desidero proporre oggi alcune considerazioni pensate qualche mese fa,nel vivo della raccolta di firme per i referendumMi colpi' allora l'idea che la scommessa della democrazia consistesse nella speranza di un mutamento di governo senza spargimento di sangue. Mi sembrava, forse confusamente, che il problema si ponesse in forme analoghe a est e a ovest. Sono fermamente convinta della incompatibilita' del sistema proporzionalistico con questa speranza.Infatti e' ben piu' difficile e problematico uscire oggi da 45 anni di governo democristiano di quanto non sia stato uscire dal fascismo dopo la guerra.
La soluzione a questo problema perseguita sempre e anche oggi dal Pci e' l'alleanza con la sinistra democristiana contro quella che una volta si chiamava la "palude dorotea".In concreto l'affermazione di questa prospettiva significherebbe la messa in comune a sostegno del governo che ne nascerebbe di due "sacche" di disperazione e di emarginazione, prodotto appunto di 45 anni di regime.Molto pericoloso per la democrazia, per la vita stessa di tutti.
Una seconda ipotesi che nel Pci viene tenuta in caldo e' rappresentata dal correttivo socialdemocratico. Ma, un partito socialista "democratico" c'e' gia'. Solo una confluenza potrebbe giustificare la nascita di un secondo: Qualcosa di simile a quanto gi' accadde sul finire degli anni '60.
Il correttivo radicale: non dico il Pci, ma neppure un'area definita di questo ha avuto il coraggio di questa scelta. Troppo contraddittoria con la tradizione culturale e soprattutto con la prassi del comunismo italiano.
Quindi per il Pci, confusione, isolamento e assenza di sbocchi credibili.