PERCHE' E' URGENTE UN TRIBUNALE PER I CRIMINI DI GUERRA
In una Conferenza internazionale a Malta il Comitato "Non c'è Pace Senza Giustizia" ha dato il via al conto alla rovescia.
Prima pagina
di Stefano Palumbo
"La Comunità internazionale deve subito superare tutti gli ostacoli giuridici e prendere subito tutte le decisioni politiche necessarie per approvare senza ulteriori indugi lo Statuto per il Tribunale Internazionale Permanente con la Conferenza di Roma nel giugno '98". Lo ha dichiarato Emma Bonino all'apertura dei lavori di una Conferenza regionale per il Mediterraneo indetta dal Comitato Internazionale "Non C'è Pace Senza Giustizia" a Malta il 12 settembre. Un'affermazione quanto mai significativa in un momento come quello attuale in cui veniamo bombardati di immagini tragiche che squassano fortemente l'opinione pubblica. La visione dei campi di concentramento dell'exJugoslavia ha risvegliato in molti la memoria di Aushwitz ed ha fatto scattare la molla di reagire. Il Partito Radicale insieme a "Non c'è Pace Senza Giustizia" è impegnato ai massimi livelli per istituire un Tribunale penale internazionale per giudicare sui crimini di guerra. "La creazione da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unit
e di Tribunali ad hoc per processare gli autori delle atrocità in Jugoslavia ed in Ruanda è stato un grande passo avanti, ma non è la soluzione per stabilire in modo concreto un deterrente contro l'impunità dei criminali di guerra. Solo un Tribunale permanente può creare questo deterrente, e non c'è tempo da perdere" ha insistito la Bonino. Ed ha aggiunto: "Bisogna accelerare i tempi perché questo tribunale venga istituito entro il '98, e non per sostituire i tribunali nazionali, ma per entrare in funzione solo se questi non vogliono o non possono processare tali criminali". Il fatto che Karadzic, pur accusato di crimini odiosi contro popolazioni inermi, sia ancora a piede libero e che riesca ancora ad influenzare le sorte del proprio Paese, è un grave smacco per la Comunità internazionale e contribuisce profondamente all'instabilità di quei territori. Ma va anche detto che i tribunali ad hoc hanno contribuito affinché tali criminali non siano rimasti alla guida del proprio Paese, obbligandoli di fatto ad ab
bandonare il potere. A tale proposito la Bonino ha aggiunto: "dopo le iniziali difficoltà il tribunale ad hoc per il Ruanda comincia ad avere dei risultati incoraggianti. Ad Arusha sono detenuti ben 21 persone con l'accusa di genocidio, tra cui anche l'ex capo maggiore dell'esercito ruandese". A tale proposito, proprio a sottolineare l'importanza di un tribunale permanente Giovanni Conso ha dichiarato: "i tribunali ad hoc sono stati creati dopo la commissione dei fatti e sono quindi dotati di minore carisma sia giuridico che politico. Il problema più importante, come evidenziato dalle tormentose vicende di questi giorni per la difficoltà di procedere all'arresto di Karadzic e di Mladic nel territorio di Pale, è quello dell'efficacia concreta dei provvedimenti dei tribunali internazionali". Non si tratterà forse della soluzione a tutti i problemi, ma certamente l'istituzione di una tale Corte costituisce uno strumento di grande peso per evitare che alcuni pensino di poter facilmente regolare con le armi i pr
oblemi di coesistenza fra gente diversa. "E' indispensabile e inderogabile il perseguimento dello scopo dell'istituzione del tribunale penale internazionale perché sorvegli l'applicazione del diritto e dei diritti in tutto il mondo - così afferma il senatore della Lista Pannella, Piero Milio - utilizzando ovviamente un metro equivalente per tutti i popoli e per tutti i crimini da chiunque commessi". E lancia un appello: "L'impegno comune di tutti i paesi deve farsi più serrato, non dobbiamo sottovalutare le difficoltà che oggettivamente ci sono, e che si possono individuare intanto nei criteri di formazione della Corte e nel contemperamento di principi nazionali tipo la sovranità di ciascuno Stato in relazione al rapporto con il Tribunale Internazionale e la esecutività delle statuizioni della Corte nei confronti degli Stati che avranno aderito alla realizzazione della Corte stessa. E' necessario stabilire quindi un codice regolamentare con previsioni normative e in fattispecie criminose di cui dovrà esser
e investita la giurisdizione internazionale".
Al di là delle attività formali, "Non c'è Pace Senza Giustizia" è profondamente convinta che la battaglia per l'istituzione di un tale tribunale , equo, indipendente e permanente sia ancora lunga. La convocazione di una Conferenza Diplomatica per il '98 non significa che tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite siano disposti a consentire la stesura dello Statuto di una convenzione per l'istituzione di detto tribunale. La debolezza e l'ambiguità della risoluzione adottata lo scorso dicembre lascia spazio a numerosi problemi. Tale mancanza di chiarezza potrebbe rallentare i lavori del Comitato Preparatorio nelle 9 settimane di sessione che si terranno nel 1997/98 al fine di organizzare la Conferenza Diplomatica, oppure potrebbe ostacolare l'adozione, in una singola sessione, dello statuto definitivo del tribunale da parte di detta Conferenza. Per questo motivo il Presidente di "Non c'è Pace Senza Giustizia", Sergio Stanzani è profondamente convinto "che la pressione esercitata sulle Nazioni Unite non possa
essere sufficientemente efficace senza la mobilitazione della società civile mondiale. E' necessario coinvolgere i Parlamenti, i Governi, gli uomini di Stato, opinionisti, i mezzi di comunicazione, le organizzazioni e le associazioni locali, i partiti politici, i movimenti ed i singoli individui di tutto il mondo".
"Mi sembra che stiamo compiendo un buon lavoro - ha dichiarato Marco Pannella - sulla linea mai interrotta da noi Radicali, credenti nelle grandi lotte contro lo sterminio nel mondo, ponendo il problema del diritto alla vita attraverso la vita del diritto. Riteniamo che entro il 1998 l'Italia possa ritornare a riacquisire una posizione di primissimo piano e di primissimo merito per creare una giurisdizione planetaria internazionale in un momento sicuramente di straordinaria, storica importanza".