I fornitori occidentali di armi e tecnologie non-convenzionali
all'Iraq e alla Libia
Rapporto speciale redatto da
Kenneth R. Timmerman per conto del Simon Wiesenthal Center
----------------
SOMMARIO ....................................... Pagina
-Prefazione ....................................... 2
-L'Autore ......................................... 3
-Sintesi del rapporto ............................. 4
I. Iraq ........................................... 5
Introduzione ...................................... 5
A. Odierna produzione di armi chimiche ........ 8
B. Lo stabilimento di Akashat ................. 9
C. I rapporti speciali dell'Iraq con la
Germania Occidentale .......................10
D. La Karl Kolb e i "Segreti di Samarra" ......13
E. Il rapporto del governo tedesco ............16
F. Elenco parziale delle ditte tedesche
coinvolte ..................................16
G. Il Progetto 395 ............................18
H. La MBB/Consen Connection ...................20
Conclusione .......................................22
II. Libia .........................................23
Introduzione ......................................23
A. Un inizio tranquillo .......................23
B. Scoppia la tempesta ........................24
C. Il Rapporto Schauble .......................26
D. Cronologia .................................28
E. Da Rabta a Sebha ...........................32
Conclusione .......................................33
III. Appendici
A. Il registro delle ditte ....................39
B. Cronologia dell'orrore .....................53
C. Il Rapporto Schauble (omissis)
SIMON WIESENTHAL CENTER
Gentile amico,
è dal 1930 che un solo uomo non aveva concentrato su di sé l'attenzione del mondo al pari di Saddam Hussein.
La sua brutale aggressione e la volontà di spingere il genere umano ai limiti costituisce la più grave minaccia davanti alla quale il mondo civile sia venuto a trovarsi dalla fine della seconda guerra mondiale.
Ma l'Iraq di Saddam Hussein non è diventato per un semplice caso quel che un agente segreto occidentale ha definito "il governo più esperto del mondo nella produzione e nell'impiego di armi chimiche". Chi ha fornito la tecnologia a questo individuo pazzo? Chi ha fornito il personale per i suoi impianti di ricerca e chi ha costruito i suoi stabilimenti?
Il presente rapporto fornisce le sorprendenti risposte a questi interrogativi. Esso rivela come, 50 anni dopo l'Olocausto, la tecnologia tedesca è di nuovo in prima linea nell'aiuto ai dittatori a conseguire i propri scopi distruttivi. Come le ditte tedesche, anche altre società francesi e di altri paesi hanno detto di non sapere ed hanno negato ogni colpa. "Forniamo loro esclusivamente prodotti chimici che fungono da pesticidi" è stata l'incredibile affermazione del dirigente di una società. Il presente rapporto racconta in qual modo i governi hanno scelto di comportarsi in modo diverso, per considerazioni di ordine geopolitico ed in nome dell'ingordigia, facendo affari con Saddam Hussein proprio fino alla invasione del Kuwait.
Essere indifferenti ai fatti significa ammettere di non aver capito nulla dall'esperienza di Auschwitz. Non basta semplicemente tirare una linea nel deserto. Dobbiamo avere il coraggio e l'impegno di tirare una linea nei consigli di amministrazione e nei portafogli delle ricche aziende.
E' ora di ricordare che, nel 1946, un tribunale britannico ad Amburgo rifiutò di prestar fede ai dirigenti civili di una società chimica tedesca che non sapessero dell'uso dello Zyklon B contro civili innocenti. Due dei dirigenti dell'azienda furono impiccati per aver collaborato ai crimini contro l'umanità. Il Simon Wiesenthal Center ritiene che gli esperti di diritto internazionale debbano riflettere seriamente su un precedente del genere.
Il corso delle indagini ha già condotto ad 86 ditte tedesche. E' fuor di dubbio che Berlino debba essere la prima ad abolire il trasferimento all'ingrosso della tecnologia di morte. Poichè sarebbe una macchia imperdonabile per la Germania unificata se fossero nuovamente trovate etichette tedesche nelle località dove hanno luogo gli assassini di massa ad opera di un altro despota.
Ma la Germania non è la sola ad essere incriminata. Ditte di 21 paesi sono elencate nel presente rapporto. Se voi sarete altrettanto decisi come noi, dopo aver letto il rapporto, vi sollecitiamo di scrivere ai dirigenti del vostro paese ed al mondo civile per esigere che intervengano.
