(continuazione)I vantaggi:
- la Camera rappresentativa, proporzionale, garantirebbe ad ogni forza politica per un minimo consistente la rappresentanza in Parlamento, nonché il potere di verifica e di controllo, l'unico esercitabile (ed esercitato...) proficuamente anche da formazioni politiche di piccola entità. Permetterebbe inoltre l'emergere (e il mettere alla prova...) di formazioni politiche nuove, portatrici di valori radicalmente differenti da quelli consolidati;
- il Senato, legislativo e uninominale, sarebbe presumibilmente composto più o meno dalle stesse forze politiche presenti alla Camera, ma "costrette", per governare, a riunirsi in due o, al massimo, tre schieramenti politicamente affini;
- avrebbe finalmente un senso la bicameralità del Parlamento, ora esistente quasi esclusivamente per motivi storici;
- il sistema proporzionale della Camera fungerebbe da correttivo al Senato, nel caso, teoricamente sempre possibile,
di gravi distorsioni dovute al sistema uninominale (minoranze che risultano maggioranze,...).
- per quanto sopra detto, credo che la partitocrazia ed il consociativismo verrebbero seriamente colpiti.
Gli svantaggi:
- probabilmente il Senato, avendo il compito di "fare le leggi", tenderebbe a diventare più importante della Camera, che si potrebbe "specializzare" nel controlo e nella critica. Potrebbe insomma formarsi una "Camera della maggioranza" e una "Camera dell'opposizione", con pericolo di conflitti di competenza. A tale rischio si potrebbe ovviare in primo luogo calibrando bene le caratteristiche dell'una e dell'altra, ma soprattutto ponendo come condizione inderogabile che le Camere, sia per normale fine legislatura, sia in caso di scioglimento anticipato del Parlamento, dovrebbero comunque essere sciolte entrambe contemporaneamente. Questa misura farebbe sì che in nessuna delle Camere emergessero tentazioni "estremistiche".
- si perderebbe la doppia lettura per le leggi ordinarie, ma, nei fatti, si sta già andando verso questa soluzione, (vedi la legge di riforma istituzionale di cui sopra).
Ultima notazione, più strettamente legata all'attualità politica: una riforma istituzionale di questo tipo - in linea, tra l'altro, con i referendum elettorali in corso - sarebbe, secondo me, di difficile confutazione, in quanto toglierebbe l'alibi della difesa della democraticità della proporzionale a tutti coloro che in realtà sono semplicemente fautori dello statu-quo partitocratico.
Giuseppe Lorenzi