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Conferenza Tribunale internazionale
Palumbo Stefano - 19 ottobre 1997
IL GIORNALE 13 SETTEMBRE 1997
UNITI PER COLPIRE I CRIMINALI DI GUERRA

Nasce a Malta un'intesa europea per "una giustizia vera e certa".

Sono ancora a piede libero personaggi come Karadzic e Mladic

Conso: "il problema è quello di rendere efficaci i provvedimenti dei tribunali internazionali"

Di Marco Lanzarone

Passa da Malta il futuro della Corte penale internazionale, un organismo permanente per combattere i crimini di guerra, la cui istituzione viene portata avanti con forza dal movimento "Non C'è Pace Senza Giustizia". E per questo, per discutere il programma operativo del progetto e per fissare le date di attuazione, circa 70 giuristi di 19 paesi stanno tenendo in questi giorni una conferenza nell'Università della Valletta. La filosofia che c'è dietro all'iniziativa è chiarita da Emma Bonino, commissario europeo per gli aiuti umanitari, intervenuta ieri all'incontro di Malta: "Radovan Karadzic e Ratko Mladic, due dei più noti criminali di guerra, sono ancora a piede libero". Un esempio che serve a spiegare perché "non c'è pace senza giustizia": "Credo fermamente - ha continuato la Bonino - che l'arroganza di questi uomini che vivono nell'impunità, può solo generare il disprezzo della legge da parte di futuri criminali, convinti di potersi sottrarre a qualunque giudizio. Per fermare questo rischio bisogna asso

lutamente fare pressione per cambiare la situazione in Bosnia: non ci potrà mai infatti essere pace vera e duratura senza una giustizia vera e certa". Giustizia per ottenere la pace, dunque, assicurando anche nei momenti più cupi una corte imparziale che possa sostituirsi al tribunale nazionale quando questo non voglia o non possa processare i criminali di guerra. E l'ONU del resto sembra ben disposto ad appoggiare il progetto, come ha riferito il primo ministro maltese Alfred Sant. E' storia recente la creazione da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di tribunali ad hoc all'Aia e ad Arusha per processare i criminali accusati di genocidio, rispettivamente nell'ex-Jugoslavia e in Ruanda. Un primo passo, ma non la soluzione del problema: "Solo un tribunale permanente può creare un vero effetto deterrente - ha sottolineato il commissario europeo - e non c'è tempo da perdere". All'Università di Malta, ieri, c'era anche il leader dei Radicali Marco Pannella che si è detto soddisfatto del primo gi

orno della conferenza. "Mi sembra che stiamo compiendo un buon lavoro - ha sottolineato - sulla linea mai interrotta da noi radicali, ponendo il problema del diritto alla vita attraverso la vita del diritto". Pannella ha poi rivendicato per l'Italia un ruolo da protagonista nell'istituzione del tribunale: "Entro il 1998, il nostro paese potrà riacquistare una posizione di primissimo piano e di primissimo merito nella creazione di una giurisdizione planetaria internazionale in un momento sicuramente di straordinaria, storica importanza". "Non C'è Pace Senza Giustizia" spera di poter concludere felicemente la sua battaglia per i diritti umani entro l'anno prossimo. E proprio a giugno dell'anno prossimo si terrà un'altra conferenza sul tema a Roma, convocata dall'Assemblea generale dell'ONU. Ma in realtà sulla strada della corte internazionale permanente ci sono diversi ostacoli. Il più grosso riguarda l'aspetto giuridico. La comunità internazionale non è riuscita infatti a raggiungere un accordo sulla giurisdi

zione del tribunale. L'ex ministro di Grazia e Giustizia, Giovanni Conso, anch'egli presente alla conferenza spiega: "Il problema più importante, come è stato evidenziato dalle tormentose vicende di questi giorni per la difficoltà di procedere all'arresto di Karadzic e Mladic in territorio di Pale, è quello dell'efficacia concreta dei provvedimenti dei tribunali internazionali". Problemi che il senatore Sergio Stanzani, il presidente di "Non C'è Pace Senza Giustizia", non nasconde. "Ma esitazioni, timore resistenze - ha detto - possono venire superate. L'importante è che una larga maggioranza dei paesi membri dell'ONU arrivi a concordare su questa svolta storica". Oggi, ultima giornata della conferenza di Malta. Poi la parola passerà a Roma per l'appuntamento di giugno '98.

 
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