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Conferenza Partito radicale
Cicciomessere Roberto - 1 ottobre 1990
USTICA (3a) - Capitolo 3 : LE INCHIESTE (prima parte)

Sul disastro di Ustica hanno condotto o stanno conducendo, a diverso titolo, indagini:

1. l'autorità giudiziaria:

in istruttoria sommaria:

- il sostituto procuratore di Palermo Guarino dal 27.6.80 al 10.7.80;

- il sostituto procuratore di Roma Santacroce dall'11.7.80 al 31.12.83;

in istruttoria formale:

- il giudice istruttore Bucarelli dall'1.1.84 al 23.7.90 (P.M. Santacroce) - il giudice istruttore Priore dal 23.7.90 (P.M. Coiro, Roselli, Salvi) - la Procura della Repubblica di Marsala (maggio-giugno 1988)

2. la Commissione d'inchiesta tecnico-formale nominata dal Ministro dei trasporti e presieduta dal dottor Luzzatti: nominata il 28.6.80, ha presentato due relazioni preliminari il 31.7.80 (trasmessa al Parlamento il 6.8.80) e il 5.12.80 (trasmessa al Parlamento il 13.12.80), la relazione conclusiva il 16.3.82 e si è sciolta formalmente il 25.3.86;

3. la Procura militare della Repubblica di Cagliari che ha aperto procedimento di istruzione preliminare il 10.6.88. Anche la Procura militare di Palermo si è attivata, nel maggio 1988, chiedendo alla Procura della Repubblica di Marsala gli atti istruttori formati da quell'ufficio;

4. la Commissione d'indagine istituita dal Presidente del Consiglio e presieduta dal dottor Pratis: nominata il 23.11.88, ha presentato una relazione il 10.5.89;

5. il Capo dello Stato Maggiore dell'Aeronautica, generale Pisano, incaricato il 17.3.89 dal ministro della difesa Zanone di svolgere un'inchiesta, ha presentato una relazione nel maggio 1989;

6. la Procura generale della Corte dei Conti che, iniziata l'istruttoria nel maggio 1989, il 5.6.90 ha chiesto al Ministro della difesa di costituire formalmente in mora i militari coinvolti nella vicenda. Il giorno successivo al disastro, il 28.6.80, il ministro dei trasporti Formica, competente "per materia" trattandosi di un aereo civile, istituì, ai sensi degli articoli 827 e 1326 del codice di navigazione, una Commissione di inchiesta tecnico-formale e chiamò a presiederla il dottor Carlo Luzzatti della direzione generale dell'Aviazione civile. Furono nominati come componenti della Commissione: l'ispettore principale Antonio Ruscio e il capo tecnico superiore Riccardo Peresempio, entrambi della direzione generale dell'Aviazione civile; l'ingegner Francesco Bosman del Registro Aeronautico Italiano; il maggiore Aldo Mosti dell'Aeronautica militare; il comandante Enzo Antonini, il copilota Gaetano Manno e il primo ufficiale Bernardo Sclerandi, esperti pilota; il professor Piero Fucci, es

perto medico-legale; il dottor Pietro De Luca, esperto sanitario.

*******

Il 29.6.80 Civilavia chiese informazioni all'Ambasciata USA a Roma circa la partecipazione alla Commissione d'inchiesta amministrativa di rappresentanti dello Stato cui apparteneva la società costruttrice dell'aereo (Douglas). Il 30.6.80 il direttore generale di Civilavia, Davide Collini, si rivolse al Ministero degli Esteri perché ottenesse dalla amministrazione americana competente l'indicazione di tecnici esperti e qualificati per l'inchiesta appena avviata.

Il 5.7.80 il dottor Luzzatti ricevette dall'Ambasciata USA in Italia un messaggio con il quale gli si comunicava che l'NTSB (National Transportation Safety Board), d'intesa con l'FAA (Federal Aviation Administration), aveva designato il signor Joseph Pontecorvo dell'ufficio romano dell'FAA quale rappresentate USA presso la Commissione e gli ingegneri della Douglas Steve Lund e Fred Kaizucka quali consulenti tecnici.

*******

A Palermo, il sostituto procuratore Guarino fu incaricato di condurre le indagini preliminari e di compiere gli atti urgenti in attesa che fosse individuata l'autorità giudiziaria competente.

Proprio a questo scopo, il 30.6.80 il dottor Guarino chiese al Ministero dei trasporti quale fosse il luogo di iscrizione dell'aereo.

Lo stesso giorno la direzione generale dell'Aviazione civile del Ministero dei trasporti (Civilavia) comunicò al dottor Guarino che luogo di abituale ricovero del DC9 precipitato era l'aeroporto di Ciampino. La Procura della Repubblica di Palermo concluse che, ai sensi dell'articolo 1240, secondo comma, del codice della navigazione, la competenza spettava al giudice di Roma.

Il 10.7.80 il sostituto procuratore Guarino trasmise pertanto il fascicolo alla Procura di Roma. Il giorno seguente, il sostituto procuratore Santacroce fu incaricato di condurre l'istruzione sommaria.

Prima del 10.7.80, il sostituto Guarino assunse numerose iniziative.

Il 28.6.80 ordinò il sequestro delle registrazioni TBT di Ciampino. Lo stesso giorno la polizia giudiziaria sequestrò a Punta Raisi la bobina contenente le registrazioni del traffico aereo.

Il 29.6.80 il dottor Guarino dispose la concentrazione dei relitti e dei reperti all'aeroporto di Boccadifalco.

Il 30.6.80 furono acquisite dal sostituto Guarino, tramite la Polizia giudiziaria, 3 nastri contenenti le registrazioni radiotelefoniche di tutte le frequenze del centro controllo traffico aereo di Roma e le registrazioni telefoniche di tutti gli enti interessati relative al 27.6.

Il 2.7.80 il sostituto Guarino emanò un decreto di sequestro di tutta la documentazione relativa all'acquisto, all'attività, all'esercizio e alla manutenzione dell'aeromobile. Il giorno dopo, in esecuzione di tale decreto, la Guardia di Finanza di Palermo sequestrò a Punta Raisi la documentazione relativa all'attività di volo, ai controlli e alle riparazioni del DC9 e la Guardia di Finanza di Bologna sequestrò tutta la documentazione dello stesso tipo reperibile nel capoluogo emiliano. Sempre il 3.7 la Guardia di Finanza di Catanzaro sequestrò la documentazione indicata dal decreto del sostituto Guarino presso la sede legale dell'Itavia a Lamezia Terme. Il 4.7, in esecuzione dello stesso decreto, la Guardia di Finanza si recò presso la direzione tecnica dell'Itavia a Ciampino e mise sotto sequestro la documentazione indicata che fu però trasmessa dal nucleo centrale di Polizia tributaria della Guardia di Finanza al Tribunale di Roma soltanto il 28.11.1983.

