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Conferenza Partito radicale
Partito Radicale Giorgio - 3 giugno 1991
MOZIONI CONGRESSO ERA-CODICE
"COMUNICAZIONE PLANETARIA & ECOLOGIA CULTURALE, LA battaglia che FA Europa"

2· Congresso della

"Esperanto" Radikala Asocio - COordinamento per la Democratica Integrazione Culturale Europea,

riunito a Roma il 2 Giugno 1991

afferma quanto segue:

I popoli di gran parte d'Europa vivranno fra poco un evento importante: probabilmente l'inizio di una vera unità economica. Ne conseguirà una spinta, forse decisiva, per il raggiungimento di quella unità politica che è nei voti di quanti credono nell'avvenire del nostro vecchio continente.

Ciò che sta per realizzarsi ci pone davanti a molteplici problemi, alla cui soluzione lavorano con crescente impegno economisti, politici, e uomini di cultura.

Fra questi problemi ve n'è uno, fondamentale per l'edificazione dell'unione politica europea, a cui non è stata finora rivolta la necessaria attenzione: esso riguarda la difficoltà di capirsi tra persone che parlano lingue diverse.

Una difficoltà che già a partire dal 1993 obbligherà la stragrande maggioranza dei cittadini comunitari a non essere protagonisti attivi di quel grande mercato, bensì li costringerà in un unico passivo ruolo consumistico, lasciando, chi non ha poi tanto denaro per "consumare" in una solitudine e in un dramma ancor maggiori.

Tale difficoltà poi è destinata a crescere ulteriormente anche a causa dei flussi migratori e del consolidamento della democrazia su tutto il continente.

Ciascun popolo ritiene a giusto titolo che il proprio patrimonio culturale, e quindi il proprio idioma, vada salvaguardato. Questo non avverrebbe se una delle lingue della Comunità fosse ufficialmente prescelta o s'imponesse di fatto come lingua d'uso generale.

Tutte le altre lingue, in tal caso, avrebbero funzioni sempre più ridotte e correrebbero seri rischi d'estinguersi, a più o meno lunga scadenza.

Sostituire a un monopolio linguistico l'idea di un oligopolio, come ventilato dal Programma Lingua della Comunità Europea, non significa ancora arrivare alla libertà di mercato anche in campo linguistico, con adeguate barriere antitrust.

Ma al di là del bisogno di comunicazione, diretta e senza discriminazioni, esiste anche la necessità di costruire un vero civismo europeo, aperto altresì ai futuri sviluppi dell'integrazione di altre aree del continente.

L'unica soluzione in grado di sostenere questo ruolo e che ha consentito finora all'umanità di raggiungere gli obiettivi di una comunicazione internazionale paritaria e alla portata di tutti insieme all'acquisizione di una vera coscienza civica sovranazionale è l'esperanto. Come testimoniato dalla realtà culturale, unica nel suo genere, della comunità esperantista.

Noi quindi proponiamo l'esperanto quale seconda lingua in grado di agevolare nel modo più efficace, con risparmio di tempo e di risorse, l'integrazione culturale democratica dell'Europa come anche di rendere effettiva la nascita di una cultura europea originale dalla identità autenticamente sovranazionale e sottolineiamo che esso, anche per la sua comprovata efficacia come strumento propedeutico allo studio delle lingue straniere, costituirebbe il più sicuro presidio per l'integrità ed il libero sviluppo delle singole identità etniche.

Tuttavia, stanti i pregiudizi che ancora fanno ostacolo all'adozione immediata dell'esperanto come fine, cioè quale lingua franca europea, appare opportuno concentrare hic et nunc gli sforzi sulla sua adozione come mezzo propedeutico allo studio delle lingue nazionali: il che appare tanto più opportuno in un momento in cui l'Italia sta introducendo l'insegnamento della lingua straniera nelle scuole elementari. L'Istituto di Cibernetica dell'Università di Paderborn ha infatti dimostrato, col rigore matematico di quella scienza, che i fanciulli che apprendono per due anni l'esperanto, per passare poi allo studio di una lingua straniera, raggiungono e superano, dopo altri due anni, i coetanei che si sono dedicati allo studio di tale lingua fin dall'inizio.

Il Congresso pertanto rivolge un pressante appello al Gruppo di Studio per la Lingua Straniera nella Scuola Elementare, al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, alle competenti Commissioni parlamentari, al Ministro della Pubblica Istruzione perché tale insegnamento si attui anche tenendo conto del metodo glottodidattico elaborato dall'Istituto di Cibernetica dell'Università di Paderborn, metodo sul quale l'Associazione è pronta a fornire tutta la documentazione opportuna.

Il Congresso inoltre invita i membri dell'Intergruppo Federalista Europeo del Parlamento italiano, gli organi dirigenti del Movimento Federalista Europeo, della Confederazione Sindacale Europea, dell'Associazione Europea degli Insegnanti, dell'Associazione Italiana dei Comuni e delle Regioni d'Europa, del Centro Italiano di Formazione Europea, della Federazione Italiana Case d'Europa, della Gioventù Federalista Europea, ad attivarsi affinché l'Italia, nella prospettiva del 1993, dia in questo campo un esempio da proporre agli altri membri della Comunità Europea.

Il 2· Congresso della "Esperanto"Radikala Asocio - COordinamento per la Democratica Integrazione Europea,

riunito a Roma il 2 Giugno 1991

constatato

che nuove disposizioni pongono enormi ostacoli burocratici ai singoli cittadini italiani che desiderino invitare a titolo personale cittadini di diversi paesi dell'Europa Orientale a trascorrere periodi di soggiorno in Italia, a differenza di quanto accadeva in passato,

ritenendo

che la circolazione delle persone in Europa, anche oltre i limiti della Comunità, sia elemento essenziale per la formazione di una coscienza sovranazionale europea e comunque per la formazione democratica dei cittadini dei singoli paesi

chiede

a tutte le autorità competenti, ed in particolare ai Parlamentari membri dell'Associazione, di adoperarsi per ripristinare la situazione precedente in cui un visto italiano a scopo di turismo era concesso dietro semplice presentazione di una lettera d'invito da parte di un cittadino italiano senza ulteriori documenti.

 
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