(Sbobinatura integrale dell'intervento di Marco Pannella a Radio Radicale il 27-12-90 - a cura di Claudio Capuccino)Vorrei dire 2 cose. La prima, è che forse, con il passare delle ore, ogni ora, occorrerà forse meglio precisare qual è l'obiettivo e la ragione dell'iscrizione al Partito Radicale nel '91.
Poiché per i motivi noti i poteri congressuali sono assunti da quello che si chiama il Quadriumvirato - per obbligo, per mandato del Congresso precedente - il documento di iscrizione, il programma, le ragioni dell'iscrizione è appunto quello elaborato, per il momento, e preannunciato da Stanzani, Vigevano, Bonino ed io nell'esercizio di queste nostre funzioni legali, statutarie e straordinarie.
E la questione si risolve, certo, incominciando da una sorta di progetto editoriale... In realtà si tratta di cercare un media, un mass-media adeguato ed acconcio per risolvere nell'oggi, nelle settimane, nei mesi e negli anni e non nei quinquenni - i massimi problemi della vita del nostro pianeta e di ciascuno di noi. L'ambizione quindi è enorme, è un'ambizione senza pari, e lo dico con tutta la consapevolezza che questo può costituire indizio di idiozia e di presunzione, di follia nemmeno tanto nobile, probabilmente, perché è vero che il Partito Radicale del '91 si forma nel tentativo di superare - anche a livello degli strumenti, e non solo quello difficilissimo della coscienza e della consapevolezza, ma anche quello degli strumenti - quel divorzio fra sapere, scienza, coscienza da una parte e politica e potere dall'altra. Cosa della quale, tutti sappiamo, muore forse il pianeta, comunque il diritto... e muoiono sempre di più le capacità di libertà, di giustizia e di vita delle donne e degli uomini, per i
l momemto nei tre quarti del mondo, e probabilmente in modo accelerato anche all'interno dei grandi fortilizi della fortuna, della grazia e del benessere, se è vero, come è vero, che all'interno della società, dell'opulenza americana si sono creati dei ghetti disumani delle condizioni di vita generale; e l'imbarbarimento del diritto nella cattedrale - per noi - del diritto e della democrazia sta accentuandosi in modo assolutamente accelerato e preoccupante.
Il progetto quindi è di dare un media - di dare un mass-media - a un programma politico che ha come obiettivo iniziale quello di riuscire, attraverso alcune decine di migliaia di iscrizioni italiane (perché gli italiani sono i meno difficilmente raggiungilbili grazie alla storia e alle radici del Partito Radicale, e all'insediamento che c'è in Italia, e alla presa di coscienza, forse, che si diffonde in tutti i partiti italiani), a finanziare appunto grazie a questo acquisto di azioni - questa iscrizione è divenire azionisti di un partito d'azione... Perchè come nell'800, come per Salvemini, per tanti di Giustizia e Libertà, si era compreso che era essenziale un Partito d'Azione, oggi noi sappiamo - tutti siamo consapevoli che il problema è passare da quelle tonnellate dddddddddddddi nozioni, di scienza e di sapere che abbiamo acquisito negli ultimi 40 anni, e che sono superiori a quelle che l'umanità aveva accumulato in millenni, passare all'uso di questo sapere ai fini della qualità della vita, e se pos
sibile al risanamento delle ferite che molti scienzati già ritengono mortali della biosfera, dell'atmosfera, delle acque e della terra.
Qual è il progetto folle? E' quello di raggiungere, per il momento, immaginiamo, attraverso un'avventura editoriale che è insolubile per qualsiasi casa editrice, per qualsiasi forza - forse uno Stato potrebbe realizzare questo, e vedremo se lo troviamo - è quello di raggiungere tutti gli eletti di tutti i paesi democratici, quindi 50-60.000 nel mondo probabilmente, i quali parlano una quarantina di lingue, come minimo - ecco, raggiungerli in alcune settimane proponendo loro dei testi legislativi, degli obiettivi d'ordine generale e puntuale e di diritto positivo, che alla stessa ora dello stesso giorno siano depositati negli stessi luoghi di decisione istituzionale.
Perché finalmente sia consentito ai nonviolenti gandhiani per la vita che siamo, di ricominciare o di cominciare a livello di massa dinanzi a decine di capitali del mondo e innanzitutto a quelle europee le nostre manifestazioni, i digiuni, le iniziative nonviolente perché siano votati quei provvedimenti e votate quelle leggi.
Non si salva il Danubio se non riusciamo a mettere rapidamente in piedi progetti comuni di tutti gli stati interessati al Danubio, in modo tale che le opinioni pubbliche e i nonviolenti e radicali possano reiniziare, iniziare quelle campagne di massa per ottenere che si decida: quando Gandhi si muove per la campagna del sale - quella grande campagna tra l'altro drammaticamente costosa poi, e che in parte Ganhdi ritenne un errore - era per togliere un balzello, per consentire una cosa.