Il 4.7.80, per ordine del capo del 3· reparto dello Stato Maggiore esperti dell'Aeronautica (tenente colonnello Argiolas, colonnello Bomprezzi, maresciallo dei Carabinieri Zecchini, in forza al 2· reparto SMA-Sios) presero visione a Boccadifalco degli oggetti e dei rottami ivi accantonati.

Il 5.7.80 il sostituto Guarino emise un decreto di sequestro, con delega di esecuzione accordata al gruppo dei Carabinieri di Palermo comandato dal tenente colonnello Francesco Valentini, delle registrazioni delle intercettazioni dei radar militari comunque operanti sul mar Tirreno dalle ore 20.00 alle ore 23.15 del 27.6.

Il 7.7.80 il gruppo Carabinieri di Palermo inviò una informativa al comando della 3^ regione aerea di Bari sul decreto di sequestro delle registrazioni radar aggiungendo, rispetto al testo del provvedimento giudiziario, le seguenti parole: "con particolare riferimento at allineamento Latina-Ponza-Palermo con preghiera accentramento presso comando di Bari".

Tra il 29.6.80 e il 7.7.80 il sostituto Guarino nominò alcuni periti e segnatamente, oltre a medici legali per le autopsie, i professori Giulio Cantoro, Alfredo Magazzù e Luigi La Franca, incaricandoli di effettuare le perizie medico-legali, di stabilire quali meccanismi avessero prodotto le lesioni sui cadaveri, quali accadimenti avessero prodotto i suddetti meccanismi, quali fossero le cause di tali accadimenti. ****** Nei giorni e nei mesi successivi i periti medico-legali sottoposero le 39 salme recuperate ad esame esterno e a rilievi fotografici. Sette cadaveri furono sottoposti ad esame autoptico e ad esame istologico e tossicologico; dodici a radiografie; nove ad esame otoscopico

Il 14.10.80 il medico legale professor Stassi presentò una relazione preliminare.

Il 26.11.80 i professori La Franca e Magazzù presentarono una prima relazione preliminare affermando tra l'altro, in risposta ai quesiti loro posti, che dagli esiti delle perizie medico-legali e dall'esame dei plottaggi radar di Ciampino si poteva affermare che "l'aeromobile ha subito già in quota la perdita della integrità strutturale .... Non risulta possibile formulare precise ipotesi sulle cause del disastro; .... a scopo puramente indicativo e in ordine del tutto casuale si ritiene opportuno riportare alcune di queste: cedimento strutturale, esplosione a bordo, collisione in volo, azione offensiva esterna volontaria o involontaria."

Il 30.12.80 i periti Stassi e Nunzia presentarono la relazione riassuntiva circa gli esami medico-legali praticati sulle salme dei passeggeri. Queste furono le conclusioni: "I passeggeri riportarono lesioni polmonari iniziali da decompressione per depressurizzazione molto rapida dell'abitacolo; ..... la morte fu determinata da precipitazione ("grandi traumatismi contusivi"); ..... si esclude l'eventualità dell'annegamento; ..... sui cadaveri esaminati non sono state rinvenute tracce di ustioni, nè di sostanze tossiche". Si affermava inoltre nella relazione che una serie di considerazioni rendevano "scettici sulla possibilità che la infissione di pochi, piccoli corpi estranei radio opachi su un numero limitato di salme sia dipesa da esplosione da ordigno".

Il 20.1.81 i periti Maggiordomo, Laconi, Albano presentarono una relazione sugli esami radiografici effettuati su alcune salme.

Non risulta che i periti nominati dal sostituto Guarino abbiano svolto successivamente altri accertamenti. Le uniche occasioni in cui dagli atti emerge il loro nome sono le seguenti: il 16.11.84 il dottor Luzzatti dichiarò al giudice istruttore Bucarelli: "Tempo addietro ricordo che ad una riunione della nostra Commissione partecipò il pubblico ministero e alcuni tecnici provenienti da Palermo che credo fossero periti nominati dal sostituto di Palermo. Nulla più ho saputo circa l'attività o meno di questi periti".

Il 25.2.1987 sette anni dopo l'incarico loro affidato dal sostituto Guarino, il giudice istruttore Bucarelli invitò i professori Magazzù, La Franca e Cantoro a presentare le relazioni definitive in adempimento degli incarichi a suo tempo formalmente ricevuti dal sostituto Guarino. Nel provvedimento formale di sollecito si può leggere, in premessa: "considerato che a seguito di illegittimo intervento nell'attività affidata ai periti d'ufficio nominati dal magistrato, da parte della Commissione tecnica-formale del Ministero dei trasporti, i periti d'ufficio vennero posti in condizione di non poter adempiere compiutamente all'incarico ricevuto, rimanendo peraltro senza direttive, pure richieste il 26.2.82 alla Procura della Repubblica di Roma, come da fotocopia prodotta dal professor Magazzù a questo giudice istruttore il 19.2.87".

Il 4.9.1987 i professori La Franca e Magazzù, in risposta all'invito del giudice istruttore, presentarono una relazione tecnica che non aggiungeva "nuove ipotesi rispetto a quelle contenute nella relazione preliminare depositata presso la Procura di Palermo il 24.11.1980."

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Il 9.7.80 il sostituto Guarino chiese al Ministero della difesa se avesse a disposizione mezzi idonei per localizzare la presenza di masse metalliche in profondità. La risposta negativa dello Stato Maggiore della Marina pervenne al dottor Guarino il 12.7.

Il 10.7.80 il comando della 3^ Regione Aerea dispose l'accentramento presso la base di Trapani-Birgi di tutto il materiale sottoposto a sequestro dal sostituto Guarino, rivolgendosi in particolare, a questo scopo, ai centri di Monte Venda, Marsala, Licola e Poggio Ballone. Dispose inoltre che copia dello stesso materiale doveva essere inoltrata anche all'Itav 2· reparto - Roma e alla 3^ Regione Aerea 3· Ufficio - Bari. Nel riferire agli enti destinatari del telegramma il testo del decreto di sequestro di Guarino, il comando della 3^ Regione Aerea di Bari (3· Ufficio, 4^ Sezione) aggiunse la seguente specificazione, assente nel provvedimento giudiziario: "con particolare riferimento at allineamento Latina-Ponza-Palermo.

