"SI LITIGA TROPPO SI CAPISCE POCO"Di: Mauro Lissia
CAGLIARI: "E' un problema tra magistrati politici, lasciamo che siano loro a risolverlo": Giovanni Conso, ex ministro della giustizia, liquida con sorvegliato distacco il tema dello scontro in aula fra la Procura milanese e il Parlamento dopo l'intervista al vetriolo rilasciata al Corriere della Sera dal pubblico ministero Gherardo Colombo. Conso respinge cortesemente ogni richiesta di intervista ma s'intuisce che lo fa con fastidio. Vorrebbe dire la sua e un po' la dice quando - nella sua relazione al seminario "Non c'è Pace Senza Giustizia" organizzato dalla facoltà di Giurisprudenza cagliaritana - parla chiaramente di cattivi esempi che arrivano dall'alto: "I cittadini leggono i giornali e ascoltano la televisione apprendono di risse ad ogni livello - ha detto Conso - ed è difficile per loro comprendere esattamente che cosa accade. Nel nostro paese si fa molto chiasso per guadagnarsi la prima pagina, ma non è così che si risolvono i problemi. Se mamma e papà litigano sempre - ha detto Conso, scegliendo un
esempio vicino all'auditorio in gran parte giovanissimo di fronte a cui parlava - che devono pensare i figli?". In caso, il caso Colombo e tutte le conseguenze legate, forse è un po' meno oscuro il perché di tanto veleno.
Il perché sta nel fatto che c'è la bicamerale che discute e decide sulla nuova Costituzione e alcuni magistrati si sentono poco rappresentati da chi decide e temono di finire schiacciati da altri poteri. Così esternano con forza il proprio dissenso. E nasce quel conflitto aspro tra i poteri dello Stato di cui Conso non vorrebbe parlare ma alla fine parla: "Questo è un tema che riguarda la quarta parte del quarto capitolo affrontato nel progetto della Bicamerale - spiega l'ex ministro - e sarà oggetto sicuramente di discussione ampia e penso anche infuocata nelle prossime settimane. A mio avviso sia per quanto riguarda il capitolo delle garanzie sia per quanto riguarda gli altri, il progetto il progetto contiene troppe nuove previsioni, il che rende meno facile l'approvazione e complica anche il capitolo relativo all'appuntamento finale referendario. Troppe sono le modifiche - avverte l'ex presidente della Corte Costituzionale - auspico una riduzione di queste proposte in modo da trovare poi quei punti sui q
uali si può formare una larga maggioranza, condizione senza la quale il referendum non avrebbe successo". Conso invoca dunque norme chiare, snelle, accessibili. Ma no può non tenere conto di una realtà: discussione e prossimo referendum partono da una base non proprio favorevole, se già fin d'ora infuria la battaglia e tutto lascia presagire che continuerà. Difatti il celebre professore qui concede un richiamo alla calma: "Io penso che attraverso una discussione che sia condotta con un dialogo puntuale e pacato si possano trovare punti di accordo, da sottoporre poi a referendum". Stop alle risse, dunque. E largo al dibattito, ma con toni più in linea con l'importanza del tema e con l'esigenza da parte dei cittadini di restare in ascolto e di capire.
Conso è arrivato a Cagliari nel pomeriggio per un seminario sull'istituzione del tribunale internazionale, che dovrebbe - se un giorno verrà istituito - giudicare sui crimini contro l'umanità: "Se ne parla dal 1919 - ha spiegato tra l'altro il docente - e ancora non è nato. Prima o poi questo problema andrà affrontato e risolto, perché è indispensabile un tribunale che intervenga sui crimini di cui abbiamo notizia solo attraverso la televisione o giornali. Bosnia, Somalia, Algeria - ha ricordato Conso - si liquida sempre tutto dicendo che sono fatti interni al paese in cui avvengono gli stermini, ma qualcosa bisognerà fare per fermarli".
Sono intervenuti anche Pietro Ciarlo, preside di giurisprudenza, i docenti Luigi Concas, Leonardo Filippis e Maria Luisa Castangia, Susi Castellino e studenti di legge.