La nonviolenza, il grande partito della nonviolenza, il partito della liberazione, ormai i secoli e i decenni lo hanno detto, o è antimovimentista, o ha sempre come obiettivo quello della legge e della legge da conquistare, e da conquistare con la nonviolenza (ma che poi diventi legge per tutti) - o altrimenti danno solo disastri.
Movimentismi, democrazie proletarie, proprietarie, di qualsiasi tipo, ma costituiscono quella fine delle democrazie reali alla fine delle quali noi stiamo assistendo, e solo dei ciechi e dei sordi p.es. non comprendono quanto anche la Francia - a causa del suo criminale, veramente, sistema elettorale, in primo luogo - è un paese che in venti anni si è deteriorato come altri non sono riusciti a farlo in cento anni.
E allora il progetto è semplice: è p.es. di vedere di far costituire, dar la possibilità di costituire un'associazione di parlamentari contro la pena di morte, come la tortura. Tutte come associazioni radicali - come il CORA - perché ci vuole pure uno strumento di coordinamento e di informazione, di animazione.
Scegliere due o tre punti precisi sul piano della salvezza ecologica, e quindi sul regime dei mari, delle acque, arrivare ad elaborare queste cose. Ecco perchè i Bettini, i Mattioli devono essere la classe dirigente di questo partito del 91, con tutti coloro i quali fanno del loro sapere un elemento di forza.
Il problema del diritto che ogni tanto viene fuori adesso persino in Ingrao, tanto per essere contro Occhetto, ma che noi abbiamo posto da circa 15 anni, il problema della forza cogente del diritto internazionale, della riforma dell'ONU. L'ONU deve riformarsi, è possibile riformarla, vi sono studi da questo punto di vista, e nessuno è in condizione di scrivere alle 150 delegazioni nulla, nulla, nulla.
Dunque, questo è quel progetto nel quale p.es. dovremo chiedere ai nostri amici esperantisti che capperi fanno, se si riducono come i nostri amici nonviolenti a una cappella rassegnata ad essere tale e a fare una propria propaganda. Quì occorre avere uno strumento come quello che noi concepiamo, perché entro 10 anni l'insegnamento di una lingua veicolare nuova, e che non può che partire dall'esperanto è essenziale, pena il disastro di tutte le lingue del mondo, che cadrebbero sul prevalere imperialistico necessario e non volontario dell'inglese. Insomma, vi sono i problemi del diritto, il problema dei sistemi carcerari....
Noi dobbiamo praticamente ormai fare quello che facemmo con il divorzio ma a livello della vita del mondo. Cioè, tutti sapevano che cos'era il divorzio, e nessuno immaginava che potesse diventare una realtà istituzionale e politica del nostro paese. E non lo sarebbe divenuta senza il Partito radicale. Ancora oggi si parla del Partito Radicale.
Credo che l'unica realtà non in crisi mortale ma di crescita, forse, in ipotesi, può essere il Partito Radicale o non vi saranno più partiti nel mondo.
Verranno ben presto momenti in cui per "salvare" il mondo, alcune isole che magari saranno sepolte nell'oceano, perché magari si alzerà la temperatura e via dicendo, si riproporrà con un vigore immenso l'idea della necessità della dittatura per salvare il mondo: questo o quelli.
Ecco quindi quello che mi pareva importante ribadire, aiutare, perché so quanto è faticoso il vostro lavoro a Radio Radicale...
(omissis)
Resta il fatto che tutto questo passa attraverso la cruna dell'ago della serietà e della saggezza.
Non saremo saggi, se ci accorgessimo che, in questi giorni, stanno ad accattare - o come dire, a ipotecare qualche posizione di potere in questo o in quel nuovo movimento, più o meno radicale, nella vita politica italiana - molti compagni che già avrebbero potuto mobilitarsi per questa campagna di iscrizioni all'Internazionale Radicale e che stanno invece preparandosi a creare, al 100% del loro impegno, organizzazioni nazionali, cioè destinate ad essere tutte risucchiate dall'inquinatissima politica, che se è nazionale, con organizzazioni nazionali, è inquinante e inquinata: come, a ben leggerli, alcuni eventi molto vicini e molto interessanti, vissuti da molti radicali in questi ultimi mesi, dovrebbero far comprendere...
Io spero che i comunisti lo capiscano: la riuscita della loro riforma passa attraverso l'internazionalismo, e se questo è vero per i comunisti è ancora più vero per i verdi, di qualsiasi tipo, dinanzi a un progetto di questo genere.
