Non critico chi suppone di aver trovato soluzioni diverse, perche' io stesso non ne vedo di facilmente e realisticamente percorribili.Pero' mi chiedo:
"Se qualcuno, magari armato, mettesse in pericolo la vita dei miei cari, cosa farei, realisticamente?"
E' relativamente facile parlare di non violenza riferendosi a casi astratti, ma scontrandosi con la realta'?
Porgere l'altra guancia fa molto evangelico, ma presuppone una omogenea formazione culturale, come Lorenz espone con il famoso esempio dei tacchini.
Io, non so.
Non esiterei ad imbracciare un bazooka contro un invasore, non mi sento certo un codardo.
Ma, in una guerra, che potrebbe essere la terza guerra mondiale, ora o dopo la "pace" che della stessa guerra sara' piu' difficile, in una guerra che pare decisa dalla presenza dei giacimenti petroliferi piu' duraturi del globo...in una guerra che e' scoppiata in una occasione come tante finora ignorate, io non so.
non ho la responsabilita' di decidere nulla, certo, ma non per questo mi sento succube delle false, ingannevoli, interessate dichiarazioni dei ministri (in)competenti che blaterano idiozie impraticabili in tv.
Io non ho molti dubbi.
Io sono disposto a sparare, certo, ed a sentirmi soddisfatto del bersaglio colpito, umano o tecnologico che sia.
MA...se sto difendendo qualcosa che non sia la posizione di un politico, magari complice dei mercanti di morte, se sto difendendo qualcosa in cui credo, se non sto sparando contro le folle dei morti per fame.
Quei morti per fame verso i quali, sia chiaro, mi sento in colpa.
Per il mio consumismo, per il mio egoismo, per la mia semplice e pura appartenenza all'Occidente Bianco, Sfruttatore ed Ariano.
L'invito a partecipare al Congresso del Partito Radicale puo' solo fare onore a chi me l'ha fatto, conoscendo le mie idee.
E di questo mi sento debitore.
gc