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Conferenza Partito radicale
Caravaggi Caterina - 14 febbraio 1991
Congresso Pr: Paolo Pietrosanti

L'ESPERIENZA DEL PARTITO RADICALE IN CECOSLOVACCHIA

Chiamarla relazione mi sembra troppo impegnativo; la mia sarà una breve, umile, sommessa comunicazione. Quindi non potrà se non di poco colmare il gap di informazione che voi, ascoltatori di Radio Radicale, patite per quanto riguarda quel che accade al di fuori dell'Italia.

E' netto, visibile il processo di involuzione politica e democratica in corso attualmente in Cecoslovacchia; e il rischio che vi vinca la partitocrazia e quella che chiamiamo democrazia reale, è davvero fortissimo. Da radicali residenti in Cecoslovacchia abbiamo sempre operato su questo fronte sulla base di una convinzione semplice quanto netta: se anche in Cecoslovacchia si affermerà, vincerà il modello della democrazia reale, della partitocrazia, della degenerazione delle istituzioni, dello stato non di diritto, l'Europa intera -e noi qui, OCCIDENTALI- non avrà nulla più in cui sperare.

Vedete, il gioco, la partita, sono grossi, nella nuova Europa. Perché se a noi occidentali non giunge NULLA DI NUOVO, nessuno stimolo, nessuna idea, nessun modello, nulla di nuovo dai grandi rivolgimenti democratici dell'89 e del '90, la partita è chiusa o quasi. Non avremo più nulla in cui sperare.

Lo sappiamo, lo abbiamo digerito:

"L'Europa è una -si dice, ci diciamo- le dinamiche sono identiche, europee e mondiali; la democrazia o esiste, vive nella Europa intera (e nel mondo) o sostanzialmente non esiste in alcuna parte d'Europa". Lo sappiamo, lo diciamo, ce lo diciamo; ma in definitiva è assioma che convince poco sul piano concreto. Ma se guardiamo la questione in altri termini, forse diventa più diretta e comprensibile.

Vedete, se la partitocrazia -nazionale e nazionalista, ma la partitocrazia- vince in Cecoslovacchia e altrove, se vince nell'Europa nuova, qui in Italia mi pare difficile far sorgere un'isola felice. Non ci credo, non mi viene da crederci.

Il gioco è abbastanza grosso, e può sembrare che giocarlo assomigli alla proverbiale tosse delle pulci -lo stesso tipo di tosse cui però potrebbe essere assimilato ogni lavoro funzionale alla urgente rinascita della democrazia italiana, se non tenesse conto di questo.

Soprattutto in questo -posso dire- l'essere politicamente presente del Pr ha un carattere diverso in Cecoslovacchia, rispetto per esempio all'Urss, con alcuni relativi vantaggi e alcuni relativi svantaggi.

Per esempio la pena di morte è in Cecoslovacchia già stata abolita -grazie a John Bok e al suo digiuno, cui si sono aggiunti decine di cecoslovacchi e centinaia di radicali in tutta Europa, nella scorsa primavera (in Italia non si è saputo; ma tutte le più importanti agenzie del mondo, compresa l'Ansa, lo hanno detto che eravamo stati noi), con l'impegno del Presidente Havel -con il quale continuiamo ad avere una sorta di collaborazione indiretta, assumendo noi di volta in volta il ruolo di segnalatori al Presidente di casi di pena di morte su cui egli interviene puntualmente.

Posso fare qualche altro esempio, per tratteggiare molto rozzamente una situazione. Qualche esempio di quel che i radicali hanno fatto in Cecoslovacchia IN FUNZIONE DI ALTRO.

Dalla fiaccolata della mezzanotte del 3 luglio- ad un anno dalla Tien-an-men, cui hanno partecipato a Praga i massimi esponenti politici dei partiti cecoslovacchi, alla leadership delle iniziative intraprese in favore delle repubbliche baltiche (con l'incontro con il Presidente Landsbergis in visita a Praga, che non a caso ha incontrato una sola forza politica, noi radicali, oltre agli organi di governo).

