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Conferenza Tribunale internazionale
Palumbo Stefano - 19 dicembre 1997
IL CORRIERE DELLA SERA, 1 DICEMBRE 1997

TRIBUNALE PENALE PERMANENTE

APPELLO DELLA BONINO ALL'ONU

OGGI LA PRESENTAZIONE A KOFI ANNAN

Dal nostro corrispondente, Alessandra Farkas

Sbarca al Palazzo di vetro la crociata italiana per l'istituzione della Corte Penale Internazionale Permanente, promossa da Emma Bonino e dal Comitato "Non C'è Pace senza Giustizia". Nella tarda mattinata di oggi l'instancabile Commissaria Europea consegnerà ufficialmente al Segretario generale dell'ONU Kofi Annan l'appello per l'istituzione del Tribunale firmato da protagonisti della politica internazionale e premi Nobel, tra cui Elie Wiesel, Jimmy Carter, il dalai Lama, Sonia gandhi, Mary Robinson e Rita Levi Montalcini. Ciò che fino a ieri sembrava un sogno irrealizzabile sta dunque per diventare realtà, grazie soprattutto alla Bonino, impegnata da tempo in una fitta campagna di trasferte diplomatiche nei cinque continenti. Un tribunale 'permanente' sarebbe chiamato a punire genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità anche nel bel mezzo dei conflitti. La nascita ufficiale di un organismo giudicante super partes permanente (reclamato dall'opinione pubblica mondiale) dovrebbe avvenire a Roma la pross

ima estate, al termine della conferenza Diplomatica incaricata di redigerne lo statuto, che dovrà essere poi approvato dai singoli Stati. "Gli ostacoli restano numerosi - dice però Stefano Palumbo, portavoce di 'Non C'è Pace Senza giustizia' - : all'ostilità dei governi cinese, russo e messicano si aggiunge la freddezza di Gran Bretagna, Francia e Brasile, che continuano a non pronunciarsi". Nel tentativo di ammorbidire la posizione dei più intransigenti, Emma Bonino e l'ambasciatore italiano alle nazioni Unite Paolo Fulci terranno questo pomeriggio un convegno all'ONU dove l'urgenza della causa verrà illustrata tra gli altri da Happy Mutesi e Darija Pichanick, testimoni dei crimini in Ruanda e Bosnia Erzegovina. "L'obiettivo è mobilitare i membri dell'Assemblea Generale affinché facciano tutto quanto in loro potere per garantire che le persone accusate di crimini nell'ex Jugoslavia e nel Ruanda siano immediatamente arrestate e giudicate - spiega la Bonino - e chiediamo all'Assemblea di rinnovare il mandat

o del Comitato Preparatorio e la Conferenza Diplomatica di Roma, l'anno prossimo". Entro quella data i promotori cercheranno di smussare le divergenze, facendo leva anche sull'effetto non retroattivo del nuovo tribunale. "E' un punto importantissimo grazie al quale ci siamo assicurati l'adesione entusiasta di ex-dittature come l'Argentina e l'Uruguay - incalza Palumbo - La Corte prenderà in esame solo guerre e crimini futuri". Che la diplomazia stia funzionando è dimostrato dal cambio di marcia dell'amministrazione Clinton. Timorosa degli effetti di tale Corte, e dietro pressione del Pentagono, la Casa Bianca si era battuta per subordinare il nascente tribunale permanente alla volontà e ai capricci del Consiglio di Sicurezza. "Una mossa che lo svuoterebbe di ogni potere - ha denunciato il New York Times - trasformandolo in un organismo politico delle grandi potenze". A far cambiare idea a Bill Clinton è stata la conferenza tenuta lo scorso 13 novembre dalla Bonino al "Carter Center" di Atlanta. Alla fine del

la quale l'ambasciatore USA incaricato di crimini di guerra David Sheffer e l'ex presidente Carter hanno firmato un documento in cui gli Usa rinnovano il proprio impegno nell'istituzione del Tribunale entro il '98. E garantiscono la sua totale indipendenza dai veti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

 
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