Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mar 22 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Conferenza Tribunale internazionale
Castellino Susi - 16 luglio 1998
LA REPUBBLICA

CORTE ONU, LE MINACCE USA

Appello di Dini: "I compromessi non indeboliscono la sostanza". Fiaccolata a Roma

Cohen: "Ritiriamo i soldati dall'Europa"

Di Giampaolo Cadalanu

ROMA - Il Tribunale dell'Onu sta per nascere: potrebbe essere una struttura forte e autonoma, nonostante le durissime opposizioni. Mentre si rincorrono le voci sull'atteggiamento americano, e il canadese Philippe Kirsch continua a ritoccare e limitare freneticamente la bozza di trattato, l'Italia ha dato nuove spinte per la creazione della Corte. Il ministro degli Esteri ha ribadito al palazzo della Fao la richiesta italiana di un organismo con pieni poteri: "L'equilibrio fra prerogative nazionali e esigenze internazionali", ha detto Dini, "non può risolversi a danno dell'indipendenza, autorevolezza, efficacia dell'istituzione che sta per nascere a Roma". Per ottenerla si possono cercare "accettabili compromessi, che però non vanificano la sostanza" del Tribunale. In serata, poi, una fiaccolata guidata da Emma Bonino, a cui hanno aderito diversi esponenti del governo e dell'opposizione, è partita dal Campidoglio per attraversare la zona monumentale di Roma, riprendendo la richiesta di una Corte autonoma ed e

fficace.

Ancora non è chiaro se la bozza finale, che oggi verrà presentata ai delegati perché entro domani notte si arrivi a un "sì" o a un "no" definitivi, sarà "troppo annacquata" o invece sarà la proposta di un Tribunale forte ed autonomo. La posizione Usa, ostacolo principale per la creazione della Corte, sembra immutabile. Nei giorni scorsi è tornato a spingere su Washington anche Kofi Annan, che ha scritto alla Albright raccomandando la creazione di "una Corte credibile", adatta alle "situazioni disperate a cui dovrà rimediare".

Ma quella Usa potrebbe anche essere solo una chiusura di facciata: "Gli americani sono negoziatori durissimi", dice Umberto Leanza, della delegazione italiana, "ma non è detto che tutte le richieste siano ultimative". Ovvero: la speranza di avere, prima o poi, la firma di Clinton sul Trattato non è scomparsa.

Forse proprio perché alla fine non vogliono restare fuori da una iniziativa dell'Onu, la Francia e ancora più gli Stati Uniti stanno facendo fortissime pressioni diplomatiche per "disinnescare" la bomba Tribunale e riportarne l'azione sotto il controllo del Consiglio di sicurezza. Il ministro della Difesa William Cohen ha posto la questione in termini quasi brutali con il collega tedesco Volker Ruche: "Se la conferenza di Roma adottasse il principio della competenza automatica della Corte", ha detto Cohen, "dovremmo rivalutare l'implicazione della nostra presenza oltremare, compreso il nostro impegno militare in Europa".

E se questi sono i toni con l'alleato tedesco, ci si può immaginare a quali insistenze siano esposti i governi dei piccoli paesi africani come latino-americani, o asiatici. "A Washington, racconta un delegato, "hanno convocato gli addetti militari delle ambasciate straniere, per sollecitare l'intervento dei ministri della Difesa contro i loro colleghi degli Esteri per le "intromissioni" sul campo militare che il Tribunale comporta. Vogliono cioè "delegittimare" le delegazioni che lavorano qui. E ora stanno facendo lo stesso, mobilitando gli addetti militari delle ambasciate Usa nel mondo, perché facciano azione di lobby con i ministeri degli Esteri locali. Si parla chiaramente di ritirare interventi umanitari e cancellare aiuti economici".

Ma non è detto che una pressione così forte dia buoni frutti. "La Nigeria era in dubbio, ora è schierata per la Corte autonoma. Forse è proprio una reazione a queste insistenze", dice il delegato.

Gli Usa si comportano con un'arroganza che mozza il fiato", commenta Richard Dicker, portavoce di Human Rights Watch, "ora vogliono un protocollo aggiuntivo allo Statuto, che in sostanza permetta agli Stati addirittura di "scegliersi" la competenza da attribuire alla Corte". Che finirebbe per essere un organismo di solo sfoggio, anzi, "un Tribunale da photo-opportunity".

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail