L'ORGANISMO CONTRO I CRIMINI DI GUERRA PROPOSTO DALLA COMMISSARIA EUROPEA EMMA BONINO NON AVRA' POTERI RETROATTIVI
NASCE MONCO IL TRIBUNALE INTERNAZIONALE
Non potranno essere processati né Karadzic né i massacratori del Ruanda
Dimitri Buffa
Senza poteri di indagine retroattivi, nasce monco il progetto (almeno quello che andrebbe bene al Consiglio di sicurezza dell'Onu) di istituire un tribunale ad hoc per i grandi criminali della storia. Un Tribunale penale che persegua e giudichi i crimini di guerra, i genocidi, le efferatezze delle guerre civili e quant'altro, sarebbe infatti non solo utile, ma necessario, indispensabile. E per questo bisogna ringraziare sia l'associazione "Non c'è pace senza giustizia" dell'ex senatore radicale Sergio Stanzani che ha organizzato il convegno al Senato conclusosi venerdì, quanto il commissario europeo Emma Bonino che tanto si è data da fare nel corso di questi ultimi venti anni per la sensibilizzazione a questi problemi. Forse bisognerebbe ringraziare un po' meno le autorità italiane venute a fare passerella televisiva e a mettersi in mostra senza dire niente e addirittura non bisognerebbe affatto ringraziare il ministro della Giustizia Flick che ha approfittato del palcoscenico per dialogare a distanza con Sc
alfaro sulla carcerazione preventiva in Italia. Anche perché quest'ultima dovrebbe essere definita un crimine di pace, più che di guerra. A parte i ringraziamenti e le medaglie di Rutelli però, rimane il problema dei reali poteri che avrà (anzi che non avrà) questo Tribunale. Per motivi "diplomatici" anche l'associazione promotrice, che fa capo a quei primi motori immobili di iniziative del genere che sono la Lista Pannella e il partito radicale transnazionale, avrebbe accettato il principio della "non retroattività" di queste inchieste sui crimini di guerra. Una sorta di sanatoria del passato imposta da tre paesi su cinque (Urss, Cina e Francia, gli altri sono Usa e Inghilterra) del Consiglio di sicurezza dell'Onu e più in generale anche da tutto il Sudamerica, paese in cui "Non c'è pace senza giustizia" ha organizzato un po' di tempo fa un altro di questi convegni.
Proprio in quell'occasione sono arrivate le prime pressioni tangibili, quasi "offerte che non si possono rifiutare": "qui se parlate di desaparacidos potete pure tornarvene a casa vostra". Ecco spiegato quindi il trucco per cui l'Onu può fare il bel gesto di accettare questo tribunale: il passato non si tocca, chi ha dato ha dato e chi ha avuto ha avuto. Bel deterrente pure per il futuro quindi un Tribunale che comincia ad occuparsi di crimini avendo esso stesso le manette che gli mettono ai polsi i complici dei criminali che dovrebbe giudicare! Nessuno si stupisce che Dini abbracci questa filosofia: pur di fare affari con la Cina non riceverebbe neppure il Dalai Lama e cancellerebbe il Tibet dalla carta geografica. Meraviglia invece, e non poco, che i radicali si accontentino di questo. Un Tribunale che non può occuparsi di Karadzic ma neanche di Janvier, che non può impicciarsi dell'Afghanistan e del Ruanda, che non può chiedere giustizia per quasi centomila desaparecidos, che deve cominciare quindi la pr
opria attività futura partendo d un colpo di spugna, che paura farà mai per il futuro? Ma come? Si perseguono i Priebke a distanza di cinquanta anni e i crimini di due anni fa in Centro Africa non dovrebbero essere giudicati? Sarebbe come se, una volta che i giudici italiani, e non, avessero "scoperto" fuori tempo massimo la tangentopoli globale (dopo 40 anni di complice connivenza, ndr), si fosse fatto il seguente ragionamento: "da domani guai a voi se rubate perché, nel Mondo, ci sarà il nuovo Tribunale pernale contro la corruzione però quello che avete intascato fino ad oggi tenetevelo pure perché non c'è retroattività". Sai le risate. Ecco, dunque, qual è il vero problema di questo tribunale penale dell'Onu: con queste premesse sarebbe solo un ente inutile in più, come la Fao, l'Oms e tutte quelle burocrazie planetarie dedite all'hobby preferito di coltivarsi i propri superstipendi.