Il punto, Gaetano, e' che io non sono antisemita, come possono testimoniare i miei amci israeliti (non israeliani!) e che certe critiche al sionismo le ho apprese proprio da loro.Il punto vero e' secondo me che assegnare quella terra, piu' o meno legittimamente agli uni od agli altri non risolverebbe, temo nulla.
So quanto gli israeliani abbiano lottato, e non solo in termini bellici, per strappare quella terra al deserto, quella terra che, nel dopoguerra, rappresentava indiscutibilmente l'ultima spiaggia per coloro che piu' di altri avevano conosciuto la barbarie nazista.
Ancora oggi, in agronomia, alcune tecniche di irrigazione impiegate in Israele fanno testo.
Dissalazione delle acque marine.
Sperimentazione sociale nei kibbutz.
Ma l'impianto di un paese progettato a tavolino non poteva avvenire, temo, senza attriti con le etnie cola' residenti.
Non penso certo che Israele debba sloggiare, ma mi preoccupo per gli sfortunati palestinesi, vittime di strategie - non solo occidentali - passate loro sopra la testa.
Mi preoccupo, soprattutto, per il continuo focolaio di odii e rancori che in quella zona del vicino oriente segiuta a covare e che non promette un futuro tranquillo.
Molti anni fa, ricordo di aver letto di un esperimento di convivenza pacifica - tacitamente accettato - tra arabi ed ebrei, condotto nella zona della Porta di Damasco a Gerusalemme.
Si parlava addirittura di matrimoni misti.
Forse, nel fallimento di quell'esperimento, sono perite le speranze di pacifica convivenza in quella terra.
Ricordo che si puntava molto sui giovani, sulla forza del loro amore e sulla necessariamente corta memoria storica.
Il risultato, a distanza di tempo, e' stato la trasformazione dei palestinesi in schegge impazzite, mercenari involontarii di qualunque causa araba.
A furia di toglier loro terre, attivita', diritti, ora non hanno piu' nulla da perdere.
Pensiamoci un po'...
Se nel dopoguerra gli Alleati avessero impiantato ex novo una grande ed attiva colonia greca sulla costa sud-orientale italiana, noi, come l'avremmo presa?
Paradossale? certo.
Ma cosa sarebbe accaduto dei milioni di pugliesi e calabresi scacciati "legalmente" dalle loro terre?
Non e' una questione di facile soluzione, lo so bene, ne mi illudo di trovare - io - quella soluzione che il mondo non riesce a trovare ma bisogna, credo, continuare a sperare a credere che una soluzione esista, a provare, a riflettere, senza lasciarsi prendere dallo sconforto, dall'odio di parte, dall'indifferenza.
E' solo questo che cerco di esprimere nei miei interventi,
Null'altro.
con stima,
giancarlo