Rabbino Marvi Hier
Decano
---------------
Kenneth R. Tinnerman
Il giornalista investigatore Kenneth R. Timmerman è ben noto in Europa e negli Stati Uniti per la sua attività sul Medio Oriente e sulla rete del mercato nero delle armi. Egli è autore di numerose pubblicazioni comparse tra l'altro su Newsweek, sul Wall Street Journal, sull'International Herald Tribune, sull'Express, sull'American Spectator, ed è comparso molte volte in televisione (ABC, CBS, CNN, BBC, ecc.). Ha viaggiato a lungo in tutto il Medio Oriente, e pubblica un bollettino di notizie sulle questioni attinenti alla sicurezza nel Medio Oriente dal titolo di Mednews.
Un suo primo libro non di carattere letterario, intitolato "Alimentare le fiamme: storia di cupidigia, armi e geopolitica nella guerra del Golfo" è stato pubblicato a puntate ad opera del New York Times Syndication Service nel 1987-88 prima che esso fosse pubblicato in Svizzera sotto il titolo "01 ins Feuer" nel 1988. Un secondo volume, dedicato allo spionaggio di alto bordo è stato pubblicato in Francia l'anno passato dalle Editions Pln, con il titolo "La Grande Fauche (Gorbachev's Technology Wars).
Timmerman ha 36 anni e vive nei dintorni di Parigi con la moglie svedese e con quattro figli.
----------------
Sintesi del rapporto
La proliferazione di armi di distruzione di massa nel Medio Oriente pone la più grande minaccia per la pace mondiale dalla fine della seconda guerra mondiale.
Quattro sono i tipi di armi in questione: le armi chimiche, biologiche e nucleari, e i vettori di lancio a lunga gittata del tipo dei missili balistici o del "super-cannone" iracheno.
Quattro paesi del Medio Oriente hanno speso rilevanti somme di denaro per l'acquisizione di tali armi e tecnologie: l'Iraq, la Libia, la Siria e L'Iran. Tranne quest'ultimo paese gli altri sono tutti in stato di guerra con Israelel. Mentre si ritiene che nessuno di loro abbia ancora acquisito armi atomiche, l'Iraq, la Siria e la Libia hanno abbondanti arsenali di armi chimiche, ed almeno due di essi - l'Iraq e la Libia - le hanno usate in combattimento.
In un discorso trasmesso dalla televisone irachena il 2 aprile 1990, il Presidente dell'Iraq Saddam Hussein ha minacciato di "bruciare mezza Israelel" in caso di attacco da parte di quest'ultima contro l'Iraq. In seguito, l'ambasciatore iracheno alle Nazioni Unite Abdul-Amir al Anbari ha ampliato la definizione di un attacco a Israele, estendendolo agli aerei militari degli Stati Uniti, dato che i loro piloti erano in realtà degli ebrei camuffati, "che hanno ricevuto passaporti americani ed i cui apparecchi hanno ricevuto contrassegni americani" (BBC World Service, 8 agosto 1990). Secondo i calcoli dell'Iraq, queste minacce, se tradotte in realtà, avrebbero comportato un massiccio lancio di missili balistici costruiti in Iraq, carichi di gas velenosi, contro le pianure costiere densamente popolate di Israele. Le vittime di un attacco del genere sarebbero dell'ordine di centinaia di migliaia.
Il presente documento di base si impernia sull'Iraq e sulla Libia poiché i loro programmi in materia di guerra chimica sono indubbiamente i più vasti. Esso prende in esame la rete di società internazionali, di cui la maggioranza sono tedesche, che hanno fornito all'Iraq e alla Libia armi di distruzione di massa ed i mezzi per la loro fabbricazione, e fornisce un resoconto dettagliato degli impianti per la produzione di armi chimiche attualmente in funzione nei due paesi.
Due documenti fondamentali sono presentati in appendice.
Il primo è la ristampa di una banca dati, basata su materiali di fonte non segreta, che elenca oltre 200 ditte dell'Europa occidentale e degli Stati Uniti che hanno attivamente fornito all'Iraq elementi essenziali per i suoi programmi di armamenti strategici. Qualora l'elenco venisse esteso per comprendere le consegne di armi convenzionali (aeromobili, elicotteri, missili, munizioni, ecc.) esso risulterebbe fitto di migliaia di nominativi.
Il secondo è un rapporto presentato al Bundestag tedesco dal governo della Germania occidentale in data 15 febbraio 1989, che specifica in dettaglio il coinvolgimento di ditte della Germania occidentale nei programmi libici di armi chimiche. Il rapporto, che è un documento pubblico, mostra con illuminanti dettagli che il governo tedesco occidentale era al corrente delle consegne di gas velenosi da parte di ditte tedesche alla Libia a partire dall'aprile del 1980, ma nulla ha fatto per impedirle.