DILAGA L'USO DELLA TORTURARapporto di Amnesty sulle sevizie inflitte a dissidenti, tibetani e membri della Falun Gong
la Repubblica, martedì 13 febbraio 2001
di Philip P. Pan
Pechino - Amnesty International ha presentato lunedì scorso un rapporto in cui si afferma che la pratica della tortura si sta allargando in Cina e che c'è un numero crescente di funzionari cinesi che infliggono dolore fisico ad una gamma sempre più ampia di vittime con percosse, frustate, scosse elettriche, violenze sessuali e altri mezzi brutali e spesso mortali. Il rapporto descrive l'uso "diffuso e sistematico" della tortura contro i dissidenti politici, i tibetani, gli immigrati, gli imputati di crimini penali e i loro avvocati, contro persone accusate di aver violato la politica "del figlio unico" o perfino di non aver pagato le tasse.
Il rapporto inizia descrivendo come, il 15 maggio del 1998, un contadino della provincia dello Yunnan venne torturato a morte da funzionari addetti alla pianificazione familiare, i quali stavano cercando sua moglie, sospetta di essere incinta senza autorizzazione. Il rapporto dice che questo contadino di 30 anni, Zhou Jianxiong, fu appeso a testa in giù, frustato, colpito con mazze di legno, ustionato con sigarette e marchiato con un saldatore, dopo di che, gli strapparono i genitali.
Non c'è stata un'immediata risposta da parte del governo cinese. Amnesty afferma di avere già denunciato alla Cina quasi tutti i casi presentati nel rapporto, e che tutte le sue domande sono cadute nel vuoto o hanno ricevuto secche smentite. Alcuni funzionari cinesi, tuttavia, hanno ammesso sulla stampa di stato che la tortura esiste in Cina. Il nuovo rapporto, di 58 pagine, fornisce dettagli su più di 75 specifici casi di tortura e dà informazioni, anche se meno dettagliate, su altri 600 casi.
"Le testimonianze che pervengono ad Amnesty sono solo la punta di un iceberg", dice Curt Goering, vice-direttore esecutivo della sezione americana di Amnesty. "La tortura è un fatto di tutti i giorni in Cina. E' un tentativo di distruggere e di controllare, di intimidire e di punire". Per questo, ha chiesto all'amministrazione Bush di appoggiare una risoluzione di condanna delle violazioni dei diritti umani in Cina durante un incontro della Commissione per i diritti umani dell'Onu, che si svolgerà a Ginevra il mese prossimo.
Il rapporto sulle violazioni dei diritti umani in Cina esce in un momento in cui l'attenzione dell'opinione pubblica internazionale su questo paese si sta facendo più viva. Una delegazione del Comitato Olimpico Internazionale arriverà a Pechino la settimana prossima per valutare la domanda presentata da questa città per ospitare i Giochi del 2008. Sette anni fa, le critiche rivolte alla Cina sulla situazione allora vigente dei diritti umani contribuirono ad affondare la sua candidatura ai Giochi del 2000.
La Cina è sotto accusa anche per il suo giro di vite contro il movimento spirituale Falun Gong, che le autorità hanno messo fuori legge come un culto maligno, responsabile della morte di centinaia di adepti. Da quando il movimento Falun Gong è stato bandito, nel luglio del 1999, almeno 120 membri sono morti in prigione, e molti di essi, sempre secondo le associazioni per i diritti umani, sono stati torturati a morte. Curt Goering dice che Amnesty è giunta alla conclusione che l'uso della tortura in Cina si sta allargando. Ci sono, tuttavia, alcuni segni di cambiamento. Negli ultimi anni, è cresciuto il ruolo dei mezzi di comunicazione cinesi nella denuncia dei casi di tortura e c'è un crescente dibattito pubblico sugli abusi di potere della polizia.
(Copyright Washington Post - La Repubblica. Traduzione di Luis Enrique Moriones)