Dall'essere ricevuti dal Presidente Havel tutti i radicali espulsi negli anni scorsi dal paese, alle esperienze elettorali di alcuni iscritti al Pr -che hanno avuto il grande merito di aver riaffermato i connotati nostri.

Ma i mesi, in generale, in cui abbiamo giorno per giorno lavorato anche a superare, rovesciare dei problemi gravissimi di immagine, per poi riuscire -PER ESEMPIO- a portare in piazza 1.000 persone (senza un manifesto o un volantino, con un investimento inferiore alle 8.000 lire italiane) per una memorabile manifestazione per l'adesione della Cecoslovacchia alla CE e per gli Stati Uniti d'Europa, che si è conclusa all'interno del Castello, ricevuta dal rappresentante personale del Presidente Havel.

Ma poi, sul fronte della politica sulla droga, sul quale veniamo intervistati (addirittura dal periodico della polizia, che non è male), pubblichiamo articoli sulla grande stampa; o sul fronte della iniziativa federalista europea, su cui oltre alle manifestazioni abbiamo lavorato e stiamo lavorando sulle forze politiche nazionali, e siamo interlocutore certamente centrale, con quella -comunque piccola- disponibilità di informazione che abbiamo conquistato, con i chiari segnali politici inviati.

E molto altro ancora... Ma si tratta di corollari funzionali all'impegno principale della costituzione del TRANSPARTITO RADICALE TRANSNAZIONALE, di quella forza politica cui finora si sono iscritti -tra gli altri, tra noi- il viceministro delgi esteri Vojta Wagner, i parlamentari zingari del Parlamento nazionale ceco, il presidente del partito Rom Emil Scuka, e il Segretario Orlet (Orlet è divenuto segretario due giorni fa).

Un transpartito transnazionale cui abbiamo conquistato una minima agibilità politica, che insomma esiste, anche sul piano dei mass-media.

Sì; ma noi dell'agibilità politica, del fatto di esistere come partito, cosa ne facciamo? In se stessa conta poco o nulla.

La questione è un'altra, ben altra. E va affrontata, con una struttura minima dal punto di vista materiale, che consta di una sede a Praga, e di sedi a Brno e a Karlovy Vary, e con risorse inadeguatissime quanto nello stesso tempo incredibilmente grandi dal punto di vista umano, quali quelle, tra gli altri, di Honza Honner e di Petr Patka a Brno, di Milan Kozelka e di Lev Havlicek a Karlovy Vary, e a Praga di Richard Stockar (soprattutto), di John Bok, di Dan Vesely detto Kafka, di Martin Sulek detto Basnik, di Tomas Trnka, di Mirek Soukup (con cui ora ci sono problemi grossi assai), e di Olda Piller, Jaroslav Pirohanic, Mirek Ometak, gli altri detenuti attivissimi, e chi vi parla il quale -vorrei correggere una bislacca e veniale, quanto CONSAPEVOLE, inesattezza contenuta nella relazione al CF di Stanzani e Vigevano- chi vi parla non è mai stato membro aggiunto di nulla e tanto meno della Segreteria del Partito, essendo stato, semplicemente, direttore del giornale NR.

Il problema, dunque, è salvare l'"Est" dalla democrazia reale attraverso il Transpartito radicale transnazionale. Ché altrimenti il fatto che il Partito esista in Cecoslovacchia significa molto poco, non foss'altro perchè quell'esistere -minimo, in termini assoluti- è in grave pericolo.

Abbiamo cominciato a farlo, per esempio, quando siamo stati assolutamente determinanti, in agosto, nel fare fuori quella sorta di PARLAMENTO OMBRA -pensate- che si era costituito tra i partiti trombati alle elezioni, tra cui verdi, socialisti e altri.