Il 12.7.80 il tenente colonnello Valentini inviò una informativa al dottor Guarino circa la necessità di una comunicazione da parte del giudice al Ministero della difesa in ordine al sequestro delle registrazioni radar. Il colonnello Valentini comunicò anche al sostituto che la notifica del sequestro sarebbe stata da lui trattenuta fino alla consegna materiale dei nastri. Informò infine il sostituto che il comando della 3^ Regione Aerea di Bari aveva disposto la concentrazione a Trapani-Birgi del materiale sottoposto a sequestro giudiziario.

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Si può dunque affermare che, sino al 12.7.80, il provvedimento di sequestro del sostituto Guarino del 5.7.80 non era stato formalmente ancora notificato, nè lo sarebbe mai stato dal momento che, passata l'inchiesta al sostituto Santacroce di Roma, questi avrebbe emesso un nuovo decreto di sequestro in data 16.7.80 La conseguenza è che per tutto questo periodo non si sono prodotti gli effetti propri del sequestro giudiziario, in particolare quello della indisponibilità per il destinatario del provvedimento delle cose sequestrate. La circolazione di tabulati radar o di copie di atti, protrattasi fino alla data di notifica del sequestro Santacroce, non può quindi considerarsi, dal punto di vista strettamente giuridico, illecita.

Atipica è anche la procedura con cui l'autorità militare chiese al giudice inquirente di comunicare al Ministero della difesa il provvedimento di sequestro per poter procedere alla sua esecuzione: l'eventuale opposizione del segreto militare avrebbe dovuto essere direttamente sollevata dall'autorità militare colpita dal sequestro.

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Il 16.7.80 il sostituto Santacroce emanò un'ordinanza di sequestro della seguente documentazione: registrazioni su nastro magnetico dei tracciati del radar della Difesa aereo-territoriale operante nella zona compresa tra Latina-Ponza-Palermo, da ricercarsi presso l'Itav di Roma; registrazioni su nastro magnetico dei tracciati radar Marconi e Selenia riguardanti il volo del DC9, da ricercarsi presso l'Itav di Roma; registrazioni delle comunicazioni TBT del DC9, da ricercarsi presso l'Itav di Roma; mappa dei ritrovamenti dei relitti e delle salme in mare, da ricercarsi presso il centro di soccorso aereo di Martina Franca e presso il dipartimento marittimo di Napoli; frammento rinvenuto nei pressi dell'isola di Ponza e affidato in custodia alla compagnia dei Carabinieri di Latina. Santacroce delegò il nucleo centrale della Polizia giudiziaria della Guardia di Finanza per l'esecuzione del provvedimento e dispose che tutti i reperti venissero affidati al dottor Carlo Luzzatti, presidente della

Commissione d'inchiesta tecnico-formale, per le determinazioni di competenza, con riferimento allo sviluppo e all'interpretazione delle registrazioni su nastro magnetico dei rilevamenti radar.

Il 21.7.80 il decreto di sequestro del dottor Santacroce venne notificato al colonnello Nicola Fiorito De Falco, comandante del 2· reparto dell'Itav (Ispettorato telecomunicazioni e assistenza volo). Nel verbale di notifica si può leggere che: le registrazioni dei tracciati dei radar di Difesa aerea operanti nella zona tra Latina-Ponza-Palermo (e cioè Cram Licola e Cram Palermo) erano accentrate presso l'aeroporto di Palermo secondo accordi precedenti con l'autorità giudiziaria di Palermo; le registrazioni magnetiche dei radar Selenia e Marconi e quelle inerenti le comunicazioni TBT erano presso la direzione Riv di Ciampino; si dispose inoltre l'immediato concentramento di tutta la documentazione presso l'Itav-Traff.

Il 22.7.80 il colonnello Fiorito De Falco consegnò alla Guardia di Finanza, in esecuzione del decreto di sequestro Santacroce: un nastro magnetico dei tracciati radar Marconi e Selenia di Ciampino; tre bobine delle comunicazioni terra-bordo-terra e telefoniche inerenti il volo IH-870 Bologna-Palermo; stralcio delle registrazioni dei tracciati radar della Difesa aerea di Licola e Marsala. Nel verbale di sequestro si può leggere che "il radar di Licola non ha nastri di registrazione in quanto basato sul sistema fonetico-manuale. Le registrazioni su nastro relative al nastro di Marsala sono inserite nell'elaboratore elettronico del citato radar e disponibili per l'eventuale decodifica da parte della commissione di inchiesta perchè sulle stesse sono riportati i dati di carattere classificato."

Il 23.7.80 il comandante del nucleo di Polizia giudiziaria di Roma della Guardia di Finanza, colonnello Sepe, trasmise al dottor Santacroce i verbali di notifica e di sequestro presso l'Itav, comunicando che i reperti sequestrati sarebbero stati affidati al presidente della commissione tecnico-formale, dottor Luzzatti.

Il 4.8.80 Guarino, su delega espressa di Santacroce, comunicò al Ministero della difesa di aver disposto il 5.7 il sequestro delle registrazioni radar.

Il 6.8.80 venne sequestrata presso il 3· ROC di Martina Franca, in presenza del generale Mangani, copia della mappa dei ritrovamenti dei relitti e delle salme (l'originale era stato inviato all'autorità giudiziaria di Palermo); presso la compagnia dei Carabinieri di Latina venne sequestrato il frammento di aereo rinvenuto presso Ponza.

Lo stesso giorno, 6.8.80, il ministro Formica trasmise al Parlamento una prima relazione preliminare sullo stato delle indagini della Commissione Luzzatti aggiornata al 31 luglio.

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Nella relazione si può leggere: "Sono state formulate una serie di ipotesi di lavoro sulle cause dell'incidente: 1) collisione in volo, 2) deflagrazione da ordigno esplosivo a bordo, 3) missile, 4) presenza di materiale pericoloso a bordo, 5) rilevante cedimento strutturale. Nessuna di queste ipotesi poteva essere privilegiata nei confronti delle altre in base ai dati in possesso della Commissione. La priorità di indagine è scaturita quindi non dalla maggiore probabilità di evento, bensì dalla possibilità e necessarietà di intervento, ai fini preventivi. Pertanto l'ipotesi di danneggiamento strutturale è stata seguita con particolare riguardo, senza tralasciare tutte le indagini relative all'accertamento di validità delle rimanenti." La relazione mise in evidenza che non tutto quello che la Commissione aveva richiesto al dottor Guarino in ordine agli esami medico-legali era stato effettuato dai periti nominati dal sostituto procuratore di Palermo e rilevò che era stato comunque acquisito u

n risultato certo, che i decessi erano avvenuti per effetto di decompressione esplosiva.

