Non sottovaluterei cio' che ha scritto Cesare Autera a
proposito del rischio che qualsiasi tentativo di riforma
delle leggi elettorali finisca per non cambiare nulla.
Il clientelismo, la logica del do ut des, la corruzione, possono essere
scalfiti, ma non sradicati da una riforma.
Sono convinto che l'eliminazione o, piu' ragionevolmente, la
drastica riduzione delle distorsioni del sistema democratico
lamentate, mi pare, da tutti i presenti in conferenza, passi
attraverso la spoliazione di Stato e partiti del patrimonio
immenso che attualmente amministrano. Questa ricchezza e'
la merce di scambio mediante la quale il potere, il mono-partito
del compromesso storico di Cicciomessere, si garantisce i consensi
elettorali e riesce a perpetuarsi a scapito di tutte le evoluzioni
culturali degli ultimi anni.
Impoveriamo lo Stato, riconducendolo ai suoi compiti istituzionali
e impedendogli di fare il banchiere, l'industriale ed il mercante,
e otterremo il risultato di privare chi gestisce il potere delle
risorse economiche per mezzo delle quali il processo democratico
di contrapposizione fra modelli alternativi di governo e' stato
congelato.