IL RIFIUTO DEGLI STATI UNITI
"NON VOGLIAMO VEDERE I NOSTRI SOLDATI SOTTO PROCESSO"
Di: Ennio Caretto
Non c'è solo il rischio che gli Stati Uniti disconoscano il Tribunale penale internazionale permanente. C'è anche quello che tentino di impedirne l'entrata in funzione, quando le prime 60 nazioni avranno firmato il trattato (una procedura che richiederà anche cinque anni). Lo ha adombrato il delegato americano alla conferenza dell'ONU, David Scheffer: "Dovremo decidere, ha detto Scheffer, quale posizione diplomatica assumere nei confronti dei governi che si preparano alla ratifica. E non so che misure dovremmo prendere sullo statuto del tribunale, dati i vizi della sua struttura giurisdizionale".
Un commento a dir poco pesante; anzi, la velata minaccia che la superpotenza potrebbe ricattare i Paesi più deboli, in modo che il quorum non venga raggiunto per poi impugnare lo statuto davanti all'alta Corte dell'Aja o denunciarlo unilateralmente. "E' una tragedia, ha concluso il delegato americano, che il desiderio degli Stati Uniti, da sempre leader della giustizia internazionale, di esserne il motore sia stato vanificato dagli equivoci e dalle incomprensioni".
Le ragioni dell'ostilità americana al Tribunale sono precise. Le hanno esposte Scheffer, il portavoce del Dipartimento di Stato James Rubin e il senatore repubblicano Richard Lugar, numero due della potente Commissione esteri del Senato. Nell'analisi americana il Tribunale avrebbe una giurisdizione universale e automatica sul genocidio, i crimini di guerra e quelli contro l'umanità; e quindi sarebbe competente a giudicare anche i cittadini degli Stati che non hanno firmato il trattato, come l'America. Paradossalmente, i cittadini degli Stati che lo hanno firmato potrebbero invece sfuggire per sette anni grzie alla clausola "opt-out". Ha detto Scheffer: "Sarebbe illegale, è un principio che non regge, nessun diritto lo sancirebbe mai". Ha aggiunto Rubin: "Il trattato non tiene conto del ruolo di pace delle nostre forze armate nel mondo: ci espone alla inaccettabile possibilità che esse siano processate per sbaglio, per motivi politici e così via". Ha concluso Lugar: "Al congresso le competenze del tribunale s
ono considerate una violazione della nostra sovranità".
Abbiamo sentito Lugar, un ex candidato alla presidenza degli Stati Uniti e uno degli architetti del disarmo nucleare. Lugar ha fama di "colomba" ed è a disagio perché l'America si è trovata a combattere con l'appoggio dei suoi "nemici", come la Libia e il Sudan, contro il tribunale battezzato dalla Conferenza internazionale di Roma.
Il senatore repubblicano si augura che la superpotenza e l'Europa, spalleggiata dai paesi in via di sviluppo, non siano su una rotta di collisione. Ma non nasconde il timore che tra di loro cominci un complesso braccio di ferro diplomatico e giuridico.
E vero che è un trattato imperfetto, ma è altrettanto vero che è una svolta storica. Perché tanta opposizione?
"Perché i nostri soldati, sostiene il senatore Richard Lugar, sono spesso chiamati a intervenire nelle aree calde del mondo e possono commettere errori. In base alle nostre leggi ne rispondono a noi, come è successo per il disastro del Cermis. sE la competenza del tribunale si fosse fermata al genocidio, l'avremmo avallata perché non li avrebbe riguardati. Per ora sarebbe meglio usare i Tribunali ad hoc che esistono già , con competenze limitate, e che dipendono dal Consiglio di sicurezza dell'ONU, come quelli sulla Bosnia e il Ruanda".
Un anno fa il Congresso americano approvò il trattato antimine e l'amministrazione Clinton lo respinse. Ma sul Tribunale è d'accordo con il presidente.
"Il capo della mia Commissione, Jesse Helms,aveva ammonito che il trattato sarebbe arrivato morto alla nostra ratifica, cioè che non lo avremmo approvato qualora l'amministrazione lo avesse aderito":
l'America silurerà il Tribunale?
"E' impridente fare previsioni, la discussione non è nemmeno iniziata. Sinora nella nostra Commissione si è accennato a un solo problema. Negoziare o no un nuovo accordo con i Paesi dove stazionano le nostre truppe, accordo che impegni gli ospiti a non deferirle e a non consegnarle al Tribunale se deferite da altri? E se gli ospiti rifiutano se ritirarle o no ?".
perché è stato respinto l'emendamento dell'India di fare dell'uso di armi atomiche un crimine di guerra? E una cosa che vorrebbero tutti.
"Penso che molti paesi le ritengano un deterrente, una garanzia di pace. Io ho sempre cercato di ridurre i mezzi di distruzione di massa, ma tranite appositi trattati di disarmo che possono condurre idealmente alla loro eliminazione".