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Il 16.8.80 il Ministero della difesa chiese un parere allo Stato Maggiore dell'Aeronautica e all'Ufficio legislativo del Ministero circa l'eseguibilità del decreto di sequestro del dottor Guarino.

Il 18.8.80 il sostituto Santacroce chiese al dottor Guarino la sua collaborazione per il coordinamento delle operazioni peritali in corso a Palermo ad opera del collegio di esperti nominato da Guarino.

Il 27.8.80 l'Ufficio legislativo della Difesa rispose che non ravvisava motivi per opporsi alla esecuzione del decreto di sequestro del sostituto procuratore di Palermo. Già il giorno prima, però, lo Stato Maggiore dell'Aeronautica aveva comunicato alla Difesa che quanto richiesto dalla Procura di Palermo era già stato reso disponibile il 22.7.80 al giudice Santacroce.

Il 28.8.80 il sostituto Guarino informò il comando del gruppo Carabinieri di Palermo di aver informato il Ministero della difesa del provvedimento di sequestro e ne sollecitò la pronta esecuzione.

Il 6.9.80 il comando del gruppo Carabinieri di Palermo chiese all'Itav-Traffico presso quale ufficio potesse prelevare la documentazione sottoposta a sequestro dal dottor Guarino, avendo il comando dell'aeroporto Trapani-Birgi informato che essa era stata trasmessa all'Itav.

Il 9.9.80 l'Itav comunicò al comando del gruppo Carabinieri di Palermo che la documentazione inviata da Trapani-Birgi era stata consegnata il 22.7 alla Guardia di Finanza, in esecuzione del decreto di sequestro del dottor Santacroce.

Il 10.9.80 il tenente colonnello Guglielmo D'Auria, del comando del gruppo di Palermo dei Carabinieri, informò il dottor Guarino che l'Itav aveva comunicato che la documentazione radar richiesta, già inviata all'Itav dal comando dell'aeroporto militare di Trapani-Birgi, era stata consegnata il 22.7.80 tramite Guardia di Finanza al dottor Santacroce in esito al suo decreto di sequestro emesso il 16.7.80.

L'1.10.80 il dottor Santacroce comunicò al dottor Guarino che si sarebbe recato a Palermo al fine di visionare i reperti custoditi presso l'aeroporto di Boccadifalco e i nastri magnetici delle registrazioni del radar militare di Marsala.

Il 3.10.80 il sostituto Santacroce si recò direttamente nella sede del 35· Cram di Marsala dove acquisì materialmente dal comandante maggiore Pasquale Montinara i nastri magnetici contenenti le registrazioni del radar di Marsala, sottoposti a sequestro il 16.7.80.

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In dettaglio, il magistrato ritirò: Computer Tape n. 99 M.D.C. 5835-15-R59-7254 con la Track History Data Recording dalle h. 11.20/Z alle 19/Z del 27.6.80 e dalle 19.25/Z del 27.6.80 alle 10.46/Z del 28.6.80 (traffico reale); Computer Tape n. 100 N.D.C. 5835-15-R59-7254 con la Track History Data Recording dalle h. 19.00/Z alle 19.25/Z del 27.6.80 (esercitazione Synadex); nastro magnetico n. 66 N.D.C. 5835-15-059-5442 con le registrazioni delle comunicazioni TBT e Punto a Punto dalle h. 06.25/Z alle 22.07/Z del 27.6.80 e 28.6.80.

(Tutti gli orari sono zulu, riferiti cioè al meridiano di Greenwich: per ottenere quindi l'orario effettivo locale occorre aggiungere 2 ore, una per la differenza di fuso orario, una perché in Italia vigeva l'orario legale).

Nel verbale di consegna - che contiene un errore là dove si sostiene, attribuendo l'affermazione al dottor Santacroce, che il decreto del 16.7. sottopone a sequestro "qualsiasi materiale utile ai fini dell'inchiesta su tutto il territorio nazionale" - si può leggere che il maggiore Montinara "aderisce alla richiesta e consegna il materiale" dopo aver ottenuto autorizzazione telefonica dal colonnello Sidoti del 3· Reparto dello Stato Maggiore dell'Aeronautica, prevenendo "inoltre il comparente che il materiale assegnato contiene notizie ed informazioni coperte da segreto militare".

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Il 4.10.80 il dottor Guarino consegnò al dottor Santacroce in Palermo il materiale da lui sequestrato, tra cui un nastro sequestrato presso la torre di controllo di Punta Raisi.

Il 6.10.80 lo Stato Maggiore dell'Aeronautica - 4· Reparto rispose positivamente alla richiesta di Santacroce di mettere a disposizione dei periti giudiziari i laboratori dell'Aeronautica di via Tuscolana per effettuare accertamenti tecnici sui reperti.

L'8.10.80 la Selenia presentò alla Commissione di inchiesta ministeriale e al titolare dell'indagine giudiziaria una relazione sui dati radar del sistema Atcas del traffico civile (Ciampino). La Selenia rilevava che "non è possibile distinguere più di un solo aeromobile" e che "i dati relativi al sito radar primario dopo l'ultima risposta del transponder indicano la presenza di più oggetti che si spostano a velocità diverse tra di loro..... Non sembra possibile con i dati a disposizione trarre conclusioni attendibili circa la dinamica dell'incidente".

Il 18.10.80 il sostituto Santacroce venne autorizzato dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica ad utilizzare il centro tecnico di Borgo Piave per la decifrazione dei nastri di Marsala.

L'11.11.80 il sostituto Santacroce - accompagnato dal professor La Franca, membro del collegio peritale, dall'ingegner Bosman, dal maggiore Mosti e dal comandante Manno, componenti della commissione Luzzatti, dall'ingegner Barale della Selenia, dal comandante Chiappelli e dall'ingegner Cucco, della commissione di inchiesta dell'Itavia - si recò presso il Centro tecnico-addestrativo Difesa aerea di Borgo Piave allo scopo di decifrare le rilevazioni radar contenute nei nastri magnetici sequestrati a Marsala.

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I nastri vennero consegnati al capitano Salvatore Di Natale allo scopo di "determinare il tracciamento della situazione aerea a Nord di Palermo nell'intervallo di tempo tra le 18.45 GMT (20.45 ora locale) e le 19.15 GMT (21.15 ora locale) del 27.6.80 e di ottenere la disponibilità del tabulato relativo nella parte non classificata".