Per il resto poi, è normale, è normale... Voglio dire, oggi si parlava di parassiti. Ma non è nemmeno necessario, a fare i parassiti non sono solo i gabbiani che seguivano o che seguono i transatlantici o le barche, che li seguivano nel mare... i delfini o i pescecani che seguono... E' nella vita che noi abbiamo gli Alberto, tutta quell'altra gente che fa Radio Radicale, che volteggia cercando qualche secondo di possibilità di dialogo o di espressione della loro esistenza, di togliere... Trovare questo modo, insultando, questo modo per essere vivi. Questo, è come il corteo appunto di pescecani o di delfini o di gabbiani attorno... Se fossero satolli, se avessero di che mangiare altrimenti umanità e vita sarebbero altrove, per me tutti questi sono segni.
[qualche parola persa nel cambio nastro]
E ribadisco quello che diceva Marco. Noi abbiamo il dovere storico di essere grati agli Stati Uniti d'America, perché hanno assunto l'8-9-10-11-12 agosto delle responsabilità e affrontato dei costi anche morali e psicologici che permettono oggi ai pacifisti di vivere la loro vita: a un certo tipo di pacifisti la loro vita, alla quale hanno diritto, di parassiti, di gabbiani di tutte le circostanze storiche.
Ma è indubbio che quello che manca è una forza organizzata ormai della nonviolenza.
Perché se noi avessimo avuto questa forza organizzata della nonviolenza, questa per la quale ci si deve iscrivere al partito, ebbene, il problema era quello di tenere presente innanzitutto che la prima vittima di tutto sono gli iracheni. Questo è il punto dal quale bisogna partire.
Come le prime vittime di Hitler e di Stalin erano i tedeschi e i russi, e il primo problema era di combattere su quel fronte. E combattere su quel fronte lo si faceva con le Radio Londra.
E se un centesimo del danaro che si è dovuto, dico dovuto spendere, non essendo nonviolenti, ma volendo la pace come pacifisti, anche gli americani, l'unica cosa che si doveva e poteva fare era bombardare dal primo giorno l'Iraq, bombardare tutto il Medio Oriente, ma di che cosa?
Bombardarli di verità, di informazione, di televisioni, di gadgets, dicendo chi è, che cosa vive, che cosa sta facendo Saddam. Ricordandogli che loro sono un popolo in gran parte di mutilati, di storpi. Facendolo allora su tutte le masse, per la liberazione del Medio Oriente.
Questo è il problema, la Conferenza deve essere solo questa.
Altrimenti, quando vi sono delle persone che ripetono... E io ho divorziato su questo da Gandhi, a lungo, con quella prefazione, con quel preambolo allo statuto del Partito Radicale. Era consapevolmente voler rompere da Gandhi: e devo dire, ho fatto male, nel senso che non dovevo farlo fino in fondo. Nel senso cha a me dava storicamente fastidio quell'ossessivo ripetere da parte di Gandhi, che è meglio la violenza, se necessaria, piuttosto che, lui dice, la codardia, io dico la viltà o mille altre cose. E volevo appunto in qualche modo premunirmi contro quei giudizi storici per i quali poi Gandhi alcune volte rivedendoli... le 5 guerre che ha vissuto, a tutte le 5 guerre ha preso parte, ed accettato di essere parte in queste guerre, a volte con responsabilità molto importanti.
Ma se non c'è questo passaggio, se non c'è la nascita di questo grande partito...
Ma insomma, perdinci, è nato il Partito Comunista Italiano... Con chi? Be', è nato con Iasca, con Silone, con Togliatti e via dicendo... Oggi più il tempo passa e più sappiamo che siamo tutti delle persone, e non si capisce per chi son[?] quegli immensi fatti storici con quel tipo di persone, che sono un po' più grandi di noi, o un po' più piccole di noi... sono state le circostanze che hanno anche giocato.
E quindi questo è - anche sull'Iraq, se ci fosse stato il Partito Radicale dei 50.000, se il Partito Comunista purtroppo non avesse dovuto constatare di aver a tal punto sfibrato, snervato il riflesso civile, internazionalista e generoso dei suoi iscritti, del suo milione e mezzo di iscritti.
Se, se, se, se... questo sarebbe già accaduto.
E quello che vogliamo, saremmo stati noi per primi probabilmente, nel Medio Oriente, e le conferenze si sarebbero fatte, ma su un'altra cosa.
Una conferenza sul Medio Oriente che noi possiamo, e dobbiamo - se questo partito c'è - proporre, è quella per garantire a tutte le donne e a tutti gli uomini del Medio Oriente, da Tel Aviv - e non sarebbe lì affatto difficile - fino all'Oman, e fino all'estrema punta Sud del Medio Oriente, ed Est del Medio Oriente, garantire le libertà e i diritti della donna e dell'uomo e della persona.
Questa è la conferenza che va fatta.