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Conferenza Partito radicale
Rocca Christian - 30 gennaio 1991
A mio rischio e pericolo rispondo ad Aligi ( lo vedrò lunedì sera al partito a Milano ).
Ho letto sia l'intervento di Roberto che quello di Aligi, oltre naturalmente quelli degli altri agoriani che non considero per niente risibili ( come fa Aligi ) anzi molti di essi, penso all'intervento di Taradash per esempio, centrano perfettamento il problema contribuendo tutti quanti a rendere ricco e interessante il dibattito.

Aligi contesta a Roberto ma anche ad Emma,sopratutto il tono e il modo con il quale essi espongono le loro ragioni,dicendo sostanzialmente che parlano come i sommi pontefici della nonviolenza come se fossero , sopratutto Roberto, i sacri custodi delle verità nonviolente. Io invece ho avuto proprio l'impressione contraria, proprio l'intervento di Aligi mi è sembrato nei toni ma anche nel merito, un intervento che rispecchia esattamente le critiche che il suo autore rivolge a Cicciomessere.

Per non parlare degli esempi, questi si risibili oltre che in alcuni casi deliranti, che Aligi porta a sostegno delle sue tesi.

Il problema è che ,Aligi come tutti coloro contrari all'intervento, non ci da altra soluzione alternativa alla guerra. Io non ho letto i testi sacri della nonviolenza ( neanche quello scritto da Aligi ) e forse anche per questo mi pongo dinanzi alla questione senza dogmi da difendere ( come credo stia facendo Aligi ) e senza dover giustificare azioni politiche per farle rientrare nell'alveo della tradizione del partito( come Aligi pensa di Roberto ed Emma in particolare ). Vorrei proprio sapere qual'è la soluzione di Aligi sul Golfo. Capisco benissimo che nel suo intervento non voleva suggerire una soluzione ma voleva spiegare perchè secondo lui la posizione di Roberto non è nonviolenta; ma è proprio quì il problema, non si possono fare bei ragionamenti teorici senza affrontare concretamente la questione. E' facile dire che in questo momento ci sono, probabilmente, migliaia di bambini irakeni innocenti che stanno morendo sotto i bombardamenti alleati. Ma chi dice di no, chi gioisce per questo massacro. A que

sto punto però dobbiamo dirci tutto, quanti ne ha ammazzati di bambini Saddam, irakeni, curdi, kuwaitiani, iraniani, ma sopratutto quanti ne avrebbe potuto uccidere, nel giro di pochi mesi se non fossimo intervenuti, con il potere della bomba atomica in pugno ?

E poi se non fossimo intervenuti ed avessimo continuato l'embargo, non sarebbero forse morti per fame ( in modo forse più tragico e moralmente più deprecabile quindi) gli stessi poveri bambini di cui Aligi parla ?

Sulla definizione pacifisti = amici di Saddam, invito a sentire l'intervista che Saddam ha rilasciato a Peter Arnett della CNN: in pratica il dittatore di Bagdad ha ringraziato la Spagna e i movimenti pacifisti che in tutto il mondo protestando contro la guerra hanno di fatto solidarizzato con lui.

Sugli esempi di Aligi: come si fa a paragonare il diritto internazionale, la Carta dell'ONU, le risoluzioni della comunità internazionale, il diritto di difendersi in caso di attacco subito, con le leggi razziali italiane del ventennio fascista ? La differenza è sostanziale, non foss'altro che le leggi razziali sono frutto di un governo e di una legislazione dittatoriale e non democratica.

E proprio quì sta il problema di fondo, come ha spiegato benissimo Cicciomessere, non può esistere pace ove non vi è democrazia , ed il compito dei nonviolenti deve essere proprio quello di destabilizzare i regimi dittatoriali per instaurare la democrazia.

Sulla questione il partito ha fatto qualcosa o si è limitato a delegare al gruppo parlamentare la patata bollente: Pannella ha più volte ricordato che in 1700 non si poteva realmente fare molto. E su questo sono concorde, quello che mi fa pensare e riflettere un po di più è se il gruppo parlamentare ( non prendiamoci in giro ) radicale ha fatto del suo meglio per proporre al Governo una soluzione alternativa alla guerra che quest'ultimo poteva a sua volta presentare in sede ONU.

E' stata presentata la risoluzione, va bene, ma non pensate che il presentarla il 17 gennaio ad ultimatum scaduto ed attacco avvenuto equivalga a non presentarla affatto. So benissimo che la data della seduta parlamentare non è stata decisa dai radicali, anzi se avessero potuto loro decidere ne avrebbero discusso molto prima. Resta il fatto che secondo me la risoluzione andava presentata se non all'indomani della invasione del Kuwait almeno il giorno della seduta parlamentare nella quale si è deciso di inviare le nostre navi nel Golfo per far rispettare l'embargo( mi pare il 22 agosto) .

Christian.

 
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