Purtroppo non siamo sicuri di niente, anzi la ventilata convergenza Pci-De Mita su un sistema che preveda un premio di maggioranza e il collegamento elettorale dei partiti "satelliti" lascia prevedere poco di buono. Come ho già scritto precedentemente in questa conferenza, l'istituto referendario è stato troppe volte violentato dalla partitocrazia per non costringerci a temere che anche in questo caso possa essere utilizzato per un fine opposto a quello voluto dai promotori. C'è il rischio di perdere ma se non facessimo niente, se non sostenessimo questa eccezionale convergenza di forze diverse sui referendum elettorali, avremmo la certezza del degrado totale della democrazia italiana. Sta a noi difendere il contenuto dei referendum ed affermare che, allo stato dell'arte, solo il sistema uninominale classico, ad un turno, può finalmente restituire all'elettore il diritto di decidere da chi essere governato e quindi recuperare, come scrive Popper, l'essenza stessa della democrazia.
Il perno di questa scommessa referendaria è il Pci e la "cosa" che deve nascere. Se assisteremo ad un semplice restauro della facciata del partito comunista italiano e non alla costituzione del nuovo Partito della riforma e dell'alternativa, potremo essere sicuri che anche questo referendum si risolverà in una truffa. Ma ancora ci sono molte carte da giocare per promuovere anche in Italia una vera rivoluzione democratica e nonviolenta.
P.S.
Su questi temi è utile leggere un articolo di Marco Pannella pubblicato oggi sulla seconda pagina dell'Unità.