LA CERIMONIA IN CAMPIDOGLIO. APPLAUSI E CHAMPAGNE PER LA NASCITA DEL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE. RUTELLI: SVOLTA STORICA
ROMA BENEDICE LA CORTE
FIRMATO L'ACCORDO. PRODI: UN SUCCESSO ANCHE NOSTRO
Di: Toni Fontana
La prima firma è stata quella dell'Italia, il paese che ha ospitato la conferenza, che ci ha creduto più di altri, poi il grande libro che riassume gli impegni presi nella conferenza dell'ONU, è stato firmato dai rappresentanti dai paesi piccoli e grandi da Andorra, alla Grecia, alla Spagna. E, a sorpresa, anche la Francia a apposto la sua firma tra i primi. Così ieri a Roma è nata lo Corte penale internazionale. Proprio qui in Campidoglio dove oltre 40 anni fa, il 25 maggio 1957, vennero firmati i trattati che diedero vita alla Comunità economica europea. Allora cominciò il cammino dell'Europa. Ieri s'è scritta un'altra pagina di storia. E questa è la definizione usata da Romano Prodi per commentare i risultati della conferenza che "corona l'impegno della comunità internazionale di dotarsi di strumenti giuridici per la salvaguardia dei diritti dell'uomo". E si tratta di un'iniziativa, ha ricordato il presidente del consiglio "fortemente voluta" del nostro paese.
La presenza di Kofi Annan era rimasta in forse fino all'ultimo. Il segretario generale dell'ONU si trovava in visita in alcuni paesi dell'America Latina per discutere della riforma del consiglio di sicurezza. Mentre a Roma il negoziato stava partorendo lo Statuto con un forte e addirittura inaspettato consenso, Annan ha interrotto la visita ed ha deciso di venire a Roma. Così la cerimonia è slittata di qualche ora per attenderlo. Quando Annan si è affacciato nella sala degli Orazi e Curiazi, accompagnato da Dini, si è levato un applauso. In sala c'erano i protagonisti della battaglia per la Corte, da Emma Bonino a Staffan De Mistura, e una folta platea di delegati e diplomatici reduci da un faticoso mese tra le mura del Palazzo della Fao. Tra questi molti europei e tanti africani. Il sindaco Rutelli, nel suo saluto, ha parlato di "nuova svolta storica alla fine di un secolo che ha visto sofferenze terribili accanto a conquiste senza precedenti, voi donate al mondo una strumento decisivo per contrastare il c
rimine, la violenza, il genocidio, affermare il diritto, giustizia e pace". Poi ha preso la parola Kofi Annan che ha esordito definendo la decisione presa a Roma "un momento storico, di grande speranza, e un passo gigantesco sulla via della giustizia". Il professor Giovanni Conso, che in queste cinque settimane ha presieduto la conferenza, assicura che la Corte giudicherà "i crimini più atroci". "Abbiamo contribuito a scrivere una pagina di storia", aggiunge Conso "entreremo nel nuovo millennio a testa alta. Questa di Roma è una grande giornata in nome della pace".
Ai protagonisti della conferenza fa eco il ministro degli Esteri Lamberto Dini che ha esordito lodando "l'intenso, tenace, paziente negoziato che si è concluso, sul filo del tempo con l'approvazione dell'atto finale e con l'apertura della firma. L'Italia è ben lieta di aver ospitato un evento così importante per la definizione delle regole che debbono reggere la comunità internazionale e degli strumenti in grado di garantirne l'applicazione". "Inevitabilmente, ha poi aggiunto il titolare della Farnesina, il negoziato si è confermato difficile, talvolta anche aspro. Era largamente prevedibile. Lo Statuto della Corte introduce innovazioni di grande spessore nei rapporti tra gli Stati, incide sulle loro prerogative sovrane, realizza un nuovo rapporto tra giurisdizioni nazionali, integra quella Carta dei diritti che, a 50 anni dalla loro approvazione, resta uno dei momenti culminanti nella storia delle Nazioni Unite".
Il negoziato è stato difficile, e il compromesso è scaturito dalle lunghe riunioni notturne lascia, come ha detto Emma Bonino, anche "l'amaro in bocca" assieme alla soddisfazione per i risultati conseguiti. Dini non manca di accennare anche a questo: "non tutto quello che avevamo sperato è nello Statuto, dice il ministro degli Esteri, che aggiunge "credo si debba, tuttavia, riconoscere che la Corte internazionale che vede la luce a Roma ha caratteri di efficacia, indipendenza, autorevolezza commisurati ai compiti che l'attendono".
Così con queste parole, si suggella la nuova amicizia tra le Nazioni Unite e l'Italia e si rafforza l'unità d'intenti che s'era vista in occasione della crisi con l'Irak e in occasione di importanti battaglie come quella sulla pena di morte. Infatti, dopo la fine dei discorsi ufficiali, comincia la firma dello Statuto e, non a caso la prima firma è quella dell'Italia. Dini appone la firma sul grande libro che gli ha donato Annan. E sarà l'Italia il paese che custodirà lo Statuto fino al 16 ottobre, poi lo Statuto sarà trasferito a New York al palazzo di vetro delle Nazioni Unite dove altri Paesi potranno firmarlo fino alla fine dell'anno Duemila. Le adesioni potranno tuttavia giungere anche dopo. Terminata la cerimonia della firma , nei giardini di Sisto IV, si è svolto un cocktail in onore di Annan e degli ospiti della conferenza. Il segretario dell'ONU si è allontanato per qualche minuto e ha raggiunto la piazza del Campidoglio dove i numerosi militanti del comitato "Non c'è pace senza giustizia" e del par
tito radicale l'hanno fatto salire su un palco. Annan e la Bonino hanno stappato una gigantesca bottiglia di champagne "innaffiando" le prime file della folla.