Sono a favore del sistema uninominale, per le motivazioni sviluppate da Cicciomessere nel suo intervento. Non sono però d'accordo nel giudicare come drasticamente alternativi i due sistemi.Mi chiedo se non sia il caso di fare un ulteriore sforzo teorico su questa questione, indubbiamente complessa e delicatissima, per cercare di unire gli indubbi vantaggi dell'uninominale a quelli, altrettanto indubbi, di maggior rappresentatività della proporzionale.
A tale proposito, qualche ovvia considerazione preliminare:
- il nostro Parlamento è, come tutti sanno, bicamerale, e le Camere hanno le stesse prerogative, avendo ognuna sia poteri legislativi sia funzioni di rappresentanza e di controllo;
- il sistema elettorale uninominale è quello che meglio garantisce la governabilità, che si si esplica essenzialmente nell'attività legislativa;
- il sistema proporzionale è quello che garantisce la massima rappresentatività dell'elettorato, consentendo la presenza di forze politiche anche di estrema minoranza.
Perché non pensare allora ad una ovvia e ragionevole suddivisione dei ruoli?
Supponiamo che il potere legislativo venga assegnato ad un solo ramo del Parlamento (p.e. al Senato). E' chiaro che il sistema elettorale ad esso più confacente sarebbe quello uninominale puro.
Supponiamo ancora che alla Camera vengano invece affidati compiti di rappresentatività e di controllo, per cui potrebbe conservare, proprio per le caratteristiche di questi compiti, un sistema elettorale di tipo proporzionale.
Ecco come si configurerebbe il Parlamento in questa ipotesi.
Il Senato (Camera "legislativa"), eletto con un sistema uninominale puro, all'inglese, avrebbe essenzialmente il compito di approntare la legislazione ordinaria (proposta, discussione e votazione delle leggi, fiducia e sfiducia al governo, ecc.).
La Camera dei Deputati (Camera "rappresentativa"), eletta con la proporzionale pura, avrebbe la funzione di massima rappresentanza parlamentare dei cittadini e della società, svolgendo quindi tutte le funzioni legate a questo ruolo che la Costituzione prevede per il Parlamento: elezione del Presidente della Repubblica, elezione di un terzo dei membri del CSM, elezione di un terzo dei membri della Corte Costituzionale, messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica, del Presidente del Consiglio e dei Ministri, ecc.
Avrebbe inoltre, sempre in nome della rappresentatività dei cittadini, l'altro fondamentale potere costituzionale previsto per il Parlamento: quello di controllo. Le sarebbe infatti riservata la possibilità di costituire commissioni d'inchiesta e conoscitive, ecc.
Alla Camera potrebbe inoltre essere riservato il diritto di richiamo di una legge già approvata dal Senato, previa una maggioranza qualificata che lo richieda (meccanismo simile a quello introdotto nella proposta di riforma istituzionale approvata recentemente dal Senato).
L'unico caso in cui anche la Camera "rappresentativa" avrebbe una funzione legislativa sarebbe quello relativo alle leggi costituzionali, per le quali l'iter rimarrebbe identico a quello previsto attualmente dalla Costituzione.
(continua)
Giuseppe Lorenzi