Ogni giorno vediamo in televisione dimostrazioni pacifiste nei paesi occidentali contro la guerra del golfo. E' un paradosso ma le stesse parole "contro la guerra", insieme a motti anti-americani e anti-semiti, vengono usate anche da gruppi fascisti come "Pomyat" e dal Fronte Unito dei Lavoratori, che sfilano nelle strade delle citta' sovietiche con i ritratti di Saddam...
Mi e' molto difficile esprimere la mia opinione su questa guerra. Difficile perche' questa opinione puo' sembrare in contraddizione con le mie convinzioni di nonviolento e aspirante obiettore di coscienza. Ma sono sicuro che questa contraddizione non sia una vera contraddizione.
Non posso essere d'accordo con la posizione "pacifista" e "neutrale" espressa anche da Irina. Sono pienamente d'accordo che ogni guerra sia un crimine contro l'umanita'. E mi viene voglia di piangere quando penso agli uomini e alle donne uccisi nelle strade di Tel Aviv e Bagdad. Ma sono altrettanto profondamente convinto che non basta dire semplicemente: io sono contro la guerra, senza nessuna proposta alternativa. Osservate la reale situazione politica, cercate una via di uscita concreta, altrimenti la vostra posizione sara' simile a quella di Ponzio Pilato.
Non riesco a capire le affinita' di questa azione di polizia dell'ONU (Roberto ha ragione) con la guerra in Afghanistan, nelle Falkland ecc. Posso fare paragoni anche con l'Afghanistan e le Falkland ma la questione e' comunque diversa. La realta' dei fatti e' la seguente: per la prima volta nella sua storia, l'Organizzazione delle Nazioni Unite e il Consiglio di Sicurezza puo' sostenere concretamente le sue risoluzioni anti rapina (intendo 18 risoluzioni dalla 660 alla 678). Naturalmente la soluzione militare di questo problema e' una tragedia dal punto di vista umanitario. Ma per 6 mesi lo "Stalin Arabo" (paragone coniato da lui stesso) ha ignorato tutte le voci che gli si sono rivolte. Per 6 mesi l'ombra di Monaco si e' stesa sul mondo.
Non posso capire la posizione di chi vuole "pace ad ogni costo" in questa situazione. Mi sembra che dimentichino o ignorino che la pace e' impossibile mentre trionfa la violenza. La pace - io credo - non e' semplicemente assenza di conflitti, la pace e' assenza di violenza. E' possibile parlare di pace a Auschwitz? O nel Kuwait occupato? O nello stesso Iraq, prima dell'invasione voluta da Hussein del 2 agosto? Posso capire che la gente che oggi dice "niente sangue per il petrolio" se ne freghi della liberta' del piccolo Kuwait, come alcuni "pacifisti" se ne sono fregati dei diritti umani in URSS e abbiano mantenuto stretti rapporti coi componenti del Comitato Sovietico per la Pace mentre l'esercito Sovietico distruggeva villagi in Afghanistan. Ma e' difficile credere che non capiscano quale pericolo per il mondo rappresenti un dittatore pazzo, dotato di armi chimiche, biologiche e forse nucleari!
Da questo punto di vista ci troviamo di fronte al problema legale dello scopo di questa guerra. Si, la risoluzione N· 678 permette l'uso della forza militare per liberare il territorio del Kuwait. Ma sara' una cosa giusta se le forze multinazionali decideranno di fermarsi al confine irakeno? Senza rovesciare il dittatore e la macchina bellica del regime di Bagdad? Io credo che questa limitazione prometta solo nuovi potenziali di guerra nelle regione, e forse in tutto il mondo.
L'ONU e' un risultato della vittoria delle nazioni alleate contro Hitler. Le forze multinazionali della coalizione anti-Hitler hanno portato la democrazia nella Germania Ovest, questo e' un dato di fatto. Naturalmente non dico che sia necessario invadere l'Iraq per portare la democrazia a Bagdad. Ma ora, dopo la sua aggressione, Hussein ha rafforzato il suo stesso regime. Adesso L'ONU deve ricordarsi il motivo della sua creazione.
Non dico niente sulla guerra non-violenta di informazione contro il regime irakeno - in questa questione sono completamente d'accordo con Roberto e il suo "Guerra e Pace".
Irina, questa non e' una guerra per "interessi economici". E' una semplice azione di prevenzione contro altre aggressioni, altre violazioni di leggi internazionali da parte di una dittatura terribile e molte altre morti di persone innocenti (inclusa la popolazione dell'Arabia Saudita, che ora e' al sicuro dall'invasione). Non posso credere che tu non lo capisca!
Questa azione dell'ONU e' talmente differente dall'usuale utilizzo della forza militare su basi nazionali che merita di passare alla storia.
Un'ultima cosa. Questa guerra e' piu importante per noi, che viviamo in URSS, di quanto le nostre autorita' vogliono farci credere. Non solo il futuro del nuovo assetto mondiale, ma anche il futuro della nostra neonata democrazia si sta giocando nel golfo. Le nostre industrie militari hanno sostenuto di nascosto il regime di Hussein negli ultimi 10-15 anni. Queste industrie oggi sostengono nel nostro paese la "lobby" di Hussein. Il crollo militare del regime di Bagdad e la vittoria del nuovo ordine non-violento nel mondo significhera' il crollo politico dell'industria militare Sovietica.
Terminando questo articolo voglio affermare: non so cosa pensino gli altri ma io scelgo una posizione di nonviolenza attiva e non un'attitudine "pacifista". Preferisco schierarmi fermamente contro la violenza (al limite usando la forza) che restare "neutrale" di fronte alla violazione delle leggi internazionali, della pace e della giustizia.