Chiedo scusa se amplio il discorso del messaggio precedente in una maniera che finisce per andare fuori tema rispetto al la conferenza, ma nei dati che sono stati riportati c'e' qualcosa di profondamente errato.
Non ne contesto la realta', per carita', ma le conclusioni che se ne traggono. Se, infatti, i tempi necessari per tradurre un testo all'ONU sono quelli riportati, il problema non sta nella lingua, ma nella burocrazia ONU. Chiunque faccia il traduttore (e chiunque, come Agora', per fare un esempio, si serva di traduttori) sa perfettamente che il tempo medio per elaborare in forma definitiva un testo di 25 cartelle non supera i 3/4 giorni, prendendosela anche abbastanza comoda.
La media normale di un traduttore a tempo pieno e' di 10 cartelle al giorno, in casi di urgenza si arriva alle 20-25 cartelle senza problema, con un aumento di tariffa che non supera il 30%.
63 giorni di media per una traduzione di 25 pagine sono pura follia, un tempo sulla cui base nessun traduttore riuscerebbe a campare. 12 giorni per la battitura a macchina (i computer suppongo debbano essere ancora inventati?) sono ancora piu' comici. Sui costi, poi, siamo al ridicolo puro. Se a me 25 cartelle rendessero quella cifra vivrei tra le Maldive e la Bahamas.
Ripeto, non contesto la veridicita' dei dati, ma questi tempi e questi costi sono colpa di un sistema burocratico assolutamente inefficiente e non corrispondono assolutamente alla realta' del modo con cui si lavora nel campo delle traduzioni. Non credo che utilizzare dati come questi sia utile alla causa della diffusione dell'esperanto, piuttosto servono a sottolineare la necessita' di rivedere il funzionamento delle organizzazioni internazionali.
Claudia