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Conferenza Partito radicale
Autera Cesare - 23 giugno 1990
Il problema non e' nel sistema elettorale.

Il lodevole tentativo di chi propone un sistema uninominale e' quello di

rendere effettivamente responsabile un ben identificato partito (ed i

suoi uomini) delle proprie scelte (di governo o di opposizione), di modo

che l'elettore sappia a chi attribuire colpe e meriti, e possa usare il

proprio voto di conseguenza.

In altri termini con l'uninominale, si dice, si saprebbe con certezza,

che le responsabilita' di quel dato scandalo, piuttosto che di quella

meritoria iniziativa culturale, sono esclusive di Tizio appartenente al

partito Sempronio.

Con il sistema uninominale, si dice, le forze politiche dovrebbero

preventivamente dichiarare programmi ed alleanze, e questo a tutto

guadagno della governabilita' e del successivo confronto tra promesse e

realizzazioni.

Con il sistema uninominale, si dice, si garantirebbero contemporaneamente

stabilita' governativa, scongiurando il pericolo di elezioni anticipate,

ed alternanza, perche' il popolo saprebbe "di chi e' la colpa" e non lo

voterebbe piu', indirizzando le sue preferenze ai partiti

dell'opposizione.

Con il sistema uninominale,infine, si dice che si sferrerebbe un duro

colpo alla partitocrazia.

Permettetemi di dissentire.

Nulla di tutto questo si realizzerebbe.

E questo perche' il problema non risiede nel sistema elettorale (e che

personalmente preferisca un sistema elettorale che garantisca la

rappresentativita' e' ormai chiaro a tutti), quanto nella mentalita' di

chi governa e di chi vota.

E' un problema culturale che di certo non si risolve modificando il

sistema elettorale.

Le responsabilita' di scandali ed imprese meritorie sono, gia' oggi,

perfettamente note: cambiamenti significativi di voti? Nessuno.

Anche con l'attuale sistema le forze politiche dovrebbero preventivamente

dichiarare programmi e schieramenti, e poi rispettarli. Lo fanno? No.

La stabilita' governativa e' esistente di fatto, perche' ogni governo e'

la fotocopia del precedente.

Dulcis in fundo, presupposto per un'alternanza, orrenda parola alla quale

preferisco alternativa, e' che la gente cambi voto e voti secondo

coscienza. Avviene questo in Sicilia, Calabria, Campania, Lazio, ecc...?

No. Il voto non e' espressione di volonta' popolare, ma di necessita' di

"favori", favori che il "proprio" candidato garantisce.

Voi credete che l'uninominale modificherebbe tutto questo?

Pia illusione.

Temo invece che la situazione peggiorerebbe. Tutte le forze di minoranza

spazzate via, un'opposizione inesistente e debole condannata al silenzio

perpetuo grazie ad un sistema di clientele che ben lungi dall'essere

intaccato sarebbe favorito dal nuovo sistema. Un partito, come quello

radicale, un movimento d'opinione, come i verdi, una lista, come

l'antiproibizionista, completamente muti, privi di parola e

rappresentanza parlamentare.

Mi sembra un grande passo indietro.

 
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