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Conferenza Tribunale internazionale
Palumbo Stefano - 21 ottobre 1998
IL RESTO DEL CARLINO SABATO, 18 LUGLIO 1998

LA BOZZA DEFINITIVA PUO' CONTARE SU 100 PAESI. USA "INSODDISFATTI"

NASCE (MA ZOPPA) LA CORTE PENALE

BONINO: "NONO E' UN SUCCESSO, MA UN COMPROMESSO ACCETTABILE". LUNGA MEDIAZIONE

Di: Marcello D'Angelo

"Nasce un bambino zoppo, ma col tempo ci sono buone possibilità che impari a camminare". In questa battuta del segretario internazionale di Amnesty Internaztionale, il senegalese Pierre Sane, è perfettamente sintetizzata la conclusione della Conferenza di Roma per l'istituzione di una Corte penale internazionale. Il tour de force durato oltre cinque settimane, che è stato più volte ad un passo dal fallimento totale, si chiude, quindi, con il parziale successo di quei paesi che più degli altri si sono spesi per la creazione della Corte. Non è un successo pieno, "ma un compromesso, rileva il commissario europeo Emma Bonino, più che accettabile, anche se lascia un po' d'amaro in bocca".

Così, mentre va in votazione la bozza conclusiva predisposta dal canadese Philippe Kirsch, nessun paese può fregiarsi dell'alloro di vincitore. La mediazione e la necessità del compromesso hanno prevalso. Anche se i cinque del Consiglio di Sicurezza (ad eccezione della Gran Bretagna) hanno tentato fino all'ultimo do limitarne al massimo i poteri di iniziativa autonoma tentando di imbrigliarlo ai consensi o ai dinieghi del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. In questo senso si muove l'emendamento dell'ultimo minuto, ma che gode di scarsissimi consensi, voluto dagli Usa: evitare che si possa procedere contro i militari in servizio senza il consenso del paese interessato.

Il "Tribunale", che dovrà perseguire i crimini contro l'umanità, il genocidio, i crimini di guerra e l'aggressione, avrà sede all'Aja. A ricoprire il ruolo di "Pubblico ministero" ci sarà un Procuratore sostanzialmente, ma non completamente, autonomo. Le sue decisioni dovranno essere "verificate" da una sala di istanze (una sorte di giudice per le indagini preliminari) e passare al vaglio del Consiglio di sicurezza che potrebbe decidere il blocco dell'azione per 12 mesi rinnovabili. La bozza "della mediazione" prevede, inoltre, la non perseguibilità dei cittadini dei paesi non firmatari, il consenso del Paese dove è stato commesso il crimine o quello dello Stato di appartenenza dell'imputato.

Proprio su queste limitazioni all'autonomia del Procuratore si appuntano le critiche di molte delle Organizzazioni non governative. In serata la Cina ha abbandonato le posizioni intransigenti e la Francia ha dato la sua adesione alla bozza ricompattando l'Europa.

A questo punto la bozza di compromesso può contare su di un centinaio di voti su 162 paesi presenti, resta l'incognita Stati Uniti, ancora "insoddisfatti" della mediazione raggiunta, ma Bill Clinton, solo per ragioni interne, è in condizione di affrontare questa sconfitto internazionale?

 
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