Furono consegnati al giudice nella stessa giornata due tabulati: "il primo si riferisce al periodo di tempo 18.43-19.04; il secondo al periodo di tempo 19.12-7.31. L'intervallo di tempo 19.04-19.12 è verosimilmente imputabile al materiale cambiamento dei nastri. Esiste poi un ulteriore intervallo di tempo che va dalle 19.22 alle ore 6.47 del giorno 28.6.80". Per quanto riguardava poi la preparazione di un "tracciato della situazione aerea a Nord di Palermo", il capitano Di Natale "al fine di garantire la genuinità e l'esattezza dei dati" chiese una settimana di tempo. Il sostituto Santacroce accolse la richiesta e fissò il termine al 20.11 e lasciò in consegna al capitano Di Natale i due nastri magnetici occorrenti per la decifrazione.

Nel trasmettere successivamente i tabulati al magistrato il generale Gullotta, responsabile del centro di Borgo Piave, precisò, all'interno di una missiva di trasmissione priva di data, che il processo verbale dell'incontro dell'11.11 doveva intendersi parzialmente modificato nel senso che "i due nastri magnetici occorrenti per la decifrazione sono stati riconsegnati 'brevi manu' al termine della visita." Si deve dunque presumere - in conformità del resto a quanto dichiarato alla Commissione dal maggiore Di Natale - che l'11.11.80 furono effettuate copie dei nastri originali per ottenerne i giorni successivi i tabulati richiesti dal giudice e che tali copie rimasero a Borgo Piave. (Si veda al riguardo il seguito della questione della duplicazione dei nastri il 4.3.85 e l'11.11.88).

Dal testo del processo verbale risulta che i suoi estensori mostrano di non conoscere l'esistenza dell'esercitazione Synadex e quindi il fatto che soltanto il nastro n. 99 era relativo alla registrazione del traffico reale e il n. 100 si riferiva alla registrazione dell'esercitazione.

Il primo tabulato consegnato al giudice nella stessa giornata (18.43-19.04) è presumibile sia stato tratto dal nastro n. 99. L'orario di inizio dell'estrazione dati - 18.43 - è frutto di una scelta operata in quel momento per osservare presumibilmente la situazione più prossima al momento dell'incidente: è noto infatti che il nastro, che si riferisce al traffico reale, ha come orario di inizio registrazione le h. 11.20/Z. L'orario di interruzione dell'estrazione dati alle h. 19.04/Z differisce da quello indicato nel verbale di sequestro del 3.10 dove si rileva che l'interruzione ha inizio alle h. 19.00/Z: tale differenza verrà attribuita ad un errore compiuto a Marsala dove si sarebbe trascritto l'orario iniziale indicato nella programmazione della esercitazione Synadex e non quello della effettiva interruzione della registrazione automatica del traffico reale. Anche i plottaggi trasmessi l'11.7 da Marsala a Martina Franca si interrompono alle h. 19.00/Z, anzichè alle h. 19.04/Z: si è affermat

o che in quella occasione l'estrazione dati fu interrotta in quel momento perchè ciò che rilevava osservare era il periodo precedente l'incidente.

Il secondo tabulato (19.12-7.31) è presumibile sia stato tratto dal nastro n. 100, quello attribuito alla registrazione dell'esercitazione Synadex. E' opportuno ricordare che la ricostruzione ufficiale dei tempi relativi all'esercitazione Synadex del sito di Marsala si è alla fine stabilizzata sulla seguente scansione: fino alle h. 19.04/Z: registrazione normale del traffico reale; dalle h. 19.04/Z alle h. 19.12/Z: accecamento completo del sistema radar automatizzato Nadge per cambio del nastro e per l'introduzione di quello destinato a registrare esclusivamente l'esercitazione; dalle h. 19.12/Z alle h. 19.22/Z: esercitazione Synadex; dalle h. 19.22/Z alle h. 19.47/Z: "buco" nella registrazione automatica del traffico reale a causa del tempo impiegato per il nuovo cambio del nastro, ovvero per riavvolgere il nastro del traffico reale interrotto alle h. 19.04/Z ed osservare quanto era stato registrato relativamente all'incidente.

Dal verbale si può dedurre anche che il secondo nastro, quello utilizzato per l'esercitazione, non era vergine, contenendo anche la registrazione, tra le h. 6.47/Z e le h. 7.31/Z, di tracce di traffico reale da non confondere con le tracce di traffico reale pure registrate, come sarà appurato, durante l'intervallo dell'esercitazione, tra le h. 19.12/Z e le h. 19.22/Z.

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Nell'autunno del 1980 il sostituto Santacroce si recò negli Stati Uniti per incontrare esperti del FAA (Federal Aviation Administration) e del NTSB (National Transportation Safety Board). Nel chiedere il 23.9.80 al procuratore della Repubblica di Roma l'autorizzazione al viaggio, il sostituto faceva presente che all'incontro con i tecnici americani avrebbero partecipato anche membri delle tre commissioni di inchiesta che si interessavano del disastro - Commissione Luzzatti, Commissione di inchiesta Itavia e collegio dei periti giudiziari - e che lo scopo della missione era di "valutare le diverse ipotesi scaturite dalle valutazioni analitico-matematiche dei risultati forniti dalla società Selenia incaricata di decifrare i dati stessi."

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Da un documento senza data in possesso della Commissione risulterebbe che all'incontro abbiano partecipato, oltre a Santacroce, Luzzatti, Ruscio, Bosman, Manno e Peresempio della Commissione ministeriale, l'ingegner Cucco della Commissione di inchiesta Itavia, l'ingegner Barale della Selenia. Non sembra dunque che abbia partecipato al viaggio alcun perito giudiziario.

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Uno degli esperti del NTSB che parteciparono all'incontro, l'ingegner John Macidull, incaricato dai suoi superiori di assistere gli inquirenti italiani, fece pervenire loro una prima relazione, datata 13.11.80, nella quale si metteva in evidenza la presenza, nel tracciato del radar Marconi di Ciampino, di tre echi attribuibili ad un "oggetto che viaggiava, ad una velocità compresa tra 300 e 550 nodi e ad una quota non conosciuta, parallelamente alla rotta dell'aereo durante i primi due echi e che poi si dirige verso l'aereo nell'ultima eco."

Il 15.11.80 fu concessa all'Itavia, per l'anno 1979, una sovvenzione di lire 2.980 milioni, in luogo di quanto richiesto dalla Compagnia: 15.811 milioni.