Abbiamo continuato con la opera di un gruppo di radicali all'interno del Foro civico -la forza politica leader in Cecoslovacchia- e con la partecipazione appassionata e anche pubblica, dall'esterno, alle vicende e ai destini di questa organizzazione, scegliendo di essere interlocutori diretti di essa allo scopo di evitare la spaccatura e la fine di questa ancora indispensabile entità politica -tra l'altro l'unica teoricamente capace, se unita, di essere partito di tipo americano, moderno, e di caratura europea. Lo abbiamo fatto anche con un digiuno per il dialogo e per un compromesso onorevole all'interno di un Foro civico prossimo a sparire, che ha letteralmente mobilitato centinaia di suoi militanti, spontaneamente attivatisi in sostegno della nostra iniziativa, e che ha raccolto l'ammirazione di alcuni dei massimi esponenti politici del paese. Un digiuno che ha ottenuto un grosso rilievo di stampa -PUR SE INFERIORE AL VALORE DI QUELLA INIZIATIVA- e le quasi contumelie del Presidente del Foro Civico -nonch

é ministro delle finanze- Vaclav Klaus, che ci ha per un pur breve periodo additati ad esempio del pericolo per lui e il suo partito, come un contraltare a lui e ai suoi; non siamo stati se non contraltare efficacissimo ai peggiori e per ora formalmente celati o negati disegni del Ministro Klaus e degli altri, come tutti hanno compreso, e come ha compreso egli stesso, presto, anche se ancora non lo ha ammesso; ma lo ammetterà.

Le nostre conferenze stampa convocate nel corso di quel digiuno, o prima, o dopo, sono sempre state piene di giornalisti, non mancava la Tv -come piena di giornalisti è stata per esempio la conferenza stampa che abbiamo tenuto a Brno per aprire la campagna di iscrizioni in Moravia.

E' un segno di efficace, di conquistata -a fatica- agibilità politica; SEGNO PICCOLO E CADUCO, PERO'. MOLTO INFERIORE A QUEL CHE DOVREBBE ESSERE.

Il Foro Civico è appeso ad un filo (che a un certo punto sarebbe anche bene si rompesse, se davvero questa organizzazione vorrà costituirsi in partito dalle correnti superorganizzate, partiti nel partito, mentre il Foro Civico accentua la sua identificazione con lo stato, soprattutto a livello periferico).

Se questo processo -che è in atto- procederà, non sarà un problema soltanto cecoslovacco, non vi pare?

Abbiamo immesso nel dibattito politico in Cecoslovacchia delle idee e delle parole che hanno lasciato il segno, questo è certo; parole che abbiamo ritrovato, identiche, in documenti politici di grandi importanza e peso.

Ma questa non è che una inadeguata premessa di iniziativa, perché o si è e si fa ben altro, o è meglio non far nulla.

Stiamo lavorando dall'inizio dell'estate scorsa alla costituzione di un INTERGRUPPO INTERPARLAMENTARE FEDERALISTA EUROPEO ATTRAVERSO L'ISCRIZIONE AL PARTITO RADICALE. Ci sono i primi membri -sono parlamentari zingari- che hanno compreso che l'unica via per affermare i diritti calpestati della comunità e dei cittadini di nazionalità rom è quello di elevare il tasso di democrazia per tutti, cioè di unire l'Europa e di darle un governo e istituzioni democratiche. E l'iscrizione e l'iniziativa DEL PARTITO RADICALE CHE è OGGI ANCHE ZINGARO significa che avere un partito radicale per il 90 o 95% composto di zingari può non essere un sogno.

Sapete, molti amici, anche giornalisti, in buona fede mi hanno detto "ma chi ve lo fa fare... avete una credibilità voi radicali, e ora gli zingari... state attenti...".

I nostri radicali zingari parlamentari non saranno gli ultimi -speriamo- a scoprire nella tessera radicale il valore aggiunto o l'elemento essenziale, IL SENSO dell'opera quotidiana del loro essere rappresentanti del popolo.

E' indispensabile, di fronte allo scomposto emergere -ma non per questo meno pericoloso- non tanto dei nazionalismi, quanto di formazioni politiche che li inventano per puri e malcelati scopi elettorali, che si sviluppi un movimento di parlamentari e di cittadini capace di portare la Cecoslovacchia nella Comunità Europea, subito, superando le resistenze che sono soprattutto delle burocrazie dei Dodici e della Cee. Movimento di Parlamentari e cittadini con la tessera del Pr in tasca, perché... E' UNA QUESTIONE DI CREDIBILITA'. Subito nella Comunità, per imporre alla Comunità di trasformarsi in stato federale; subito nella Comunità per rendere forte -no: PER CREARE il polo della democrazia politica capace di salvare l'Urss.

