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Conferenza Partito radicale
Caravaggi Caterina - 2 luglio 1991
1º luglio 1991: un giorno di ordinario ostracismo

Di seguito il testo della lettera mandata da Marco Pannella ai direttori di "Panorama" e "L'Espresso".

Bruxelles, 2 luglio 1991

Signor Direttore,

molto spesso incontro italiani che mi esprimono il loro rammarico per le nostre e mie diminuite assunzioni di responsabilità politica, di iniziative civili. Mi consenta di informare i suoi lettori di quanto questo non corrisponda a verità, a partire da un giorno di ordinario ostracismo, il I luglio 1991.

"L'Espresso" pubblica un servizio sull'assenteismo dei parlamentari italiani del Parlamento Europeo, dove credo di assicurare dal 1979 una presenza seria e costante. Vengono menzionati, fra "buoni e cattivi", una ventina di colleghi. Io non esisto. Ci voleva molto per accertare che, dopo 18 mesi di legislatura, risultavo esser il deputato che aveva svolto il maggior numero di interventi d'aula dell'intero Parlamento?

"Panorama" fa un servizio sul comportamento dell'Italia e del nostro Ministro degli Esteri nei confronti della crisi jugoslava. Si menzionano alcuni oppositori a questa linea cieca, presuntuosa e incivile: il Partito radicale e io stesso siamo del tutto ignorati. Eppure è documentabile che il Pr ed io stesso siamo stati, per due settimane almeno, soli nel denunciare la politica italiana e della CE come "una vera e propria istigazione a delinquere" rivolta a Belgrado. Abbiamo assunto iniziative parlamentari, a Bruxelles ed a Roma, rilasciato quotidianamente dichiarazioni, condotto una campagna su Radio Radicale che ha coinvolto centinaia di migliaia di cittadini e centinaia di nostri "fratelli italiani" di Jugoslavia.

Tutti i quotidiani hanno corrispondenze molto ampie da Lubiana. Renato Altissimo vi si era recato per due ore, ed aveva fatto benissimo, due giorni prima. A Roma egli ha attaccato molto opportunamente le scelte del nostro Governo, del quale - mi sembra - ministri liberali fanno parte. Io sono stato a Lubiana più di due giorni, unico politico e parlamentare non sloveno. Ho avuto un incontro con il Presidente della Repubblica, quattro incontri con il co-Presidente Ciril Slobez, sono stato in continuo contatto con le Presidenze dei partiti, ho discusso con il Presidente ed il vice-Presidente della Commissione Esteri del Parlamento. In una nostra seconda conferenza-stampa le autorità slovene hanno voluto, con una inedita procedura, sottolineare l'importanza che davano alla nostra presenza: mi hanno "presentato", sedendo al mio stesso tavolo, il co-Presidente Slobez, il Ministro degli Esteri, il deputato di Capodistria, il popolare e autorevole Franco Juri.

Non ero solo, ma con una delegazione, della quale faceva parte Roberto Cicciomessere, membro della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, che aveva chiesto e subito ottenuto dal Presidente Piccoli la convocazione della Commissione Esteri per oggi, o domani. Mi si chiedeva di esser prudente: le autorità slovene temevano da un momento all'altro eventi tragici e per le strade ero accanto ai giornalisti mentre i "cecchini" sparavano...

Zoppelli, de "Il Giorno", nota: "Nella sala stampa si aggira Marco Pannella, cui nessuno bada." E' tutto quel che gli italiani sanno: nulla sulla nostra attività.

Nessun altro "grande corrispondente" trova un rigo per informare di questa attività radicale i lettori.

Televisioni, radio, giornali non hanno trovato ragione per informare sulle nostre dichiarazioni sui vari temi d'attualità, dal Congresso socialista alla impresa di demolizione in corso della Comunità europea.

E' l'ordinaria cronaca di un ordinario ostracismo di un solo giorno: il 1º luglio 1991.

"Fa quello che devi, accada quello che può" ripeteva anche a se stesso Ernesto Rossi, in carcere e "fuori", nell'Italia già partitocratica. E' difficile, ma per la salvezza della propria anima, qualche volta, non basta.

La ringrazio dell'attenzione e invio i migliori saluti.

Marco Pannella

 
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