Il 25.11.80 Macidull, dopo aver ricevuto ulteriori informazioni tecniche dall'Italia circa i margini di errore dei radar Marconi e Selenia presentò una relazione aggiuntiva le cui conclusioni furono le seguenti: "Un oggetto non identificato ha attraversato la zona dell'incidente da ovest verso est ad alta velocità, approssimativamente nello stesso momento in cui si è verificato l'incidente. Sulla base delle informazioni ricevute, l'aereo in questione e l'oggetto non identificato non sono entrati in collisione."

Il 26.11.80 i laboratori metallurgici del NTSB inviarono una analisi Xeda (Xray Energy Dispersion Analisys) effettuata da Michael L. Marx su un frammento metallico di forma trapezoidale rinvenuto nel cadavere di una passeggera.

L'analisi dei dati radar del sistema Atcas presentata l'1.12.80 dagli esperti della Commissione di inchiesta Itavia Alberto Cucco e Franco Capabianca così concludeva: "I dati non consentono di discriminare con certezza la presenza di due oggetti in volo ravvicinato. Si ritiene peraltro di non poter escludere categoricamente interferenze di un altro corpo non identificato. Si ritiene probabile che negli istanti successivi al tempo di registrazione dell'ultima eco del radar secondario l'aereo si sia disintegrato in volo".

La società costruttrice dell'aereo, la Douglas, dopo aver preso visione anche delle analisi radar della Selenia e del NTSB, fece conoscere il 9.12.80 agli inquirenti italiani le proprie considerazioni concludendo che doveva ritenersi "altamente improbabile come fattore causale dell'incidente un cedimento strutturale spontaneo".

Il 10.12.80 l'Itavia sospese ogni attività di volo.

Il 13.12.80 il ministro Formica trasmise al Presidente del Consiglio, al Ministro della difesa e ai Presidenti delle Camere una seconda relazione preliminare della Commissione Luzzatti, aggiornata al 5.12.1980, in cui si affermava che "allo stato attuale delle indagini la Commissione ha raggiunto la ragionevole convinzione di poter escludere le ipotesi del cedimento strutturale spontaneo e della collisione in volo con altro velivolo." ****** Nella relazione si dava conto, tra l'altro, che l'analisi Xeda effettuato dall'NTSB su un frammento metallico di forma trapezoidale rinvenuto nel cadavere di una passeggera aveva evidenziato la presenza, non facilmente giustificabile, di fosforo. Si riferiva inoltre che era stato accertato che tale frammento proveniva da una struttura situata nel vano carrello. ******

Il 16.12.80, con un decreto del Ministero dei trasporti, tutti i servizi di linea affidati all'Itavia furono dichiarati decaduti. (La risoluzione della convenzione tra Ministero dei trasporti e Itavia sarà sancita da un decreto ministeriale del 23.1.81).

Lo stesso giorno, 16.12.80, il presidente dell'Itavia, Aldo Davanzali, inoltrò una lunga lettera al ministro dei trasporti, Formica, nella quale fra l'altro si affermava la ".....certezza della distruzione, ad opera di un missile, di un aereo, mentre percorreva in perfette condizioni meteorologiche e di crociera una aerovia riservata dallo Stato italiano all'Aviazione civile".

Il 17.12.80 l'Itavia diramò un comunicato stampa che indicava come unica ipotesi valida a spiegare la caduta dell'aereo quella di un missile.

Il 18.12.80 Davanzali, convocato dal sostituto Santacroce e ascoltato in un primo tempo in sede di esame testimoniale, esibì e consegnò al magistrato la lettera al ministro Formica, il comunicato stampa e una relazione tecnica datata 16.12.80. Il magistrato individuò in alcuni passaggi della lettera al ministro Formica indizi di reità correlabili all'articolo 656 del codice penale (diffusione di notizie esagerate e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico) e trasformò quindi l'esame testimoniale in interrogatorio di indiziato. Davanzali illustrò al giudice i motivi di ordine tecnico in forza dei quali aveva maturato la certezza che il DC9 era stato abbattuto da un vettore militare di origine sconosciuta. Esibì anche alcuni articoli di giornale a dimostrazione che l'ipotesi del missile come causa di distruzione del DC9 era già stata ampiamente argomentata e diffusa dagli organi di stampa.

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Nella relazione del 16.12.80 consegnata da Davanzali a Santacroce si sosteneva tra l'altro : "Alcuni momenti prima dell'incidente inizia la registrazione di una serie di tracce radar, correlabili fra di loro con una velocità pari a circa 1.200 km orari, tipica di aerei intercettori militari. Questi dati identificano una traiettoria intersecante da ovest verso est la rotta del velivolo I-TIGI con un angolo di attacco di circa 90 gradi. ...... Le tracce radar successive dimostrano che il DC99 si è disintegrato in più parti, repentinamente deviate a 90 gradi dalla rotta stabilizzata.....In uno dei corpi delle vittime è stata rinvenuta una scheggia di metallo......facente parte di una struttura di sostegno del carrello principale posto al di sotto e in posizione esterna rispetto alla cabina passeggeri. Questo frammento....... ha rivelato tracce ....... di fosforo, sostanza riconducibile a cariche di ordigni bellici".

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Tra il 13.4 e il 22.10.81 la 1^ Divisione materiali metallici dei Laboratori dell'Aeronautica militare consegnò a Santacroce e a Luzzatti tre relazioni parziali concernenti le analisi sui reperti.

Dal 2 al 6.11.81 Santacroce e Luzzatti, accompagnati dal maggiore Oddone dei Laboratori dell'Aeronautica militare, andarono a Londra per incontrare gli esperti dell'AIB (Accident Investigation Branch) e valutare con loro "interessanti elementi emersi sui reperti dell'aereo precipitato nel corso delle analisi di laboratorio disposte dal magistrato inquirente" e riscontrare eventuali affinità o discordanze desumibili dall'inchiesta relativa ad un velivolo precipitato nel 1967 a causa dello scoppio a bordo di un ordigno. Nel corso dell'incontro, come avrebbe rilevato Luzzatti in una lettera del settembre 1983 al Ministro dei trasporti, gli italiani appresero di particolari tecniche di ricerche di laboratorio, elaborate dal Rarde (Royal Armament Research and Development Establishment), atte ad evidenziare eventuali tracce di esplosivo e, tornati in Italia, richiesero ulteriori analisi ai laboratori dell'Aeronautica militare sui reperti a disposizione.

