PRESIDENTE ITALIANO CERCASI, IL GOVERNO VUOLE AMATOTRIBUNALE INTERNAZIONALE. A GIUGNO LA CONFERENZA A ROMA
Di: Giuseppe Cruciani
Giuliano Amato è un indiscussa figura di prestigio. Ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato insegna Diritto della concorrenza all'Istituto europeo di Fiesole. Giuliano Amato, poi, conosce le lingue, anzi, fu il primo capo di governo italiano che poteva andare all'estero e parlare disinvoltamente con i suoi interlocutori senza bisogno di un interprete. Giuliano Amato, adesso, ha lasciato l'autorità Antitrust ed è libero da ruoli istituzionali. Per queste caratteristiche, il suo nome viene fatto per molti e diversi incarichi internazionali. In questi giorni lo si è fatto anche per presiedere la Conferenza diplomatica per l'istituzione di una Corte penale internazionale, conferenza che si svolgerà a Roma dalla metà di giugno alla metà di luglio. Nella capitale si ritroveranno per un mese intero feluche, capi di Stato, funzionari delle Nazioni Unite; l'obiettivo è costruire un tribunale permanente che nel futuro possa giudicare i crimini contro l'umanità e genocidi, una sorta di super procura capace di porta
re alla sbarra, per intenderci, personaggi come Pol Pot, e che, solo per la sua esistenza, spenga le velleità sanguinarie di altri potenziali Karadzic in tutto il pianeta.
Il progetto risale al secondo dopoguerra. L'idea, quella di non dover ogni volta svolgere estenuanti trattative come quelle che precedettero il processo di Norimberga. E di evitare, al contempo, che la giustizia fosse solo quella dei vincitori. Ma il progetto ha avuto sviluppi solo negli ultimi cinque anni grazie all'azione di lobby del comitato internazionale "Non c'è Pace Senza Giustizia", creato dal Partito Radicale, e all'impegno personale della Commissaria europea Emma Bonino. I prossimi mesi saranno decisivi. Il sedici comincerà a New York il round decisivo dei negoziati per la redazione delle regole di funzionamento del Tribunale, l'ultima occasione per smussare i contrasti tra gli Stati prima di Roma. Per tradizione, il Paese che ospita una conferenza diplomatica presiede anche i suoi lavori, e il governo italiano dovrà decidere entro marzo. Ecco il motivo per cui è circolato il nome di Giuliano Amato, che tra l'altro fa parte del comitato d'onore di "Non c'è pace senza giustizia" e da premier ha app
oggiato l'idea della Corte.
Fino a poche settimane fa il ministero degli Esteri, che insieme a quello della Giustizia deve designare la delegazione italiana, aveva infatti una rosa di tre nomi: oltre all'ex presidente del Consiglio socialista, gli ex guardasigilli Giovanni Conso e Giuliano Vassalli; ma i papabili sono rimasti due dato che Vassalli, 83 anni, ha rifiutato per motivi personali. Conso e Amato rappresentano due scelte di segno diametralmente opposto. Il primo, sostenuto dal ministero della Giustizia, ha il pregio di aver partecipato ai lavori per la creazione del tribunale ad hoc dell'Aja sulla ex Jugoslavia. Il problema, dicono alla Farnesina, è che la sua veste tecnica di giurista verrebbe forse considerata meno adeguata rispetto alle doti politiche richieste per la miglior riuscita dei lavori. L'abilità di Amato, il cui nome è caldeggiato anche in ambito ONU, potrebbe invece servire a risolvere i problemi che ostacolano la nascita della Corte.
Ma l'ex premier potrebbe volersi spendere in un'iniziativa il cui successo finale è tutt'altro che garantito. Grandi potenze come Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia hanno ancora profonde riserve sulla nascita di questo Tribunale e soprattutto sui poteri del suo procuratore. Su quali crimini potrà indagare? Solo sui crimini di guerra, su quelli contro l'umanità e il genocidio, oppure anche sull'aggressione come sostiene per esempio l'Italia? Potrà avviare le inchieste in piena indipendenza? Parigi , Washington e Londra vorrebbero mantenere un controllo stretto del Consiglio di sicurezza che però ridurrebbe di molto il peso della nuova Corte. I francesi reputano sacra l'Armée e hanno già rifiutato di mettere a disposizione del tribunale dell'Aja i soldati per testimoniare. E alla Francia non sta bene che il tribunale nasca sulla base del solo diritto anglosassone. Un buon compromesso potrebbe essere quello proposto dal governo di Singapore: il procuratore può aprire un'inchiesta, ma il Consiglio di sicurezz
a con un voto unanime dei membri permanenti ha il potere di bloccarlo. L'amministrazione Clinton, già titubante, si scontra comunque con l'opposizione durissima del Congresso a maggioranza repubblicana che fa muro al solo sentir parlare di ONU e dei relativi organismi. Per superare questa opposizione Emma Bonino, a maggio, vedrà il segretario di Stato USA Madelein Albright e il leader repubblicano al senato Jesse Helms. La partita è ancora aperta. Ma difficile.