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Conferenza Partito radicale
Cicciomessere Roberto - 26 giugno 1990
Strutture e sovrastrutture
Durante la mia vita ho sempre incontrato persone o gruppi politici che mi spiegavano che il problema "strutturale" non era quello del quale mi occupavo ma uno più generale: non il divorzio (sovrastruttura borghese!) ma il diritto di famiglia, non l'obiezione di coscienza ma la struttura militare, non l'aborto ma la liberazione della donna, non il caso Tortora ma la giustizia in generale. I fatti hanno dimostrato che solo a partire da specifici problemi immediatamente comprensibili a tutti era veramente possibile risalire alla questione generale e non viceversa. Infatti solo grazie a quelle battaglie che primo ho evocato è stato possibile affrontare i problemi più generali.

So bene che la riforma del sistema elettorale non è la riforma della politica e neppure la "rivoluzione". Ma può essere la "maniglia" con la quale aprire la porta (o il tombino) della partitocrazia per far entrare luce e pulizia.

Scrivo "può essere" non tanto per le riserve sulla scala di priorità degli interessi in gioco quanto per i dubbi sulla praticabilità, oggi, in Italia di qualsiasi battaglia democratica.

Per quanto riguarda le piccole formazioni ed i movimenti di opinione devo ribadire che non ho alcun interesse a tutelarli nel momento in cui hanno una vocazione dichiaratamente minoritaria e subalterna: la coltivazione del proprio orticello elettorale al fine esclusivo della propria sopravvivenza a qualsiasi costo. Mi chiedo per esempio cos'è che distingue in Italia il partito liberale da quello repubblicano, da quarant'anni ruote di scorta della Dc e di tutti i governi, se non la difesa delle posizioni di potere acquisite.

Un movimento di opinione che voglia invece affermare, anche a partire da questioni che riguardano una minoranza, un problema di valore e interesse generale, ha tutto da guadagnare da un sistema elettorale maggioritario che costringe i grossi schieramenti non solamente a mantenere le proprie posizioni elettorali ma a vincere. Di qui la necessità di far proprie le battaglie d'opinione proprio per guadagnare quei due o tre punti indispensabili per superare lo schieramento avversario.

 
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