Cari amici dirigenti del partito radicale,
rispondo alle numerose missive pervenutemi nelle ultime settimane.
Di formazione mentale e civica lontana dalla vostra, avendo io militato per quasi un trentennio nell'Arma dei Carabinieri, dal 1984, a poco a poco, mi avvicinai ai vostri principi libertari, anche per la coraggiosa, intelligente e spregiudicata difesa del compianto martire Enzo TORTORA che io - ben conoscendo il torbido ambiente giudiziario napoletano - ritenni da subito innocente e vittima di una diabolica macchinazione degna delle inquisizioni di secoli fa.
Nell'87 poi, giunto alla convinzione che la vostra fosse l'unica forza politica veramente onesta, e convinto altresì che la vostra agguerrita pattuglia fosse la sola che sapesse far muovere verso un edificante rinnovamento lo stagnante e maleodorante parlamento italiano, con entusiasmo e fiducia mi iscrissi. E così confermai per l'88 e per l'89. A tali decisioni, preciso, concorse anche l'ascolto e l'insegnamento di radio radicale, che ancor oggi mi appaga.
Poi venne lo sconcerto. Non riuscii a comprendere e ancora non comprendo la decisione di rinunziare alle consultazioni elettorali nazionali e quindi alla rappresentanza parlamentare. Questa decisione la ritengo un abbandono ed un disarmo inconcepibili. E' come - ritengo - portare acqua al mulino della partitocrazia. E certo tutti gli altri partiti lottizzatori si fregheranno le mani, sia perché potranno spartirsi quel 4 o 7 per cento di consensi cui il partito radicale poteva conseguire se avesse sviluppato a dovere il risveglio dell'87, e sia per la certezza di non aver più i bastoni radicali tra le ruote della vergognosa lottizzazione di ogni aspetto della vita sociale italiana.
Certo, il progetto di un partito radicale trasnazionale e transpartitico è magnifico e affascinante, ma per ora - come i fatti stanno ampiamente dimostrando - è solo utopistico e prematuro.
Se invece aveste concentrato le vostre energie in campo nazionale fino a raggiungere, mettiamo, i 50.000 iscritti ed i 30-40 parlamentari, allora sì, avreste potuto con successo affrontare il progetto trasnazionale.
Detto ciò, sperando ad un vostro ripensamento (che non ho intravisto nel congresso di Roma) mi impegno a rinnovare l'iscrizione anche il 31 dicembre, qualora tornaste nella decisione di partecipare come partito alle elezioni politiche. A tale proposito sono della convinzione che un cittadino che crede in un partito e vi aderisce, abbia anche diritto che questo partito lo rappresenti nelle sue idee e nei suoi ideali anche in sede istituzionale.
Questo l'ho detto anche a Mario Albi. Qualcuno sorriderà ma io ancora penso che la pattuglia radicale (non dispersa come oggi), in Parlamento, sia necessaria alla comunità nazionale come l'aria che respiriamo. Così conobbi il Partito Radicale e così lo rivorrei.
Continuo a volervi bene, e con fiducia vi auguro un buon lavoro.
Vittorio Bartoli