Il 16.3.82 la Commissione Luzzatti presentò al Ministro dei trasporti una relazione, che sarebbe stata anche l'ultima della Commissione, le cui conclusioni misero in evidenza che "causa dell'incidente è stata la deflagrazione di un ordigno esplosivo. Al momento non si è in grado di affermare se l'ordigno fosse stato collocato a bordo prima della partenza ovvero provenisse dall'esterno dell'aeromobile. E' possibile che le ulteriori analisi di laboratorio permettano di individuare la natura dell'ordigno esplosivo ed il suo relativo posizionamento al momento della deflagrazione; in caso contrario l'unica strada ancora percorribile è quella di tentare di localizzare e successivamente fotografare e/o recuperare i relitti. La Commissione, considerando i tempi necessari per eseguire dette analisi, 2/3 mesi, ...... ha ritenuto doveroso anticipare le conclusioni certe cui è pervenuta, riservandosi di completarle non appena in possesso di nuove evidenze."

Il 5.10.82, oltre alla quarta relazione parziale della 1^ Divisione materiali metallici, i Laboratori dell'Aeronautica militare depositarono presso l'autorità giudiziaria una relazione della 4^ Divisione Esplosivi e propellenti. La conclusione più importante cui pervenivano i Laboratori tecnici dell'Aeronautica, che avevano ritrovato su alcuni reperti tracce di esplosivo denominato T4, era che "il mancato ritrovamento di tracce di TNT nel corso dell'indagine rende poco probabile l'ipotesi che l'esplosione sia stata determinata da una testa di guerra detonata all'esterno del velivolo", mentre "l'ipotesi che l'esplosione sia stata determinata da una massa di esplosivo presente a bordo del velivolo è dotata di una elevata probabilità".

L'8.10.82 Luzzatti si rivolse a Santacroce per ricordargli che i lavori della sua Commissione erano fermi al 16.3.82, in attesa di conoscere i risultati delle ulteriori analisi richieste al Laboratorio dell'Aeronautica militare. Il Presidente della Commissione tecnica-formale, a quella data ancora a tutti gli effetti in carica, chiedeva pertanto al magistrato titolare delle indagini di "avere copia delle relazioni in argomento, se già consegnate dal predetto laboratorio" ovvero, qualora motivi a lui sconosciuti ostassero al favorevole accoglimento della istanza, di dargliene notizia per poter darne conto al Ministro dei trasporti.

Il 16.2.83 Luzzatti informò il Ministro dei trasporti che la Commissione da lui presieduta non era stata messa in grado di conoscere i risultati delle analisi del Laboratorio dell'Aeronautica militare e che il magistrato inquirente gli aveva verbalmente fatto sapere che ne avrebbe autorizzato la consegna non appena terminata l'istruttoria.

Il 22.9.83 Luzzatti scrisse nuovamente al Ministro dei trasporti per segnalare che il dottor Santacroce "non ha ancora ritenuto di dover dare copia alla Commissione dei risultati delle indagini tecniche sui reperti, malgrado ripetute richieste verbali ed una scritta. La Commissione - proseguiva il dottor Luzzatti - ritiene che il possesso dei citati documenti permetterebbe di proseguire le indagini fino ad arrivar a far luce definitivamente su questo inquietante episodio, che tanto scosse l'opinione pubblica italiana ed estera." La missiva si concludeva con la preghiera rivolta al Ministro "di voler intervenire autorevolmente presso i competenti organi affinchè vengano fatti conoscere alla Commissione i dati di cui sopra".

Il 31.12.83 il sostituto procuratore Santacroce chiese al giudice istruttore la prosecuzione dell'istruttoria con rito formale, ai sensi dell'articolo 392 bis del codice di procedura penale (introdotto con legge 12.8.82). Nel trasmettere il procedimento penale (per disastro aviatorio e per strage contro ignoti) il sostituto si riservava di specificare il capo di imputazione, il modo di contestazione degli addebiti e le opportune richieste istruttorie. Incaricato dell'istruttoria formale fu il giudice istruttore Bucarelli.

Il 4.2.84 Luzzatti rinnovò la richiesta di poter disporre della relazione consegnata dal Laboratorio dell'Aeronautica Militare al sostituto Santacroce il 5.10.82, indirizzandosi questa volta al giudice istruttore Bucarelli il quale gliela trasmise il 15.3.84.

L'8.11.84 il giudice istruttore Bucarelli nominò un collegio di periti così composto : professor Massimo Blasi (ingegnere), dottor Raffaele Cerra (ingegnere), dottor Ennio Imbimbo (ingegnere), professor Leonardo Lecce (ingegnere), professor Mariano Migliaccio (ingegnere), professor Carlo Romano (medico). (Per le attività svolte dal collegio peritale e le conclusioni della prima perizia si veda 16.3.89).

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Il 21.11.84 il giudice istruttore assegnò al collegio peritale il compito di accertare la natura e la causa dell'incidente, formulando una serie di articolati quesiti, fra i quali si segnalano : "Se il sistema radar, al momento dell'incidente ebbe a registrare interferenze di altri oggetti che abbiano potuto determinare l'incidente"; se le risultanze delle analisi già eseguite o da eseguirsi, unitamente all'esame delle schegge ritrovate nei vari materiali dell'aereo e nei corpi degli occupanti, consentissero di accertare la presenza di un fenomeno esplosivo e, in caso positivo, se esso fosse di origine endogena o esogena rispetto all'aereomobile.

Il giudice istruttore informò altresì il collegio che era possibile richiedere il recupero dei relitti sommersi dell'aereo e disporre la riesumazione delle salme.

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Il 4.3.85 i membri del collegio peritale Blasi, ingegner Cerra e professor Lecce, si recarono a Borgo Piave presso il centro CTA-DA dell'Aeronautica militare per procedere - dopo la prima lettura disposta da Santacroce nel 1980 ed effettuata in presenza dei membri della Commissione Luzzatti presso lo stesso centro l'11.11.80 e i giorni successivi dal maggiore Di Natale - una seconda lettura dei nastri radar di Marsala "pervenuti al collegio peritale".

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Le operazioni si effettuarono in presenza di tre esperti (Sansone, Di Gregorio, Tomaselli) e dei capitani Raffaelli e Cippiani. Per motivi di sicurezza dei dati si effettuarono delle copie: del nastro n. 100 (relativo alla esercitazione Synadex) se ne ricavarono due, del nastro n. 99 (relativo al traffico reale) "non è stato possibile, per difficoltà tecniche, effettuare una copia integrale". Il verbale della riunione, da cui tutte queste informazioni sono state tratte, recita inoltre: "Tali copie rimangono in custodia del CTA-DA fino all'espletamento completo del lavoro o (probabilmente) ad altra decisione del giudice". Dal nastro n. 99 si ricavarono tabulati di riduzione completa dei dati compresi tra le h. 18.36/Z e le h. 19.04/Z del 27.6.80 e le h. 19.48/Z e le h. 22.02/Z. Dal nastro n. 100 si ricavarono dati dalle h. 19.12/Z alle h. 19.22/Z del 27.6.80. Dalle riduzioni effettuate, prosegue il verbale, "Si deduce che c'è un intervallo di tempo che va dalle h. 19.04/Z alle h.

