>; il Consiglio Regionale, infine, <>.I giorni 7 e 8 dicembre 2000 si è svolto a Bruxelles il terzo Seminario europeo per la libertà del Tibet, organizzato dagli eurodeputati radicali e dal Partito Radicale Transnazionale; erano presenti oltre 200 militanti della causa tibetana, provenienti da oltre 25 paesi europei. Nel documento finale, i partecipanti salutano sia l'approvazione dell'ordine del giorno piemontese sia le prime adesioni alla nuova campagna "Una bandiera per un nuovo statuto di piena autonomia del Tibet", quelle del sindaco di Briançon e di altri cinque comuni francesi; inoltre, i partecipanti decidono: di porsi come primo obiettivo l'esposizione permanente, entro 6 mesi, della bandiera tibetana in mille comuni europei; di dotarsi, attraverso l'apertura sul loro rispettivo sito Internet, di uno spazio comune di riflessione e di azione denominato "EuroTibetForum"; di creare un gruppo di lavoro sulla situazione economica nella Repubblica Popolare di Cina e sulle relazioni economiche sino-europee.
Il Gruppo Consiliare radicale stà inviando una lettera a tutti i 1200 sindaci piemontesi e ai Presidenti delle 8 province con l'invito ad aderire alla campagna, facendo approvare dai rispettivi consigli un documento analogo a quello approvato in Regione ed esponendo la bandiera tibetana all'interno delle rispettive sedi.
E' stato aperto l'EuroTibetForum, il cui indirizzo è: www.radicalparty ibet.
Ognuno di voi può fare qualcosa; può cliccare sul sito per avere tutte le informazioni utili; può contattare il Gruppo Consiliare radicale (011/57.57.401); può contattare il proprio sindaco, l'assessore o il consigliere comunale che conosce meglio, chiedendo loro di aderire ad una campagna che non è "di partito" ma che è rivolta a tutti coloro che, di qualunque partito siano, intendono essere dalla parte del buon diritto del popolo tibetano a vedere riconosciuti i propri diritti. Ricordiamolo ancora una volta; il Dalai Lama chiede l'autonomia, non l'indipendenza, da Pechino; è una richiesta che tiene conto della situazione di fatto, è una richiesta ragionevole e moderata a cui finora le autorità cinesi hanno risposto con il silenzio e la rimozione; un tale atteggiamento può portare solamente ad un aggravamento della situazione, con il pericolo che la resistenza nonviolenta di un popolo, per cinquant'anni, sia stravolta dalla disperazione e dalla violenza.
Constatiamo ogni giorno che le prime pagine dei giornali, le aperture dei TG sono esclusiva di chi sostiene le proprie ragioni con la violenza, le bombe, i mitra; è responsabilità di ciascuno operare affinchè il grande patrimonio di cultura, anche politica, rappresentato dal buddismo tibetano abbia voce, abbia spazio, in una regione, in un'Italia, in un'Europa che hanno disperatamente bisogno di valori e di ideali, alle soglie del terzo millennio.
CARMELO PALMA BRUNO MELLANO
consiglieri regionali radicali