del laboratorio abruzzese, da quello che hopotuto ascoltare attraverso Radio radicale,
mi sembra attestato, nel pci su una mediazione
interessante ma ancora insufficiente. Sento
affermare da autorevoli rappresentanti co-
munisti dell'area del si, in primo luogo
da Occhetto, di essere interessati alla for-mazione di un'area democratica e laica, dove possano riconoscersi
forze diverse, ma di sentirsi innanzitutto impe-gnati a difendere la "forza" elettorale del PCI, perche' di questa rispon-
dono in quanto dirigenti. Questa forza corrisponde
ad un criterio di rappresentanza di tipo proporzionale
e quindi puo' dar luogo esclusivamente ad una alternativa
che aggreghi attorno ai due poli della DC e del PCI
le forze minori: Ma questa e' appunto l'espe-
rienza che conosciamo ormai da 40 anni e che ci
ha condotto dove ci troviamo.
Perche' invece non impegnare questa forza
-scrivo convinta che siano molti i comunisti
abbonati ad Agora'-che si sente di rappresentare,
e proprio in quanto dirigenti eletti, su un
obiettivo di alternativa, su basi paritarie,
democratica e laica ? Probabilmente perche'
non tutto il Pci vi si riconosce: Ma non deve
valere, anche in questo caso, un criterio di
chiarezza e di democrazia ? Gli attuali diri-
genti sono stati democraticamente eletti da
una maggioranza in un regolare congresso, ed e'
con questa che sono tenuti a governare il partito
e non - ancora una volta - secondo un criterio
confuso-anche per conto delle due minoranze.
Grazie dell'attenzione.