E di salvare l'Italia. Subito la Cecoslovacchia nella Comunità, e sarà impossibile gestire l'integrazione con le sole leggi dell'economia.

Forse sarà necessario essere in migliaia, radicali zingari e non, a Bruxelles, entro i prossimi mesi.

Ancora, abbiamo il compito di aiutare il Presidente Havel -che amiamo sempre più- a riflettere sui pericoli dell'approccio di tipo confederalista, o ispirato al processo Helsinki, che non solo NON è complementare a quello federalista, ma è opposto, pericoloso.

Accanto a questo, sembra approssimarsi un nuovo dovere, che a pochi se non a noi sembra possa spettare, quello di AIUTARE il Presidente Havel, molto da vicino, a continuare ad essere pienamente presidente e il presidente che è e amiamo; perché è possibile che ne abbia bisogno, che abbia bisogno di questa difesa. Mi sembra dovremo aiutare la Cecoslovacchia ad averlo come presidente, per il tempo previsto.

Lo scenario (che non è uno scenario cecoslovacco: ma ha in territorio cecoslovacco alcune articolazioni forse essenziali) lo scenario dei prossimi mesi comprende anche la convocazione della PRIMA CONVENZIONE INTERNAZIONALE SULLA POLITICA IN MATERIA DI DROGHE NELL'EUROPA CENTRALE E DELL'EST, organizzata dal Partito radicale e dal Comitato governativo cecoslovacco contro la droga, con il patrocinio del vice primo ministro e del ministro dell'interno cecoslovacchi. Potrebbe aprire la fase nuova della iniziativa antiproibizionista nel mondo; come credo sia intuibile.

Questo dovrà scontrarsi necessariamente con il problema organizzativo, se così vogliamo chiamarlo, per cui avremo da trovare la strada, in Cecoslovacchia, per finanziare integralmente la politica radicale, e sperimentarne quindi il valore. I radicali hanno ottenuto in Cecoslovacchia una quota del rimborso elettorale del Foro Civico, in quanto partecipi della fondazione dell'entità politica che ha condotto il paese alla democrazia: un contributo di 200.000 Corone, con il quale -per dare un'idea- possono acquistarsi due auto di media cilindrata. Non basta, evidentemente. E stiamo pianificando per questo l'iniziativa, già essendoci dotati degli strumenti adeguati per l'apertura di attività a quell'obiettivo funzionali.

Dovrei dire ancora dei radicali detenuti, del loro progetto di costituirsi in iniziativa per la vita del diritto -per tutti.

Dovrei dire degli altri aspetti della politica transpartitica in corso, del poter e dover essere del partito punto di riferimento di quanto è altrimenti condannato alla marginalità.

Dovrei dire dei rapporti già quasi felici con il cospicuo mondo esperantista cecoslovacco; della urgente apertura (che stiamo con grande fatica progettando) di grandi campagne per il recupero dell'ambiente -uno dei peggio ridotti al mondo- in assenza pressoché totale di iniziativa ambientalista; dell'essere pronti a scattare al primo serio tentativo di abrogare il diritto all'aborto.

Dovrei dire di altro; come del fatto che terremo a breve scadenza il congresso DEI RADICALI RESIDENTI E OPERANTI IN CECOSLOVACCHIA (come preferiamo chiamarlo), dove avremo un tavolo di presidenza pieno di radicali parlamentari; un po' come -permettetemi di concludere con questa immagine- quando con Sandro Tessari andammo a Brno invitati al Comitato Centrale del Partito Rom, e siamo stati invitati alla presidenza: lì a Brno, a quel tavolo di Presidenza, l'unico a non essere iscritto al Partito radicale era il nostro interprete.

Il Congresso cecoslovacco: per esso saranno molto importanti gli esiti di questo Congresso Italiano. Anche per questo, buon congresso a tutti.

 
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