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Conferenza Tribunale internazionale
Palumbo Stefano - 18 ottobre 1997
Da un lancio ANSA del 18 settembre 97 alle ore 19:50

GIUSTIZIA: CONVEGNO SU CRIMINI INTERNAZIONALI A SIRACUSA

Il Professor Salvo Andò, ex ministro della difesa, ha detto che "pace e giustizia costituiscono un binomio inscindibile, perciò deve essere chiaro che i responsabile die crimini devono subire sanzioni adeguate alla gravità delle loro colpe". Andò ha detto che in attesa della realizzazione di un tribunale permanente "la comunità internazionale ha altri strumenti per combattere l'impunità. Uno di questi è costituito da "una sanzione che colpisce gli stati che boicottano o intralciano l'opera dei tribunali internazionali che già vi sono o che con ogni mezzo proteggono l'impunità di soggetti che potrebbero essere giudicati da tribunali nazionali".

Alla conferenza ha preso parte anche Marco Pannella, leader dei Riformatori e rappresentante dell'associazione "Non C'è Pace Senza Giustizia". "L'utopia della vita del diritto e della regola come anima della vita della società ci accompagna da sempre - ha detto Pannella - Per coloro che come noi cercano di essere militanti, la regola alla quale ispirarci è una: assicurare vita al diritto perché non vi è diritto esercitabile senza aver associato il diritto alla vita". Secondo il leader dei Riformatori "se esisteranno, ancora di più, nel mondo uomini e donne che sappiano unirsi nella concretezza dei giorni, dando priorità all'idea della giurisdizione internazionale e dare costituzione e forma ad un partito che li distingua come coloro che vogliono essere il partito della giurisdizione internazionale e del diritto, saremo certi di vedere accelerato il cammino nella direzione che auspichiamo". Al convegno è intervenuto anche il presidente della Repubblica di Trinidad e Tobago , Arthur Robinson che ha sottolineat

o la profonda differenza esistente tra la sanzione giudiziaria e quella politica indicando come l'obiettivo finale debba essere la creazione in ciascun uomo di un'autentica coscienza di legalità e di giustizia. Secondo Robinson "il Tribunale penale internazionale dovrà essere un deterrente efocace ma non l'ordinario strumento per regolare la convivenza fra i popoli".

 
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