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Conferenza Tribunale internazionale
Partito Radicale Maria Carmen - 20 febbraio 1999
FIDEST Agenzia giornalistica, settimanale a diffusione internazionale, anno 11, n 12
NO PEACE

WITHOUT JUSTICE

L'obiettivo della pace e della riconciliazione, che si vuole raggiungere a Rambouillet, tra il Kossovo e la Repubblica Federale Iugoslava, potrà essere completa solo se prevederà clausole che assicurino l'accesso del Procuratore del Tribunale Internazionale per condurre sul posto le indagini e per chiamare in giudizio coloro che si sono macchiati delle atrocità che sono state commesse.

E' quanto sostiene il movimento denominato "Non c'è pace senza Giustizia" del Partito radicale italiano.

Il rapporto stilato in proposito è il risultato delle ricerche sul campo condotte dagli esperti dell'associazione dopo che il regime di Belgrado ha negato l'accesso sul territorio jugoslavo del Procuratore del Tribunale dell'Aia.

Il team ha analizzato gli eventi in Kossovo e li ha confrontati direttamente con le norme del diritto della guerra applicate dal tribunale Penale per l'ex Jugoslavia.

Il rapporto che ne è scaturito oltre a dimostrare la piena competenza e giurisdizione del Tribunale Penale per l'ex Jugoslavia sui crimini commessi in Kossovo, sostiene la necessità di garantire al Procuratore del Tribunale libero accesso ai siti ed ai testimoni dentro e fuori dal Kossovo.

Il rapporto nell'analizzare gli incidenti che si sono verificati nel periodo preso in esame, tra marzo ed ottobre del 1998, constata che le autorità della repubblica federale iugoslava hanno cercato di combattere le Forze di liberazione del Kossovo attraverso attacchi -diretti alle loro basi e roccaforti, e mirando alla loro rete di supporto con la popolazione civile, attraverso una campagna tesa a terrorizzare la popolazione del Kossovo nel suo insieme. Ciò ha guidato tutti gli eventi verificatesi in Kossovo compresa la perpetrazione di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale da parte del personale che ha agito su mandato dei leader della Repubblica Federale Jugoslava. Le atrocità rilevate si sono dimostrate con tutta la loro evidenza e perpetrati mediante attacchi ed operazioni conformi ad una strategia che può essere stata pianificata e diretta solo da un potere centrale.

Le forze militari di polizia sono state così usate per bloccare le attività delle forze di liberazione del Kossovo che avevano beneficiato di un ampio supporto da parte della popolazione civile, cercando di distruggere le loro basi e di minare i loro comandanti e di prevenire l'acquisto di armi ed equipaggiamenti e di assicurare la sottomissione dei Kossovani attraverso la paura, mezzi intimidatori e la distruzione delle loro proprietà. Tale escalation di terrore nei confronti della popolazione civile è stata il risultato di anni di intimidazione da parte delel forze di polizia serbe in Kossovo e della violazione dei diritti umani nella provincia e costituisce un metodo operativo fuori legge durante il conflitto armato.

Si possono in questo modo riassumere le azioni illegali compiute:

1. Attacchi alle città e ai villaggi abitati da civili

2. Uccisione e ferimento grave di civili comprese donne, bambini, anziani ed infermi

3. Detenzione ed imprigionamento arbitrario degli uomini della popolazione kossovara

4. Coercizione, intimidazione e minaccia della popolazione e tale da far loro abbandonare le case

5. Distruzione arbitraria delle abitazioni

6. Distruzione premeditata di proprietà privata compresi campi e bestiami

7. Saccheggio organizzato di proprietà civili.

Si richiama la responsabilità diretta del presidente della Serbia Milosevic in quanto capo del consiglio superiore di difesa ha ordinato l'utilizzazione del VJ in Kossovo, nonostante le obiezioni del primier del Montenegro.

Il Presidente Milosevic ha selezionato con cura quelle forze da usare in Kossovo ed ha comunicato direttamente le sue istituzioni e aspettative ai suoi comandanti sul campo.

 
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