UNA SEDE PERMANENTE PER NORIMBERGA
ROMA HA UN SOGNO DI PACE
OSPITARE IL TRIBUNALE ONU
Fabio Negro
Roma - Roma potrebbe diventare, per la sua tradizione di culla del diritto, sede di quella corte "Norimberga" permanente, che molti si augurano di vedere nascere per reprimere i più spaventosi crimini contro l'umanità.
La proposta è stata lanciata ieri durante il secondo giorno di un dibattito ospitato dal Senato. Deriva dalla necessità di una giustizia internazionale capace di colpire chi viola i diritti umani, chi fa dell'oppressione della sua stessa gente la base del proprio governo, chi si macchia di crimini di guerra. "Non c'è pace senza giustizia", è stato lo slogan del convegno, che ha posto i presupposti per una corte internazionale "retta da regole semplici" - dice Emma Bonino - e con un procuratore generale non condizionabile da stati o organismi internazionali".
Come hanno ricordato gli ex ministri della giustizia Vassalli e Conso, quello di un tribunale che decida chi è stato responsabile di una guerra è un sogno antico. Si pensò di processare anche Napoleone, poi relegato a Stan'Elena, e certamente un progetto analogo fu ventilato per Guglielmo II di Germania, considerato responsabile della I guerra mondiale. Ma non se ne fece nulla fino a Norimberga che giudicò in base ad un diritto non scritto. Del processo di Tokio contro i criminali di guerra giapponesi, conclusosi con una lunga serie di condanne a morte, si parla molto meno, ma anche quello è un precedente. Furono tribunali ad hoc, forse proprio per questo accusati di illegalità, ma indubbiamente fecero giustizia.
Creare invece, come sogna Emma Bonino, un tribunale permanente vorrebbe dire anche evitare legislazioni ad hoc o addirittura il paradosso Norimberga. Cioè il caso di un rappresentante dell'Urss di Stalin che giudica i complici di Hitler anche per l'aggressione alla Polonia, che avvenne in accordo con lo stesso Stalin dopo l'incontro fra Ribbentrop (processato e impiccato) e Molotov che invece non fu nemmeno sentito come testimone.
Una forma legislativa preesistente eviterebbe anche il paradosso per il quale l'ammiraglio Doenitz si salvò a Norimberga da una condanna grave dopo essere stato accusato di avere dato l'ordine ai suoi sommergibili di non aiutare i naufraghi secondo le "leggi" del mare perché l'ammiraglio William C. Nimitz, comandante in capo del Pacifico, fece sapere che anche lui aveva dato un ordine simile.
Ma in caso di processo e condanna chi farà arrestare l'imputato o il condannato per l'esecuzione della sentenza? "E' un compito che dovrebbe spettare al Consiglio di Sicurezza" replica Emma Bonino. Che però dovrà chiedere truppe a qualhe Stato Il problema più grave non è avere un tribunale, ma arrestare i criminali. Se no i Karadzic di oggi e domani continueranno a farsi beffe di tutto.