Gentile Diretore,

ho terminato or ora di ascoltare al TG1 le dichiarazioni del compagno Fassino nei confronti di Pannella e la sua richiesta di iscrizione al PDS.

Scopro cosi' che nella "nuova casa" del PDS occorre, per essere ammessi,non averne di proprie e condividere i gusti dei "padroni di casa".

Eppure mi pareva di aver letto e sentito annunci circa una "nuova casa",aperta a tutti,costruita con innovazioni nello stile e nelle ambientazioni.

Nuove tecniche di costruzione ed originali metodi di conduzione.

Attraenti novita', insomma,tali da indurre anche i piu' ostili a dire

-quella e' anche la mia casa; ed ancora, -i costruttori prendano esempio, poiche' e' cosi' che dovranno essere edificate in futuro, per garantire liberta' e decorosita' agli individui.

Mi immagino una lussuosa porta di fronte alla quale si stende un colorato zerbino su cui,a caratteri munifici,si legge il benvenuto.

Ma sotto il campanello si scorge una targhetta ottonata,scritta in lettere ingenerose per i deboli di vista,sulla quale si rammentano alcune norme:

entrare in silenzio senza disturbare,evitare domande impertinenti e commenti irrispettosi sull'arredamento e sugli usi e costumi degli ospiti.

Un dubbio m'assale: potro' mai io,miserrimo tra i radicali,ambire di varcare quella soglia se essa appare cosi' impervia per un leader?

Poi,entrando, un incubo: mi appoggio per sbaglio ad una parete e scopro ch'e' di cartone.

Dietro si cela la vecchia abitazione: ancora intatta,ogni cosa al suo posto; come se nulla fosse cambiato.

Che tristezza. Mutatis mutandis, che Scalfari abbia davvero ragione?

Gentile Direttore, chiedo a lei umile consiglio per i miei dubbi.

Sperando che la presente sia degna di trovar luogo sul suo quotidiano.....

Davide Amerio