Per ben tre volte negli ultimi suoi interventi Roberto Cicciomessere mi chiama in causa 1) come alfiere del "partito radicale democratico del 51 per cento", e 2) come esemplare tipico di coloro che accusano i radicali di fare del vittimismo a proposito dell'informazione.Per aver lavorato con Roberto fianco a fianco in Parlamento per quasi sei anni io ho grandissima stima di lui: e ciò nonostante mi sono quasi sempre trovato in disaccordo con lui non sulle cose pratiche da fare, ma sull'analisi politica che le precedeva. Il risultato è stato che mi sono spesso trovato a fare le stesse cose con motivazioni o per ragioni diverse dalle sue. Con un'importantissima differenza tra me e Roberto: all'interno del partito radicale e nella storia del partito radicale, Roberto si è sempre trovato dalla parte della maggioranza, io dalla parte della minoranza.
Bene, dico allora che se io fossi soltanto l'iscritto radicale che appaio dalla descrizione di Roberto potrei a buon diritto rivendicare il titolo di "mostro" (come il PR descritto, secondo Roberto, da Salvidio).
Partiamo dalla cosa più semplice da spiegare, la questione dell'informazione: ma è possibile, è ragionevole, è sensato sostenere ancora che le "masse" non sanno che cosa sia il PR perchè l'"informazione" non glielo ha spiegato?(E Roberto indica trionfalmente Salvidio: ecco l'esempio!)
E se si desse il caso che Salvidio non fosse "esempio" che di se stesso? Se invece si prendessero a esempio le migliaia e migliaia di iscritti per qualche tempo al Pr, le migliaia e migliaia di ascoltatori di Radio Radicale, di Teleroma 56 e Canale 66, i militanti radicali come Mauro Mellini, addirittura i segretari del partito come Jean Fabre o Geppi Rippa, i parlamentari (ma qui l'elenco sarebbe davvero troppo lungo)...tutti loro si sono allontanati dal PR per mancanza di informazione o perchè male informati dai "cattivi" mass media?
La mia opinione, che non pretende di essere la verità ovviamente, è che il PR si trova nella situazione in cui oggi è perchè a questa situazione lo ha condotto il gruppo dirigente che lo ha guidato negli ultimi dieci anni (tanti ne ho vissuti all'"interno" del partito, e quindi posso parlare per conoscenza diretta).
Io ritengo che il PR in questo periodo abbia ottenuto grandi successi parziali, su singole battaglie, ma che abbia fallito l'occasione storica di rappresentare l'alternativa politica globale alle maggioranze che hanno governato o sgovernato l'Italia in questo periodo.
E' stata una scelta della maggioranza dei militanti radicali (che in almeno un paio di congressi hanno avuto la possibilità di scegliere diversamente) e io la rispetto: tanto è vero che ho continuatoa iscrivermi e a fare quel che potevo. Ma se quella maggioranza e i dirigenti di quella maggioranza sono oggi insoddisfatti della situazione, non accusino i mass media e non cerchibo alibi in babau che non ci sono.
Se invece pensano di avere ottenuto tutto quanto si poteva raggiungere in Italia, allora non capisco perchè si dichiarino insoddisfatti.