"UN TRIBUNALE MONDIALE PER DITTATORI"EMMA BONINO: "COSI' LE LEGGI CONTERANNO QUANTO IL PETROLIO"
Di: Andrea Nicastro
Del suo nuovo progetto parla come di un "bambino": un giorno sarà forte e coraggioso, ma fino ad allora va protetta da responsabilità che non saprebbe sopportare. "I rapporti di forza, gli interessi economici e geopolitici - dice Emma Bonino - non devono più essere le uniche variabili delle relazioni tra gli Stati. Regole e valori devono contare almeno quanto petrolio e diamanti. La "creatura" è il "Tribunale penale internazionale", un organismo che dovrebbe nascere a Roma il prossimo anno. Quando non è ancora certo. E neppure se il parto andrà a buon fine. La "levatrice" è la Bonino, radicale, pannelliana, famosa vent'anni fa per la campagna sull'aborto e oggi come la più dinamica Commissario che l'Unione europea abbia mai avuto.
Emma Bonino è andata sino a Montevideo, in Uruguay, per alimentare il "progetto Tribunale". Era già stata a Malta e a Parigi in altrettante conferenze per cercare di convincere gli europei. "Una strada tutta in salita - ammette -, ma noi italiani non siamo più soli". In Sudamerica, ad esempio, l'Uruguay appoggia il progetto, più defilati stanno Messico e Brasile. La Francia, in Europa, è tra i più attivi. La Bonino andrà a cercare concessi negli Stati Uniti, in India e nell'Africa occidentale. La Commissario dal passato ribelle si trova a suo agio tra i promotori del progetto, gli italiani del "Non c'è pace senza giustizia", però immaginare una Corte in grado di giudicare i crimini contro l'umanità, i genocidi, le deportazioni, gli stupri è quasi come pensare a un preludio di un film sul " migliore dei mondi possibili". Troppo bello per diventare vero.
"Non sono un'ingenua. Sarà tutta una strada in salita. Gli eserciti e gli interessi economici continueranno a scatenare guerre e uccidere persone. Quello che può fare un autorità legale è mettere sul tappeto anche la propria voce. Far pesare un autorità morale".
La legge contro la forza. Stalin avrebbe chiesto: quanti carri armati avrà questo suo Tribunale?
"Nel '93 l'ONU a creato all'Aja una Corte ad hoc per giudicare i crimini contro l'umanità commessi nelle guerre dell'ex Jugoslavia. E vero che Karadzic e Mladic - i due maggiori responsabili della pulizia etnica bosniaca - sono ancora liberi, il Tribunale non ha avuto poliziotti in grado di arrestarli. Però i due serbo-bosniaci sono diventati dei "paria" internazionali. Non possono viaggiare, firmare trattati, fanno fatica anche a farsi vedere nelle loro strade: la legalità ha dato un risultato importante".
Quale legalità? La Cina (e non solo) accusa gli occidentali di impostare le relazioni internazionali secondo i propri valori. Per il Tribunale permanente sarà lo stesso?
"No. Nel caso di Bosnia e Ruanda l'iniziativa è venuta dal Consiglio di sicurezza dell'ONU: li ci sono 5 Paesi (Cina compresa) che con il diritto di veto sono più importanti di altri. E logico sospettare che possano impostare le cose a loro gusto. Nel Tribunale permanente sarà diverso. Nascerà con un trattato. Tutti i Paesi aderenti saranno allo stesso livello, non ci saranno "grandi" e "piccoli", e le "leggi" saranno solo quelle delle "convenzioni mondiali", condivise da tutti".
Pornografia e narcotraffico resterebbero quindi impuniti?
"Si, non c'è alcuna carta mondiale che li condanna. Anzi, mi auguro che il Tribunale adotti una lista di crimini modesta, ma condivisa". Da chi partirà l'indagine?
"Non è ancora deciso. La Conferenza di Roma del prossimo anno di cui il Tribunale dovrà nascere è prevista di 5 settimane. Vuol dire che bisogna ancora discutere parecchie cose. La firma non è una formalità. Al momento l'opinione dominante è che l'iniziativa sia dei Parlamenti nazionali o dei governi dei Paesi aderenti".
Dove sederanno i giudici?
"E' ancora da decidere. Potrebbe essere all'Aja, risparmiando dei soldi, o andare di volta in volta dove si deve operare".
E in Sudamerica nessuno si è spaventato all'idea che il Tribunale vada a indagare su desaparecidos e dittature militari?
"Su questo siamo stati chiari: la corte si occuperà solo dei crimini futuri, senza effetti retroattivi. Non si può affidare al Tribunale il compito di risanare il mondo tutto in una volta".