Leggendo attentamente il testo di Giuseppe Lorenzi, mi sono chiesto se esso realmente parlasse della non-violenza, poiche' mi sembrava che il discorso affrontato da Giuseppe riguardasse quel discorso che io chiamo "Pacifismo", e che spesse volte viene confuso con la non-violenza.Cosi' facendo mi pare si sia toccato un discorso piu' ampio, e a mio modo piu'leggittimo.
Sono d'accordo che la violenza a priori non porti mai ad una soluzione, e che e'impossibile poter pensare di ottenere qualcosa in Italia utilizzandola!!
Ma appoggiare una situazione di non-violenza vuol anche dire escludersi da certe eventualita' che non sono sicuramente escluse dal pacifismo.Ed e'alla pace che noi dobbiamo mirare, personalmente mi definisco un pacifista e non un non-violento,non escludendo certe eventualita' che si potrebbero creare, ne sono prova le situazioni in america latina e nell'Est.
Chiaramente definirsi un no-non-violento non significa giustificare la violenza come atto in se',ma significa degredarla, e ritenerla possibile non a priori ma bensi'postuma a casi di assoluta necessita',in cui la non-violenza non avrebbe piu'senso!
Giorgio Savona