I fornitori occidentali di armi e tecnologie non-convenzionali
all'Iraq e alla Libia
Rapporto speciale redatto da
Kenneth R. Timmerman per conto del Simon Wiesenthal Center
C. I rapporti speciali dell'Iraq con la Germania Occidentale
I rapporti tra Iraq e Germania risalgono molto addietro nel tempo. In qualità di alleata dell'Impero Ottomano, durante la prima guerra mondiale, la Germania collaborò alla costruzione delle prime linee ferroviarie irachene dalla Turchia e da Mussul a nord, al porto di Bassora sul Golfo a sud. La Germania perdette la propria posizione di privilegio in Iraq a seguito del Trattato di Versailles, quando l'Iraq divenne un protettorato britannico. Ma nei tardi anni Sessanta e negli anni Settanta, il regime baatista iracheno inviò decine e decine di studenti iracheni nella Germania Occidentale per appredere il meglio della scienza tedesca. I loro principali interessi erano rivolti all'ingegneria meccanica ed alla chimica.
Uno di tali studenti divenne capo dei programmi di armamenti strategici dell'Iraq. Si tratta del chimico Dr: Amer Hammoudi al Saadi. Oggi, il ten. generale al Saadi, svolge le funzioni di Primo Vice-Ministro per l'Industria e l'Industrializzazione militare ed è a capo della Military Production Authority (MPA) del Ministero. Egli è il padre dei programmi di armamenti chimici dell'Iraq e dei suoi missili balistici. Egli è anche l'ideatore dei programmi di commesse clandestine per l'Iraq dall'Occidente.
In una intervista del maggio del 1989, Amer al Saadi ha precisato che sin dagli inizi l'Iraq aveva cercato di acquisire la tecnologia della fabbricazione di armi strategiche per alleviare il morso di un eventuale embargo. "Quando volevamo qualcosa che, per una ragione o per l'altra, non potevamo ottenere dall'estero ce la costruivamo da soli. Sono personalmente grato dei molti "no" ricevuti dai nostri fornitori di armi. Ciò ci ha fatto insistere e concentrare gli sforzi per l'acquisizione di tecnologie in materia di fabbricazione." Tali sforzi, ha detto Saadi, sono stati così vasti e ben riusciti che l'Iraq ha ora una "capacità di esportazione" nel campo di taluni prodotti chimici, compresa la polvere da sparo.(16)
Perfetto conoscitore della lingua tedesca, sposato ad una donna tedesca, il Dr. al Saadi si è naturalmente rivolto alla Germania Occidentale, ai primi degli anni Ottanta, quando l'Iraq ebbe bisogno di effettuare acquisti su larga scala di precursori delle armi chimiche e della tecnologia per la fabbricazione di queste ultime in Iraq. Nel farlo, egli si è avvalso della sua vasta conoscenza di quel paese, della sua lingua e della sua cultura. Egli si è sentito altresì spinto dal vivo apprezzamento per le leggi sul controllo delle esportazioni della Germania Occidentale che, fino a pochissimo tempo addietro, erano tra le più tenui di tutto il mondo occidentale.
Un primo tentativo da parte di un fabbricante di prodotti chimici tedesco occidentale di esportare dei precursori per armi chimiche in Iraq è stato bloccato nel 1981, dopo un acceso scambio tra la subentrante Amministrazione Reagan e il governo dell'allora Cancelliere Helmut Schmidt. Esso riguardava una società il cui stesso nome evoca i giorni più oscuri della storia tedesca: il gigante farmaceutico I.G.Farben. "Sono gli stessi individui che ci hanno portato lo Zyklon B" ha fatto rilevare un ex-funzionario degli Stati Uniti impegnato nel blocco della vendita. Lo Zyklon B era il gas brevettato dalla I.G.Farben usato nei campi di sterminio nazisti. La Farben aveva anche inventato il gas nervino Tabun nel 1937.
Il 22 agosto 1990, il Ministro tedesco dell'Economia ha rivelato che non meno di 59 ditte tedesche erano all'epoca sotto inchiesta per esportazione illecita di armi e tecnologie nel medio oriente, "25 di esse specificamente riguardanti armi chimiche".(18) Notizie di stampa relative alle ditte della Germania Occidentale impegnate nella vendita di tecnologie strategiche all'Iraq indicano che l'elenco è ancora più lungo (v. Appendice). Nel corso dell'anno passato uomini d'affari tedeschi sono stati tratti in arresto in diverse città per i loro legami con l'Iraq, ditte sono state perquisite, documenti sequestrati. Il quadro che comincia a delinearsi è quello di un vasto depredamento dei tesori della tecnologia della Germania Occidentale, con la complicità delle autorità di quel paese, vogliose di accrescere i proventi delle esportazioni.
Il giornale Der Spiegel ha fornito ampi servizi sui rapporti intimi intercorrenti tra le autorità preposte alla concessione delle licenze di esportazione a Eschborn (Bundesamt fur Wirtschaft, o BfW) e le società coinvolte nelle vendite illecite di tecnologie al Medio Oriente. Nella sua edizione del 24 giugno 1989, Der Spiegel ha accusato un ispettore del BfW di aver svolto consulenza retribuita nei confronti di una ditta esportatrice tedesca, la Industriewerke Karlsrahe Augsburg (IWKA) per aiutarla ad evadere le leggi sulla esportazione, onde poter vendere 15 macchine utensili avanzate alla Military Production Authority irachena. le macchine utensili venivano usate per fabbricare proiettili chimici da 115 mm. per le armi terrestri dell'Iraq.
Di norma, ha dichiarato lo Spiegel, i funzionari preposti alla concessione delle licenze ad Eschborn, consideravano il proprio compito come "volto ad aiutare l'industria, non ad intralciarla". Tra le dubbie esportazioni autorizzate nel corso degli ultimi anni da Eschborn figurano oltre 3.000 macchine utensili di tipo sofisticato vendute dal 1986 in poi alle industrie militari sovietiche, in violazione delle disposizioni del COCOM,(19) sonde per il rifornimento di carburante in volo vendute all'aviazione libica in contravvenzione della legge tedesca,(20) tecnologia di reprocessing del nucleare, venduta al Pakistan in violazione del Trattato di non-proliferazione,(21) armi chimiche consegnate all'Iraq e alla Libia, ed ultracentrifughe a gas, capaci di arricchire l'uranio, per il programma di armamenti nucleari dell'Iraq.(22)
Il caso delle centrifughe, che si riferisce alla H+H Metalform Company di Dreusteinfurt è, incredibile a dirsi, l'unica inchiesta in corso da parte delle autorità della Germania Occidentale riguardante le tecnologie nucleari. Ma dai dati pubblicati risulta che parecchie altre ditte risultano coinvolte, ivi compreso il Consorzio nucleare della Germania Occidentale Nukem ed una mezza dozzina di ditte produttrici di acciai speciali.(23)