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Conferenza Partito radicale
Ass.Radicale Milano - 6 febbraio 1991
ALIGI RISPONDE SUL GOLFO
Anche se Emma Bonino non ha voluto neppure tentare di intaccare le mie ( presunte ) " Inossidabili certezze ", come io avrei invece desiderato , la ringrazio ugualmente per la conclusione della sua replica che riporta me - e tutti quanti - alla questione vera: al che fare per avanzare anche solo di un millimetro nella direzione della nonviolenza politica.

In effetti questo è il punto, di affrontare il quale da solo francamente non mi sento all'altezza, e di fronte al quale la diatriba tra il si e il no sembra perdere importanza.

Ma mi angustiano due cose. La prima è che sono convinto che il voto del si abbia contribuito a far indietreggiare anche di un solo millimetro nella direzione della nonviolenza politica, e che condividere le responsabilità dell'intervento abbia contribuito a fare perdere al Partito Radicale credibilità per la costruzione del futuro dopo la SI è il problema più serio che oggi si pone.

La seconda cosa è constatare che ormai la mia sensibilità e il mio

modo di vedere sono diversissimi da quelli della maggior parte dei radicali, al punto che non riesco a farmi capire, e mi si attribuisco-

no cose che non ho mai sostenuto e che non ho mai scritto . A questo punto dubito che sia possibile per me cercare ancora quel che fare di cui parla Emma insieme ai radicali.

E ciò, non vi sembri retorica, mi angoscia; mi dà un senso di solitudine tremendo.

Vorrei comunque provare a fare uno sforzo di comunicazione.

Vorrei offrire a Cicciomessere un paio di SI, per poi chiedergliene uno in cambio.

Non ho mai sostenuto che un deputato, quando vota per la partecipazione della missione militare italiana al conflitto del Golfo, dovrebbe prenderne parte. Quel che ho sostenuto è che non mi pare il caso che scomodi Gandhi per votare. Volevo solo dire che, alla luce del fatto che Gandhi partecipò in prima persona alla guerra anglo-boera del 1899 e delle sue affermazioni sulla necessità di assumere su di sé l'onere della sofferenza, sono fermamente convinto che la citazione di Gandhi fatta da Cicciomessere il 15 gennaio si applichi solo alla scelta personale della violenza, alla scelta di combattere in prima persona l'ingiustizia con la violenza, e che non si possa applicare al voto, che obbliga altri a combattere con la violenza,ed eventualmente subire quella degli altri.

Poi, Roberto, non ho mai paragonato Saddam Hussein a un ladro di mele. Io ritengo insostenibile il paragone

tra polizia e guerra nel golfo, e dunque non ho sostenuto alcuna analogia tra ipotetiche vittime della polizia e Saddam Hussein; ho fatto esempi immaginari di azioni di poliziotti solo per mostrare come il giudizio giuridico non possa cambiare la natura dei fatti.

Ma se proprio vuoi vedere un parallelismo in cui non credo il parallelismo era tra il rapitore del bambino inerme e Saddam.

E' un'incomprensione che mi stupisce, ma non voglio restituirti l'accusa di malafede, e non voglio entrare anche io in una specie di logica di guerra nella quale sono convinto che tu sia caduto, errore che probabilmente ho già compiuto nello scorso intervento.

Ma devo comunque chiederti un chiarimento: dove sta la mia " volgare malafede "?

Io non mi sono " interrogato dubbioso " se per caso vi riferite al diritto naturale.

Ho sostenuto, niente affatto dubbioso, che l'identificazione tra diritto e nonviolenza è accettabile solo se si tratta di identificazione tra ciò che la tradizione proveniente dal giusnaturalismo chiamava diritto naturale ( con ciò voglio intendere un diritto che si basa su argomentazioni razionali, ha un fondamento etico e non necessariamente coincide con un sistema di leggi effettivamente in vigore in una istituzione ) e la nonviolenza, e che tale identificazione è invece inaccettabile se si tratta di diritto positivo.

Ho anche sostenuto che la nonviolenza presuppone una distinzione,cioè

una non identificazione, tra giustizia e diritto positivo.

Questo significa ignorare che cosa si intende per " il diritto alla vita, la vita del diritto "?

Se si, allora ti prego di spiegarmelo, perché evidentemente non l'ho mai capito. E ti prego di spiegarmi anche se la mia posizione è incompatibile con " il diritto alla vita e la vita del diritto ".

Guarda che non sono sarcastico, non parlo con sufficienza e non faccio nemmeno il finto tonto: è che proprio non capisco .

Perciò ti prego di aiutarmi a uscire dalla mia ignoranza, che non credo sia forza: ti assicuro che mi daresti una mano a diminuire la mia angoscia.

ALIGI TASCHERA

 
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