19.12/Z che non risulta coperto da registrazioni radar. Pertanto si ritiene utile effettuare in data successiva da concordare con il CTA-DA la riduzione completa dei dati traccia contenuti in tutti e due i nastri, che per limiti di tempo non è stato possibile completare in giornata". Non risulta che ciò sia mai avvenuto.

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Il 30.4.85 il collegio Blasi effettuò, con la collaborazione dell'Aeronautica Militare e dell'Itav, una prova sperimentale con l'effettuazione di un volo simulato di un DC9, simile a quello precipitato, e di un F104. Lo scopo era di verificare se un aereo tipo caccia fosse visibile da parte dei radar Marconi e Selenia di Ciampino - con le stesse apparecchiature con cui furono registrati i dati relativi all'incidente - e fino a quale quota fosse visibile dagli stessi radar un aereo del tipo DC9. (Per le conclusioni tratte dalla prova sperimentale si veda 16.3.89).

Il 30.7.85 il collegio peritale fu autorizzato a procedere alla esumazione delle salme di due passeggere le cui posizioni all'interno dell'aereo erano state localizzate in una memoria presentata al giudice istruttore l'8.7.85 dalla parte civile (le autopsie furono eseguite il 14.12.85).

Il 25.3.86 il dottor Luzzatti comunicò al Ministro dei trasporti che il compito della Commissione da lui presieduta doveva ritenersi esaurito.

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Nella missiva si può leggere, fra l'altro : "In mancanza di ulteriori elementi conoscitivi non si intravvedono possibilità di proseguire nelle indagini al fine di poter privilegiare, con ragionevole certezza, una delle ipotesi sopra citate (deflagrazione interna od esterna di un ordigno esplosivo) e lo scrivente ritiene, pertanto, esaurito il compito della Commissione, anche alla luce del disposto del DOC 6920 dell'ICAO (International Civil Aviation Organization), che prevede essere scopo dell'investigazione aeronautica stabilire la causa o le probabili cause dell'incidente, al fine di prevenire il ripetersi di incidenti analoghi, in quanto essa individuò la causa dell'incidente nella relazione del 16 marzo 1982". "La Commissione, che ha avuto a disposizione pochissimi reperti su cui lavorare, ha, pur tuttavia, svolto un lavoro degno di nota a livello mondiale, stante le difficoltà incontrate. Basti pensare che il Laboratorio dell'Aeronautica Militare, in primo tempo, non aveva trovato trac

ce di esplosivo e che malgrado ciò essa (Commissione) stabilì che l'aeromobile era andato distrutto a causa della deflagrazione di un ordigno esplosivo".

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Il 10.4.86 il ministro dei trasporti Signorile si limitò a prendere atto della comunicazione del dottor Luzzatti, esprimendogli il suo apprezzamento per l'impegno e la competenza con cui aveva condotto i lavori della Commissione i cui risultati avevano "consentito una valutazione tempestiva e attendibile della dinamica dell'evento, nonostante l'estrema difficoltà da parte della Commissione nell'acquisire obbiettivi elementi di riscontro".

Il 12.2.87, in esecuzione di un decreto emesso dal giudice istruttore Bucarelli il 9.2.87, il nucleo di polizia giudiziaria dei Carabinieri di Roma acquisì presso il centro radar di Marsala la documentazione concernente l'esercitazione Synadex, fra cui un nastro contenente le tracce simulate durante l'esercitazione del 27.6.80.

Il 15.4.87 il professor Blasi, per conto del collegio peritale, e il direttore degli affari giuridici e logistici della Ifremer, M. Stahlberger, sottoscrissero presso il Tribunale di Roma la convenzione di appalto per il recupero dei relitti del DC9. (Per informazioni di dettaglio sulla vicenda del recupero dei relitti si veda il capitolo della cronologia dedicato specificamente a tale questione).

Il 2.7.87 terminò la prima campagna di recupero dei relitti. (Si veda capitolo recupero relitti).

Il 25.5.88 terminò la seconda campagna di recupero dei relitti. (Si veda capitolo recupero relitti).

Il 30.5. e l'8.6.88, nell' ambito dell'inchiesta aperta dalla procura della Repubblica di Marsala a seguito della trasmissione televisiva "Telefono giallo" del 7.5.88, vennero interrogati quattordici militari in forza al centro radar di Marsala nel giugno 1980. Gli atti dell'inchiesta furono poi trasmessi per conoscenza al giudice istruttore Bucarelli il 10.6.88. Anche la procura militare di Palermo si attivò in ordine ad eventuali reati militari commessi presso il 37· aerostormo di Trapani Birgi e chiese il 14.5.88 alla procura della Repubblica di Marsala gli atti eventualmente rilevanti in possesso di tale ufficio. Non risulta che la richiesta della Procura militare di Palermo, indirizzata anche al giudice istruttore Bucarelli il 18.10.88 e il 20.9.89, abbia avuto esito positivo.

Il 10.6.88 il procuratore militare della Repubblica di Cagliari Maggi aprì un procedimento di istruzione preliminare per eventuali reati rilevabili a carico di militari della base missilistica di Perdasdefogu in relazione all'incidente di Ustica: nell'ambito di tale procedimento sono stati interrogati tra gli altri il colonnello De Lorenzo, vice comandante del poligono di Salto di Quirra nel 1988, e, in due occasioni, il 25.10.89 e il 2,7.90, il tenente di vascello Bonifacio, comandante di uno dei Breguet Atlantic che parteciparono alle operazioni di soccorso. (Si veda capitolo secondo, 28.6.80).

Il 17.6.88 il Capo di Stato maggiore dell'Aeronautica, generale Pisano, incaricò il generale Meloni, sottocapo di Stato Maggiore, di coordinare la raccolta di tutta la documentazione esistente sul caso Ustica all'interno dell'Arma, in relazione alla richiesta di carattere generale avanzata al riguardo il 4.6.88 dal giudice istruttore Bucarelli al Presidente del Consiglio dei ministri.

 
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